SEI GRADI DI SEPARAZIONE

Uno. Leggendo i quotidiani di oggi con il relativo e doveroso omaggio alla rete e al ruolo indispensabile che ha svolto per il raggiungimento del quorum ai referendum di ieri, mi è tornato in mente Robert Darnton e la lectio magistralis di venerdì scorso a Perugia, con la comparazione tra le notizie ufficiose e frammentarie che circolavano prima della Rivoluzione contro la monarchia francese e i blog di oggi.
Due. Ripensando a Darnton, mi è venuto in mente un esempio fatto dal medesimo, sempre a Perugia, a proposito del futuro del libro e degli “ibridi” carta-rete.  Darnton ha pubblicato un saggio con la Harvard University Press sulla comunicazione orale nella Francia del Settecento e ha ritrovato i testi di alcune canzoni dell’epoca.  Così, ha deciso di farle ascoltare: e nei tour di presentazione del libro, divide la scena con un mezzosoprano. Lui racconta,  lei canta. Un esempio qui.
Tre. Lo storico come  cantastorie.  Lo scrittore come cantastorie: a indicare questa strada come l’unica possibile per il futuro è Maurizio Maggiani. Mi è ritornato in mente guardando lo show di Darnton. Dunque, sono andata a rivedermi il suo sito: ci sono un bel po’ di novità. Guardatelo.
Quattro. Di sito in sito. Ne è nato uno di guerrilla art, contro i manifesti pubblicitari sessisti. Si chiama Totem Girl.
Cinque. Questo mi ricorda che qualche giorno fa Laura Albano ha scritto  un lungo post sull’iniziativa di Vogue che ha dedicato copertina e servizio interno a corpi femminili non canonici (e non magri). La reazione dei commentatori va studiata.
Sei. Ma questo mi ricorda anche che stamattina, in metropolitana, ho letto la solita notizia sconcertante. Ovvero (via Enrico Franceschini): “In inglese si dice “pole dancing”. Letteralmente significa “danza della pertica”, ma non c´entrano danza e ginnastica: è il ballo erotico, con le gambe avvinghiate a un palo, diventato di rigore in ogni topless-bar, lap-dance club e night-club (per tacere della tavernetta di vecchi viziosi – non facciamo nomi). Ora salta fuori che in Inghilterra qualcuno vuole insegnare “pole dancing” a bambine di tre anni: succede in una scuola di danza del Northampton, la Make Me Fabuolous (Rendimi favolosa). L´istruttrice racconta di avere cominciato dando lezioni alle mamme, poi ha pensato di estenderle anche alle figlie in età da asilo nido: «Non c´è niente di male», assicura, «è un esercizio sexy, rilassante e rinvigorente».”
Buongiorno.

11 pensieri su “SEI GRADI DI SEPARAZIONE

  1. buongiorno
    mi chiedo: la frammentarietà delle notizie alla Fransceschini, io cui siamo tutti immersi, dà realmente conto dello spirito del tempo?
    sembra in atto una guerriglia di frammenti di opposte tendenze.
    Riagganciandosi a Darnton, la rivoluzione francese coagulò attorno agli intellettuali questa energia nata dai “frammenti” di notizie,dettagli,racconti.
    La rivoluzione che scoppiò fu a guida inevitabilmente ristretta.Ma a quella si affidò, a quella guida oligarchica per certi aspetti, giacobina..
    E oggi?
    Del resto Darnton era giornalista prima di essere Darnton, quindi sa bene che gli intellettuali mediatori NON hanno più nessun ruolo agli occhi delle masse.
    Oggi la svalutazione del ruolo degli inteltetuali e proprio la sopravvalutazione della democrazia diretta (prima televisiva e ora della disseminazione in rete) paradossalmente rischia di rende più difficile il percorso di mutamento.
    chi raccoglerà tutta questa energia molecolare che si è messa in moto?
    (il punto sei mi dice qualcosa ad esempio su quanto inutili siano stati i progressi in pedagogia? su quanto un’istruttrice di scuola possa pensare una cosa del genere senza che gli passi minimamente per il cervello un’obienzione non dico morale, ma psicologica e pedagogica NONOSTANTE siam otutti peronse pià istruite,evolute, nonostante il suo come il nostro mondo sia pieno di esperti, intellettuali, psicologi, giornalisti – alla Fransceschini appunto,meritoriamente – che ci avvertono continuamente sulle necessità, sulle opportunità per i bambini ecc. e sui rischi di certe cose… Oppure questa storia “fa notizia” ma non fa epoca).
    (so che dett così è troppo breve, ma in due parole è ciò che, secondo me, è accaduto in Italia in questi ultimi 15 anni).

