Tag: Diane Lockward

Sono arrivata quasi alla fine di questo anno col fiato corto, e so di non essere la sola. Ne ho scritto, ne ho parlato con le persone che incontro, e la sensazione è identica: un’accelerazione mai vista fin qui, una moltiplicazione di impegni, eventi, libri, manifestazioni, e per di più in un tempo ulteriormente accelerato per quanto riguarda notizie, avvenimenti grandi e piccoli, indignazioni grandi e piccole, scandali e glorificazioni, tutto sempre più in fretta, tutto affastellato.
E insieme immobile.
Dunque, mi regalo uno spazio lento: anche se dal 26 dicembre al 13 gennaio sarò di nuovo in conduzione a Fahrenheit, sfrondo per qualche giorno (non troppi: fino al 2) gli altri impegni, compreso il blog. Mai scrivere per obbligo, credo. Per rispettare un impegno con se stessi sì. Per rispettare una scadenza, anche. Ma questo è il momento di conservare le parole e di affinarle e di trovarne di nuove.
Dunque, vi lascio con una poesia di Diane Lockward. Sembra malinconica ma non lo è, a mio parere: le voci nelle conchiglie sono la nostra storia, privata e no. Lasciamo che sussurrino. E rigeneriamoci, questo è l’augurio.
Buone feste, caro commentarium: ci si ritrova nel nuovo anno.

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