Qualcosa sta cambiando. Nella finale del libro dell’anno di Fahrenheit c’erano diversi libri “di confine”, ovvero che hanno scelto di non seguire la via del realismo stretto addentrandosi in quelli che abbiamo chiamato “mondi sottili”, e che tecnicamente avrebbe il nome di perturbante.
Qualcosa potrebbe cambiare. Il fatto che Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi sia il libro dell’anno di Fahrenheit e abbia vinto il Premio Mastercard ha qualcosa da dirci sull’editoria.
Qualcosa in cui sperare. Lo insegna Astrid Hoem, sopravvissuta a Utøya, con cui ho dialogato venerdì scorso.