STEREOTIPI

Uno. Toy Story 3 riceve alcune critiche sull’uso, appunto, di stereotipi. Che riguardano donne, omosessuali, anziani. A me sembra questione normale: nel momento in cui ci si occupa di narrazione, e si smonta la medesima dal punto di vista linguistico, è legittimo che ci si interroghi anche su come vengono costruiti alcuni personaggi. Significativo l’articolo di Libero, a firma Giorgio Carbone. Il titolo è “Le femministe non giocano con Toy Story 3”. Sottotitolo, “Ma negli Usa è il campione di incassi di giugno”. Notevole la chiusura del pezzo: “…il film sta facendo sfracelli al botteghino. Nonostante sia politicamente scorretto. O magari proprio perché lo è. Forse tra le ragioni del suo maxi successo c’è l’adesione a un bisogno inconscio del pubblico. Quello di un ritorno ai vecchi stereotipi”.  Vero. Aiuto.
Due. Su Il riformista, Caterina Soffici si indigna per il gossip intessuto attorno a Silvia Avallone, cui si attribuiscono non da oggi fidanzati di fama. Indignazione sacrosanta che sottoscrivo cento volte: “giudicate il libro, se è bello o brutto”, scrive, con ragione, Soffici. Lascia un tantino perplessi la chiusura dell’articolo, con rivelazione dello stato sentimentale della scrittrice e delle future nozze. Non dovevamo parlare del libro?

8 pensieri su “STEREOTIPI

  1. Mi interessa quel momento dell’articolo tuo che dice “Vero. Aiuto” Perchè mette in luce una cosa a cui non si fa mai abbastanza caso. Tra progressisti intelligenti e reazionari intelligenti spesso si condivide l’analisi della realtà. Per fare un esempio se si dice che gli afroamericani del nord america sono più delinquenti e meno istruiti si può essere d’accordo da entrambi i fronti. Non è che siccome una è antirazzista deve dire per forza che so tutti laureati e ottimi impiegati statali – perchè il dato reale è quello che conta. Il problema è sempre dove vuole andare lo sguardo dopo, qual’è la sua normativa psicologica interna.
    No perchè la normativa psicologica media de quelli de Libero è la clava e la pelle de leopardo. La loro sehnsucht guarda sempre indietro a quel tempo dorato in cui l’uomo era una scimmia.

  2. Il problema è, secondo me, che lo stereotipo è facile, che crea con semplicità un orizzonte ampiamente condiviso e raggiungibile: per questo il pubblico non se ne accorge a meno di un’analisi un po’ più accurata e anche gli intellettuali vi indulgono volentieri. Donde il successo di Toy Story 3 e la fantastica chiusa dell’articolo su Silvia Avallone..
    Per quanto riguarda la risposta di Zaub sono d’accordo: un po’ terrorizza sempre trovarsi d’accordo con quelli di Libero, ma alla fine rassicura scoprire che in fondo la realtà la vediamo tutti allo stesso modo..

  3. Quel terrore che emerge d’stinto è il frutto di una variante del razzismo, quello ideologico, politico e culturale. Per fortuna ogni tanto si ricorre alla ragione.

  4. Io Toystory3 l’ho visto e oltre ad averlo trovato molto bello per la trama, per la solita bildung eccellente dei protagonisti, non ho trovato per niente questo uso negativo degli stereotipi.
    Insomma i personaggi di toy story sono tutti legati a doppio filo col loro ruolo di sterotipo perché sono dei giocattoli, alcuni dei quali nella vita reale fortemente, e malamente, genderizzati – come tutti sappiamo. Quindi se Barbie continua a fare la stupida (nel primo episodio non poteva smettere di sorridere anche quando era triste) è perché, ovviamente, è una bambola (non proprio un’intelettuale). Così come Ken, che sembra latentemente omosessuale (e non lo è) ed è vestito CAMP perchè è un giocattolo per bambine, non è big jim, quindi il suo interesse più intimo (di giocattolo genderizzato) sta nel mettersi i vestiti. Ma tutto ciò nell’essenza del personaggio-giocattolo, che è pieno di limiti, e la maggior parte delle gag sono costruite su questo limite. Poi è anche vero che questo modello di personaggi-giocattolo HA dei limiti in sè, e non si capisce quando e come arriva la maturazione e il superamento del proprio status di giocattolo verso dei sentimenti più umani (ma cavolo è un film…)
    SPOILER
    alla fine il protagonista umano ormai grande lascia in eredità i suoi giocattoli (da maschio, si potrebbe dire, c’è un cowboy e un astronauta) a una bambina, insomma passa il testimone, con questa bambina i protagonisti-giocattolo continueranno a vivere felici e contenti. Sempre il protagonista umano ‘vende’ alla bambina (tenerissima) il suo modo di giocare, con il supereroe e il supercattivo. Insomma a me non pare per niente sessista, mi sembra anche un incoraggiamento a una inversione di marcia in alcuni atteggiamenti.
    Poi non so, forse sono io che non ho notato delle cose ma mi sembra riduttivo dire che ha dei lati sessisti, quando io ho visto tutt’altro. Poi penso anche a Repubblica.it di questa settimana e al suo link tra gli articoli in prima pagina (non nella pornosoft gallery) era LE BELLEZZE DEI MONDIALI o qualcosa del genere.

  5. Oddio i vecchi stereotipi, solo per Libero. Omosessualità e femminismo diventano per caso, nel politicamente scorretto, due validi motivi per incassare al botteghino (impronta rigida)? Avendo le impronte rigide (etimologicamente parlando) carattere difensivo servono solo a mantenere una visione del mondo che ci fa un po’ schifo. Mi frega assai di Toystory 3, ma se un adolescente si sente a suo agio a dare del gay all’amico che muove troppe le mani e a ridere della nonna che legge Sontag invece di fare le torte al mirtillo mi preoccupo.
    P

  6. Oddio i vecchi stereotipi, solo per Libero. Omosessualità e femminismo diventano per caso, nel politicamente scorretto, due validi motivi per incassare al botteghino (impronta rigida)? Avendo le impronte rigide (etimologicamente parlando) carattere difensivo servono solo a mantenere una visione del mondo che ci fa un po’ schifo. Mi frega assai di Toystory 3, ma se un adolescente si sente a suo agio a dare del gay all’amico che muove troppe le mani e a ridere della nonna che legge Sontag invece di fare le torte al mirtillo mi preoccupo.
    Per quanto riguarda la Avallone, il gossip batte il Ninfeo di Valle Giulia.
    @Binaghi, leggi un po’qui
    http://blog.leiweb.it/novella2000/2010/06/29/diandra-batte-cassa-la-avallone-non-sta-con-saviano/

  7. Condivido il punto di vista di Andrea (ho visto il film e l’ho trovato meraviglioso). Anche se non ricordo fotogramma per fotogramma mi risulta che verso la fine del film Barbie si riscatti abbandonando la stupidità (che mi è sembrata solo una posa); inoltre chi calcola “sette a uno” come rapporto tra protagonisti maschili e femminili non ha calcolato Jessie, che non avrà lo stesso spazio che aveva nel secondo film ma resta comunque un ottimo personaggio, opposto (se vogliamo) a Barbie e a qualunque pretesa di “principessa”.

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