Ho sempre immaginato il mio spirito del Natale – comprensivo di passato, presente e futuro perché siamo in tempi di risparmio – identico a Frank’n’furter, il protagonista di Rocky Horror Picture Show che proprio nel 2025 compie cinquant’anni. Uno spirito con tali fattezze provocherà accuse sparse di gender e transfemminismo, cosa che va molto di moda da ultimo:  ma l’immaginario è l’immaginario, e uno spirito del Natale come il vecchio Frank ha molti vantaggi: mette di buon umore e canta bene, e a confronto i trascurabili svantaggi (lustrini seminati sui tappeti, lampade spostate per centrarsele sul viso mentre canta “I’m going home”, qualche portacenere rovesciato durante un time-warp preserale) sono poca cosa. Del resto, uno spirito del Natale in guêpière vale quelli canonici, e magari è persino beneaugurale rispetto a un Clarence qualsiasi.
Gli indirizzo una letterina sullo stato delle cose dell’editoria, che non cambia troppo, ahinoi. E gli chiedo Pazienza, Passione, Parole. E pure qualche lustrino.