Si vota fra una manciata di giorni e io mi chiedo se esista un altro modo di parlare di politica. Ma anche di cultura. Ma anche di qualsiasi argomento. Ieri riflettevo su Facebook sul confronto televisivo tra Vera Gheno ed Emanuele Trevi pensando proprio, al di là del tema, alla prassi consolidata per cui si va in televisione per annientare l’avversario, e che si parli di linguaggio o di qualsiasi altro argomento a questo punto poco conta.
Salutammo la Neotelevisione di Angelo Guglielmi, quella che trasformò RaiTre dal 1987 al 1994, come il cambiamento necessario, come l’avvento di un progetto intellettuale e insieme popolare fino a quel momento inedito. E così era. Ma oggi non c’è un Angelo Guglielmi a ragionare sui progetti: e quelli che allora erano programmi o modalità innovative hanno oggi esasperato i toni e svuotato i contenuti, prendendo su di sé la brevità dei social, e rendendo inutile ogni possibilità di approfondimento reale.
E allora, come ci si informa, come si va al voto?
Tag: Angelo Guglielmi
Trovo molto, molto interessante l’intervista rilasciata da Angelo Guglielmi ad Antonio Gnoli, su Repubblica di oggi. Ci sono un paio di passaggi che la dicono lunga anche sullo stato attuale della critica italiana, pregiudizi inclusi. Raccomando la parte su Calvino,…