SOVRACCARICO

Ieri sera leggevo “Frank Sinatra ha il raffreddore”, la raccolta di articoli di Gay Talese in vista dell’intervista di questo pomeriggio. Fa effetto, devo dire, l’innesto del letterario nella cronaca giornalistica che caratterizzò, all’epoca, il New Journalism. Soprattutto mi risultava impressionante il contrasto con il sottofondo televisivo, che ovviamente col giornalismo non aveva nulla a che fare. Con il linguaggio sì, però. Su Italia Uno andava in onda “Plastic”, programma sulla chirurgia estetica, che la primogenita stava guardando per capire come funziona il mondo. Io non guardavo, ma ascoltavo. Alla frase: “A M. non basta essere giovane e bella, vuole tutto, vuole essere sotto i riflettori, vuole che gli uomini non la guardino negli occhi ma le guardino il seno e per questo ha deciso di regalarsi una quarta” ho chiuso il libro, sono andata a prendere il taccuino dove prendo appunti per Fahrenheit e mi sono riguardata i dati Istat, forniti ieri in trasmissione, su quello che si suole chiamare paese reale.
Che va avanti traballando, ci dice l’Istat, grazie al  “sovraccarico” del lavoro volontario femminile. Numeri. Il 46,1% delle donne occupate (12 punti percentuali in meno rispetto alle media europea), il 20% di stipendio in meno nei confronti dei colleghi maschi, crescita del numero di donne con lavoro che richiede una qualifica più bassa rispetto a quella posseduta (si chiama sovraistruzione: riguarda il 40% delle donne contro il 31 degli uomini), due miliardi, dicasi due miliardi di ore spese nell’aiuto informale, ovvero assistenza e cura, ottocentomila madri licenziate o messe in condizioni di dimettersi in occasione o a seguito di una gravidanza.
Sovraccarico è la parola giusta. Ma, come si dice, bisognerebbe non curarsene e  farsi una risata.

8 pensieri su “SOVRACCARICO

  1. oppure si potrebbe scrollarsi un pò di pesi di dosso, sempre facendo una risata…
    sarebbe il momento giusto!
    faccio parte delle sovraistruite, detto così sembra un problema mio che non mi sono regolata (e che continuo nonostante tutto ad alimentare i miei bisogni intellettuali) e non un problema sociale, che a quanto pare è grave se riguarda il 40% delle donne.

  2. Il punto è che con tutta la buona volontà non riesco a scrollarmi i pesi. Perchè quei pesi esistono. E far finta che non ci siano non migliora la situazione. A meno di non ritirarsi in eremitaggio, naturalmente, e di infischiarsene di tutto quello che ci circonda. Ma la sindrome di Nimby non mi è mai riuscita bene.

  3. Evidentemente la primogenita è giovane a sufficienza da avere ancora la curiosità e lo stomaco per reggere certe visioni. Giunto a una certa età io non ce la faccio più, sul serio. Di fronte a certi spettacoli il distacco semio o socio-logico ha ceduto da tempo il passo alla noia e all’orrore, quindi mi dedico ad altro.
    I dati Istat raccontano una devastazione sociale che ancora, per non so quale strana alchimia percettiva, non causa il panico diffuso che dovrebbe e il conseguente incazzo. Meno di una donna su due che lavora significa che praticamente il welfare famigliare è tutto sulle loro spalle. L’uomo porta a casa lo stipendio (quando va bene), la donna accudisce casa, vecchi e bambini. Roba da anni Cinquanta del secolo scorso. Questo paese procede a passo di gambero. Dopo gli anni Cinquanta ci sono i Quaranta, i Trenta, il Ventennio… Spero ancora che intervenga qualcosa a interrompere la serie.

  4. Sono stata anch’io una sovraistruita, soprattutto nel periodo del mio primo impiego, anni fa: i colleghi mi guardavano con un misto di ammirazione e compatimento. Adesso, con due bambini piccoli, mi riconosco nella donna che viene delineata dalle statistiche. E in questa situazione che accomuna molte donne, tante famiglie italiane, di cosa parlano i programmi TV, addirittura i telegiornali? Della “prova costume”, le diete e i “ritocchini”, quasi mai ponendo l’accento sui problemi di salute che può dare il sovrappeso, ma evidenziando sempre la questione estetica.

  5. mi riferivo a pesi politico-sociali, l’istat conferma, a posteriori, una situazione che conosco, che vivo e contro cui combatto da anni, non da oggi… non è una novità, oggi è solo confortata da dati ma la tendenza era già chiara da qualche anno. non facciamoci pure espropriare delle buone idee, del desiderio di realizzarle e del buonumore, necessario per andare avanti in questa melma….

  6. Io ricordo che c’era un ragazza al Grande Fratello che aveva la quarta di seno, e si era “comprata” una sesta, convinta che ai maschi sarebbe importato più di ogni altra cosa e grazie a quest’aumento di pettorali avrebbe sfondato.
    Potremmo provare pietà per questa ragazza. Ma dal suo punto di vista ha fatto bingo. Al Grande Fratello l’hanno presa e da lì fotografata in ogni dove. Adesso sarà piena di soldi, di silicone e chissà magari è pure felice.
    Io, ovviamente, rimasi inorridito ascoltandola parlare. Epperò, sono sicuro che lei volesse davvero e sopra ogni altra cosa “sfondare” nello showbiz. Il plagio nella sua testa era totale, e il passaggio al lato Oscuro ormai completo.

  7. Non credo dovrebbe scrollarsi i pesi, signora Lipperini, oggi al supermercato due signore ultrasettantenni dicevano che non è cambiato niente per le donne, e una ha concluso:”Mia figlia è brava, ma non sarà mai preside di facoltà”.
    Quando mai anni fa sentivo signore di quell’età lamentarsi? E’ grazie alle persone come Lei che tengono vivo il dibattito che queste signore (e altre persone più giovani) si rendono conto di cosa sia la vita reale.

  8. In Plastic mettono sempre in evidenza l’atto di volontà della donna: “vuole essere magra”, “vuole che le guardino il seno”. La conclusione è: “lo vuole lei”, “lei preferisce così”.
    Invece, come anche per il sovraccarico del lavoro volontario femminile, la libertà di scelta è molto più ridotta.

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