UNA LISTA E DUE LINK

Vi propongo due link.
Il primo è il video con cui Martha Nussbaum presenta il saggio “Disgusto e umanità. L’orientamento sessuale di fronte alla legge”, in uscita per Il Saggiatore. E’ in inglese. Su questo testo  tornerò comunque nei prossimi giorni.
Per quanto riguarda l’immaginario omofobico nel nostro paese, ricordo soltanto che il rapporto di Amnesty International attribuisce molti degli episodi di violenza avvenuti in Italia alle dichiarazioni pubbliche degli esponenti politici (non solo appartenenti allo schieramento di centrodestra, attenzione).  Riporto dunque qui una lista delle medesime, lette la settimana scorsa a Fahrenheit, senza il nome di chi le ha pronunciate.
1) Se non si è ancora capito, essere culattoni è un peccato capitale.
2) Un maestro dichiaratamente omosessuale può fare il maestro? Io dico di no, perché ritengo che non sia educativo nei confronti dei bambini.
3) Darò subito disposizione alla mia comandante dei vigili urbani affinché faccia pulizia etnica dei culattoni. Devono andare in altri capoluoghi di regione che siano disposti ad accoglierli.
4) L’omosessualità è una devianza della personalità.
5) Nella vita penso bisogna provare tutto tranne due cose: i culattoni e la droga.
6) Le coppie gay sono costituzionalmente sterili.
7) Meglio che un bambino cresca in Africa con la sua tribù che con una coppia di omosessuali.
8 ) Meglio fascista che frocio.
9) I gay sono tutti dall’altra parte.
10) I fondatori della psicologia moderna descrivono l’omosessualità come una patologia clinica.
11) Garrotiamoli i gay… Ma non la garrota di Francisco Franco. Alla maniera degli Apache: cinghia bagnata legata stretta intorno al cranio. Il sole asciuga il laccio umido, il cuoio si ritira, il cervello scoppia.

Il secondo link è un intervento di Wu Ming 1 su Giap!. Argomento, pertinente a molte discussioni fatte qui: Pasolini e Foucault.

15 pensieri su “UNA LISTA E DUE LINK

  1. Prima di tutto ti ringrazio, Loredana. In occasione della giornata mondiale contro l’omofobia ho trovato ben poche risorse in rete che si siano occupate del tema, neppure con un breve post. Grazie, dunque.
    Direi che molti dei commenti nella lista che tu riporti calzano perfettamente lo spirito del testo della Nussbaum: esprimono la necessità di confinare le persone omosessuali nel recinto dei rifiuti – nel commento n. 3 sembri di stia parlando davvero di immondizia.

  2. non credo a quello che dice Amnesty International, penso invece che la maggior parte degli italiani fosse già omofobica, solo che avevano paura di fare outing 😉 e aspettavano il momento giusto. adesso, visto che anche i politici mostrano il loro volto di ignoranti, stupidi e pavidi, essendone anche orgogliosi, lo fanno anche la maggior parte dei cittadini — altrettanto ignoranti, stupidi e pavidi. poteva però essere qualunque altra cosa, la goccia che fa traboccare il vaso, visto che l’humus c’era già. hanno tutti paura di quello che non conoscono — di omosessuali, zingari, stranieri, musulmani, persone che leggono, c’è solo l’imbarazzo della scelta. secondo me, non è niente di nuovo sotto il sole.

  3. SPOILER
    La squadra del cuore!
    Calderoli! Fini! Gentilini! Binetti! Bossi junior! Carfagna! Bindi! Mussolini junior! B*********! Volonté! Prosperini!