  2. oltre alla felicità per il referendum mi godo il “nuovo” tipo di donna proposto nelle giunte di Bologna e Milano, vado in bici più contenta, continuo a proporre cultura e libri nel mio ricettacolo di idee
    e mi godo i tuoi post così pieni di fervore
    di sicuro non iscrivo mia figlia al corso di lap dance, e mi guardo bene dall’andarci pure io
    avviamo la disintossicazione dal quasi ventennio che ci ha ammorbato, buttiamo il cuore oltre
    Nicoletta da Bologna

  3. questo elenco accelera e strozza il battito. Un’altalena di emozioni, reazioni e stati d’animo. Ma il punto sei, che non a caso è posto in fondo, mi inquieta come solo un discorso incentrato sulla sessualità e la fanciullezza riesce a fare. D’altra parte, poco più in là e sempre sulla rete vedo questo: http://d.repubblica.it/argomenti/2011/06/14/foto/san_paolo_bondage_in_passerella-376857/1/#media
    All’immaginazione ormai si lascia ben poco e l’univocità dei messaggi è sconvolgente. Qui le braccia delle donne sono legate come insaccati e le loro bocche sono letteralmente e metaforicamente tappate. Se questa è una donna…

  4. Danza sexy per bambine di tre anni. Dopo aver scippato l’adolescenza ai ragazzi, nell’ansia di trasformarli in consumatori il prima possibile, a quanto pare c’è qualcuno che sta programmando di scippare l’infanzia ai bambini. La trama di un horror…

  5. Mi piace Maggiani. Un cantastorie oggi, ieri lo scrittore come artigiano della parola… sottendono a mio parere sia l’umiltà del lavoro che l’ambizione di comunicare, cosa che ha anche Darnton. C’è passione per il proprio lavoro in queste persone.
    L’idea di Totem girl mi sembra buona, veramente. L’idea di Vogue parte credo dal presupposto ‘piaci anche così’, il che è verissimo. Cioè nella realtà è pieno di donne così che piacciono – dipende un po’ dall’età, dalla sicurezza di sé, il fatto è che non si è abituati a vederle su Vogue! Ho notato nei commenti che il ‘grasso’ delle modelle è considerato patologico, come la pubblicità che dice che la cellulite è una malattia – che una pensa subito ‘oddio sto male!’, nessuno che dice se quei corpi cicciottelli sono allegri, che una volta essere paffute era sinonimo di giovialità! Mi sembra che ora siano maialini e basta, alla faccia dei gusti reali. Dopodiché, pole dancing all’asilo?? E per i maschietti?

  6. @francesca, forse sono troll che pensano davvero cose del genere.
    (il florilegio è merito di Nakin, che si è presa la briga di fare questa piccola ricerca sui termini ricorrenti ipotizzando appunto un troll)

  7. Il punto sei è davvero triste, ma perché (e per chi) dovrebbero essere sexy delle bimbe di tre anni? Mi immagino la scenetta di un pedofilo che, a reato compiuto, si giustifica dicendo: – Mi ha sedotto lei, si muove così bene sul palo!- blahhhhhh

  8. grazie laura, non ho citato l’autrice della selezione, il cui link ovviamente ho trovato proprio nel tuo post. Direi che la tua ipotesi (trollismo convinto) è quella buona…il linguaggio sciatto e povero dei commenti selezionati sembra in effetti tutto molto simile. Meglio così piuttosto che se fossero tanti soggetti distinti a condividere questo modo di pensare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto