Se c’è un’argomentazione che trovo, senza mezzi termini, ignobile, è il “dove sono le femministe?”. Viene brandita dalle destre, d’abitudine, con quei bei titoloni che fanno tanto comodo a coprire sprezzo e distrazioni. A volte viene brandita anche dalle donne, a sorpresa: avvenne, a mia memoria, per le donne curde, quando chi nelle lotte non si era mai visto twittava la stessa frase. Non so quali siano i motivi: se disinteresse, disinformazione, altro (e sull’altro non indago). Anilda Ibrahimi scrive un articolo sul Domani dove lamenta il disinteresse delle giovani donne verso le sorelle iraniane: è falso. E, oltretutto, questo dare la colpa alle giovani per ogni cosa è insopportabile. A meno che Ibrahimi, con quel “dove sono le femministe?” non intendesse “alcune” femministe, e si chiedesse perché Tizia e Sempronia non avessero parlato. Se così fosse, la risposta è semplice: non sono necessarie le singole, è necessaria la comunità. E quella c’era, eccome se c’era.
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A me riesce sempre difficile scrivere resoconti: sulla serata a Pordenone con Alessandro Baricco, posso dire solo poche cose. Primo, ma è scontato, mi sono divertita (e anche un po’ spaventata, davanti a mille-persone-mille). Secondo, credo e spero che dalla…
Sappiate che il riassunto è difficile. Posso dire soltanto che il primo a parlarmi di Gavoi e delle sue storie come di un piccolo miracolo fu Marino Sinibaldi, almeno tre anni fa, e che da allora sono sempre stata curiosa…