  4. Anche io ringrazio Loredana per aver dedicato spazio e tempo e attenzione al tema dell’omofobia. Stamattina ho seguito per pochi minuti il dibattito alla Camera sulla legge contro l’omofobia. Per fortuna mi sono persa l’intervento di Buttiglione, chissà quali concetti strampalati e orginali avrebbe tirato fuori oggi…
    Le argomentazioni contro la legge sono sempre le stesse, in pochi minuti ho sentito queste tre:
    – inserire un’aggravante per omofobia sarebbe ANTICOSTITUZIONALE in quanto discriminatorio verso tutte le vittime di violenza per cause non omofobiche (!!!)
    – la legge contro l’omofobia nasconde in realtà il segreto intento di riconoscere le coppie omosessuali, anzi, di aprire il matrimonio anche ai gay e alle lesbiche (orrore orrore non sia mai!)
    – (questa è più originale) l’omosessuale, a differenza per es. dei minori e dei disabili, non è giuridicamente definito quindi non può essere oggetto di legge (sicuramente ho travisato quello che voleva dire Beatrice Lorenzin, PdL)
    So solo che ogni volta che sento parlare i politici mi viene la nausea, e purtroppo la loro appartenenza politica fa poca differenza.
    Poi so che quando 5 anni fa nacque mia figlia, concepita con procreazione medicalmente assistita e partorita dalla mia compagna, e in azienda organizzai un rinfresco per festeggiare con tutti i colleghi, anche quelli che non sapevano nulla della mia vita privata, ebbi soltanto grande accoglienza, affetto e attestazioni di stima, anche da parte di chi sapevo di idee “di destra” (ma le idee sono idee, a volte sono solo pregiudizi, le persone sono persone, spesso con un cuore e una testa).
    Poi so che a settembre scorso ho sposato la mia compagna, sempre all’estero, e poche settimane fa ho chiesto il congedo matrimoniale pur sapendo che non mi spettava certo per legge. E l’azienda – fosse anche per opportunismo – mi ha concesso un permesso straordinario retribuito.
    Quello so e che mi consola, insomma, è che il Paese reale (nonostante l’esistenza di grandi sacche di ignoranza che è l’humus della violenza – anche omofobica) è molto più avanti dei suoi rappresentanti politici, che spesso si scagliano contro gli omosessuali per bieco opportunismo e non perché veramente credano in quello che dicono.
    Ci vuole una rivoluzione culturale dal basso, noi famiglie (FAMIGLIE, alla faccia di Giovanardi!) omosessuali ci stiamo impegnando mettendoci la faccia, vivendo quanto più possiamo alla luce del sole.
    Scusate il pippone e restate accanto a noi, venite all’Europride!

  5. Il prof. con cui mi sono laureato ci disse una volta “i gusti sessuali o si esaminano tutti, o non si esaminano affatto… altrimenti bisognerebbe prendersela anche con i feticisti, con chi annusa biancheria, chi si fa orinare addosso…”; ecco allora diciamo che chi ha una seconda moglie non può essere un buon maestro perché diseduca alla fedeltà…, ma che discorsi sono?!

  6. Ogni giorno, purtroppo, in questo paese dobbiamo subire il fango di una classe politica inadatta. Ma è anche una questione culturale. Troppo spesso, come accade in questi giorni con in caso del prete di Genova, trovo inopportuni accostamenti fra pedofilia e omosessualità. Come omosessuale mi sento terribilmente offeso da questi tentativi vigliacchi di gettare fumo negli occhi delle persone. Si tratta di veri e propri attacchi che giocano sull’ignoranza e sul pregiudizio. Ogni volta che si dicono certe inesattezze, e spesso si dicono volontariamente, si accentua l’odio nei confronti delle persone omosessuali.
    Marino Buzzi

