SORPRESE

Cosa si fa nel primo week end interamente casalingo (causa catastrofica epidemia influenzale in famiglia) dopo diversi mesi? Si recuperano le letture rimaste indietro, per esempio. Terminato il romanzone di Antonio Scurati, di cui vi dirò, manifesto intanto tutta la mia sorpresa (piacevolissima) nei confronti di Arlington Park. Presentato, infelicemente, come l’ennesimo gemito delle casalinghe disperate, si rivela come il racconto drammatico (e persino epico) della claustrofobia femminile (e del femmineo branco). Insomma, a leggere le anticipazioni ci si aspetta Oprah, e si trova qualcosa che si avvicina, fatte salve le differenze, a Virginia. Gran bel libro.
(Torno a preparare camomille)

12 pensieri su “SORPRESE

  1. A volte i leggeri malesseri possono consentire il recupero di letture rinviate per mancanza di tempo. Credo che sia così per tutti noi. Rimettiti in fretta, cara Loredana.
    Sono curioso di conoscere la tua opinione sul libro di Scurati. È stato criticato aspramente da molti, ma ha ricevuto parecchi elogi. Io non l’ho letto, per cui non posso dir nulla.

    @ Enrico:
    È due mesi che stai leggendo Cormac McCarthy… e non è che sia un malloppo. Sarei curioso di verificare i tue tempi di lettura per – ad esempio – “Infinite Jest” di Wallace.
    Che lento!!!

  2. Esimio Maugeri, mi capita di leggere anche due libri insieme.
    Nello specifico, comunque, di libri di McCarthy ne ho letti due di seguito. Ecco perché, forse, hai avuto l’impressione che fosse sempre lo stesso. Aggiungo che mi può capitare di non leggere per 2 settimane e poi un giorno leggo 200 pagine di seguito.
    Ps: ho letto 3 volte i promessi sposi e ogni volta ci ho messo 4 giorni
    ….ma a te, che te ne frega? :-)……divertente il fatto che io e te siamo qui al capezzale della Lipperini malata 🙂

  3. Ma dopo che hai letto il romanzo “I promessi sposi” per la terza volta… lo hai capito?
    Questa era per Loredana, nella speranza di esser riuscito a farla sorridere 😉

  4. “…di libri di McCarthy ne ho letti due di seguito”. Uno è La strada. E l’altro?
    Sarei altresì curioso di sapere il perchè del “devastante!”. No, visto che questo giovin scrittore (che in America qualcuno considera uno dei quattro grandi con De Lillo, Roth e Pinchon) improvvisamente pare sia stato scoperto anche qui in Italia…
    P.S.: Lo adoro da anni e non so perchè. Mi piacerebbe che qualcuno me ne parlasse un po’.

  5. Non fregherà a nessuno ma io per Infinite Jest ho impiegato un’estate. Vorrei sapere, essendo uno di quei cafoni tirati su dalla scuola italiana e quindi antimanzoniano per formazione, quale grado di masochismo si raggiunge nel rileggere per 4 volte I P.S.
    Auguri di pronto abbattimento del virus sig.ra Lipperini

  6. Io penso che la strada sia il libro peggiore di McCarthy. Solo la potenza del mercato l’ha schizzato alle stelle. Naturalmente ho detto il peggiore non che sia un brutto libro in assoluto. Ma rispetto a Meridiano di sangue e gli altri suoi non c’è paragone.
    Quando ho letto quel libro ricordo di aver avuto una sensazione come se mangiassi del pane, qualcosa che nutre in modo necessario e primigenio. La stessa sensazione che ho avuto quando ho letto Melville. Il paesaggio (naturale e umano) ero lo stesso paesaggio devastato di questo ultimo libro e di tutti i suoi libri. Diciamo che in questo ultimo il disastro non si sta facendo ma è già passato e questo produce un silenzio e una tessitura a “buchi” della scrittura. Però, non so come dire, ma mi sembra che ci sia più mestiere che scrittura. Poi tutti quegli ok nei dialoghi, che fastidio…

  7. “La strada” è un grande libro.
    Davvero devastante.
    Fare i confronti con i libri precedenti non è mai del tutto corretto.
    Ogni storia chiede la sua autonomia critica.
    Tutti quegli “ok”, poi, io li ho trovati perfetti.
    Ma è questione di gusti personali.
    Ok?
    Ok.

  8. Scusami tanto ma non riesco a capire quali siano i tuoi pensieri su questo libro.
    Perché sei così perentorio? Se mi spieghi perché sia devastante e perché gli ok siano perfetti secondo te, mi sembra più utile che parlar di gusti personali…
    Inoltre l’ho confrontato con i libri precedenti perché sulla fascetta che vende questo libro c’è scritto “il capolavoro di McCarty” quindi – ripeto – questa è una strategia di mercato…

  9. andrò in ordine sparso. per capire (forse) qualcosa del mccarthy-pensiero c’è un link nel blog di massimo maugeri. l’altro libro che ho letto è “non è un paese per vecchi” che, secondo me, solo apparentemente non ha nulla a che fare con “la strada”. In realtà, per me, esiste l’elemento di una (più o meno) desolazione che è costante in entrambi i romanzi. e poco importa se nel “noir” c’è azione e nella “strada” no. quest’ultimo credo sia una sorta di “lezione”. un libro senza nomi, nello stesso luogo, una specie di dialogo continuo tra uomo e bambino che avviene anche e soprattutto nei silenzi. quanto alla dicitura “capolavoro” è ovvio che l’editore faccia il suo mestiere.
    quanto al masochismo di leggere 4 volte i promessi sposi, bè, la scuola ha la sua influenza. nel senso che se sei costretto a leggere un libro perché ti ci devono interogare forse lo vivi come un incubo oppure ti concentri solo sull’aspetto superficiale.
    letto con calma e senza ansia da interrogazione, io personalmente ho vito un gran lavoro sui personaggi, una feroce critica alla Chiesa intesa come vuoto bigottismo e lo sforzo di scavare nelle persone al di là dei loro atteggiamenti. Mi è sembrato quindi un romanzo precursore, in un certo senso.
    Personalmente non me la sento di criticare chi vede 4 volte i film con Bombolo e Alvaro Vitali. Però, se concepisco ciò, non trovo poi così assurdo leggere 4 volte Manzoni.

  10. Non era una critica, sia chiaro. E’ che io proverei dolore fisico a rileggere quel libro, ci ho riprovato dopo la scuola, ma proprio non ce la faccio. Comunque fra Manzoni e Bombolo c’è tutto un mondo di sfumature nel mezzo ed anche se ho amato moltissimo alcuni libri, non ho mai voluto, ma è anche una questione di tempo, rileggerli, perchè propendo a cercare sempre qualcosa di nuovo.

  11. la strada secondo me non poi così distante dagli altri libri di McCarty. e non solo dall’ultimo, anche la trilogia è tutta una “strada”, spostarsi, incontrare gente lungo il cammino come un pericolo, relazioni fatte di conversazioni scarnissime “ok? ok” o del tutto prive di conversazioni come può essere tra un ragazzo e una lupa.
    e poi, diverso o non diverso, migliore o non migliore.
    secondo me grande sì e devastante sì.
    il fatto che il paesaggio non sia mai descritto pienamente, ma solo accennato man mano..la cenere…

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