  7. Una chicca (per modo di dire) dalla campagna della Moratti, che diffonde volantini comparativi dei due programmi (scritti dai sostenitori della Moratti, ovviamente e pieni di indecorose inesattezze). Una delle nefandezze proposte da Pisapia sarebbe “l’istituzione del registro comunale per le coppie gay”.
    La realtà dei fatti la spiega un articolo della Repubblica:
    “Il centrosinistra, sul modello di altre città italiane, propone un registro delle unioni civili. Altro (La Russa parla di adozioni per le coppie gay) è di materia nazionale. Perché «è doveroso si legge che l’amministrazione promuova e tuteli i diritti costituzionali attinenti alla dignità e alla libertà delle persone, contrastando ogni forma di discriminazione, in particolare quelle riferire agli orientamenti sessuali». Diritti di «rappresentanza e partecipazione» dovrebbero essere garantiti anche per i cittadini immigrati. Anche in questo caso, il voto è di materia nazionale. Ma si propone una modifica dello statuto del Comune per i referendum cittadini. Diritti di cui il centrodestra non parla mai.”
    Ecco, a parte il fatto che per me come lo scrive il centrodestra suona come una lista di proscrizione, cosa che a loro dovrebbe far piacere (da questo punto di vista, un lapsus interessante), ho votato e voterò Pisapia con grandissimo piacere anche per questo. E credo che proprio per questo lo faranno anche un sacco di persone che non sono di sinistra e vogliono vedere i diritti costituzionali propri e altrui rispettati e garantiti.

  8. Un modestissimo contributo di carattere linguistico.
    Dal 1985 (fonte: “Vocabolario della lingua italiana” di Nicola Zingarelli) siamo abituati a parlare di “omofobia” per definire un’avversione, un’antipatia nei confronti dell’omosessualità e di chi la vive. Forse sarà difficile risalire a colui o a colei che ha coniato tale termine. Riuscendoci, si potrebbe meglio capire cosa intendesse. Componendo infatti “omo” e “fobia”, viene naturale il dubbio che, all’origine, vi fosse da definire un sentimento più simile alla “paura” che alla “avversione”. Ora, è noto che chi “ha paura” di qualcosa, la rifugge. Raramente la aggredisce. Non solo: chi “ha paura” di qualcosa richiama su di sé la solidarietà, la comprensione, la tenerezza, talvolta l’aiuto da parte di chi “quella paura” non ha. Ecco, per questi motivi, io credo che la parola “omofobia” non significhi pienamente il concetto con cui oggi siamo portati ad identificarla. Più semplicemente, non credo che chi prova avversione per l’omosessualità meriti la solidarietà, la comprensione, la tenerezza, o l’aiuto di chi non la prova. Meglio sarebbe, quindi, comporre l’elemento “omo” con l’elemento “miso”, al pari di “misoginia”, di “misantropia”. Questa è gente che “odia”, che “disprezza”, che “schifa”. Per loro, la parola più giusta sarebbe “misomia”.

  9. @ Amedeo
    non è detto che le tue ragioni implichino un errore di Amnesty. AI registra (come tempo addietro Javier Marías) un degrado linguistico, sintomo di un degrado morale, e ne individua la causa prossima. Che, a sua volta (la causa, intendo), è l’eruzione cutanea di un sommovimento sordo e sotterraneo che inizia negli anni Ottanta, e costruirà poco a poco una sorta di episteme della volgarità. Un piccolo indice di questo brulicare substrutturale era, negli ambienti accademici “in”, la volgarità con la quale era d’uopuo riferirsi alla scuola di Vattimo e del pensiero debole: invece di metterne in luce le fragilità teoretiche, come sarebbe stato giusto, si gareggiava a chi sparava la battuta più omofoba e machista verso alcuni di questi filosofi. Che poi questi macho-men frequentatori di salotti e accademie destrorse abbiano effettuato un doppio o triplo salto della quaglia, finendo col proporsi come opinion leader pseudo-progressisti non stupisce: perché il salto della quaglia è stato effettuato senza un’autocritica delle proprie passate posizioni, saltando direttamente (come direbbe Antonio Pascale) dal primo al terzo atto.

  10. La vera tristezza sta nel fatto che non solo e non tanto queste frasi vengono da quel mondo politico verso il quale, giustamente, noi italiani abbiamo perso fiducia…e che purtuttavia ci rappresenta (anche) all’estero…ma proprio nell’ignoranza di fondo delle affermazioni.
    Proprio dal paese della cultura!
    Un saluto da Vongole & Merluzzi
    http://vongolemerluzzi.wordpress.com/

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