TECNICHE DI ROVESCIAMENTO

Nel judo, sono diverse: abitualmente, designano il contrattacco successivo alla difesa. Una difesa mascherata da attacco, con il tentativo di gettare a terra e nell’angolo l’avversario, è quella di Antonio Ricci, visibile nella puntata di Matrix di ieri sera.
Da qualche tempo, come già detto in questo blog, Ricci tenta un’operazione insieme astuta e perversa, che è quella che caratterizza tutta la sua carriera: servire l’esistente fingendo di criticarlo. Essere, al tempo stesso, “dalla parte dei buoni” (parole sue, al telefono con la sottoscritta), vendicarsi del più piccolo torto subito restituendo, come si suol dire, brigante e mezzo al brigante singolo, e fare gli interessi del datore di lavoro. Un bel gioco di prestigio: di questo gli va dato atto.
Dunque, da diverse settimane, coloro che si sono occupati di questione femminile ricevono nella propria casella di posta le mail dell’ufficio stampa di Striscia la notizia con i video che documentano come i cattivi, coloro che non rispettano le donne, coloro che fanno uso del corpo femminile, siano sempre gli altri. Le Barbie, la moda, i fotografi, i pubblicitari, i quotidiani, Renzo Arbore, la Rai tutta. Il gruppo Espresso.
Difficilmente Mediaset. Mai Antonio Ricci, di cui gli esegeti tessono le lodi unitamente a quelle delle innocenti veline. “Innocenti” è l’aggettivo usato da Ricci al telefono e ribadito ossessivamente da Gianluca Nicoletti nella puntata di ieri.
A cui arrivo subito.
Prima, vorrei ricordarvi che da altri paesi partono esattamente dal punto che Ricci e compagni difendono: le Veline.
Qui, un frammento di Videocracy di Erik Gandini.
Se andate alla voce di Wikipedia che ho linkato, noterete che il metodo Ricci è stato già applicato proprio con questo film: cercare di evidenziare i punti che, a detta di Ricci, indeboliscono le accuse, cercando di ingigantirli per oscurare il resto. Gandini ha detto che Spogliamoci insieme costituisce la nascita delle televisioni berlusconiane? Con certosina pignoleria, i Ricci-boys compulsano archivi e confrontano date e smentiscono, ignorando il senso reale della frase di Gandini.
Veniamo alla puntata di ieri.
Che si è aperta con un video che tenta un doppio rovesciamento: nei confronti di Lorella Zanardo e del suo documentario, e nei confronti del quotidiano più ostile a quel Presidente del Consiglio da cui Ricci sostiene di essere indipendente.
Il video si chiama Il corpo delle donne 2: lo trovate qui. Come dice la scritta finale, il 98% delle citazioni è tratto dal documentario di Lorella Zanardo, il 100% da immagini del gruppo editoriale L’Espresso. In altre parole: il fuori campo di Lorella, e la sua stessa faccia, sono utilizzati (senza averla avvertita, senza averla invitata in studio, forti del fatto che un’eventuale azione legale si troverà di fronte la corazzata di Mediaset e che qualsiasi reazione verrà sputtanata a suon di cachinni da Ezio Greggio davanti a nove milioni di spettatori) a commento di altri corpi nudi ed esposti.
Quelli della pubblicità, della moda, degli articoli su Miss Italia, dei filmati postati on line. Qual è la mossa di Ricci? Semplicissima: così fan tutti. Se sul sito di Repubblica si trovano le immagini delle concorrenti di Miss Italia (MINORENNI! ribadiva la voce fuori campo: non quella di Lorella, ma un’altra lettrice che tentava di farle il verso, senza parere) significa che chiunque va assolto.  Significa che le donne sbagliano bersaglio: non il velinismo, non gli autori che hanno creato le Veline, ma tutto il resto.
Ora. Che quel “tutto il resto” ci sia, in pubblicità e on line, su tutte le pubblicità, su tutti i quoitidiani di questo paese, non solo è vero, ma non è stato mai negato: anzi, quando si parla di immaginario che propone un unico modello femminile, si parla di un immaginario che comprende tutto, e da cui difficilmente ci si sottrae. Giornali, pubblicità, rete. Lo abbiamo sempre detto e ribadito.
Dunque,  il montaggio dei video, che va a spulciare pagina dopo pagina,  inserzione dopo inserzione, vuole dimostrare, con la stessa tecnica dei quotidiani d’assalto come Libero e Il Giornale, che se il mondo va così, non è colpa di Antonio Ricci. E’ il mercato, bellezza, cosa volete da noi?
Su Facebook, Annamaria Testa ha commentato a caldo: “La tesi di fondo è che non la televisione, ma tutti i media, sfruttano il corpo delle donne. E’ una tecnica retorica consolidata: ribaltare sull’avversario, sfruttando le sue stesse accuse. Operazione abile, e da trattare con le pinze”. Verissimo.
Ma c’è un punto debole. Inconsapevolmente, è una pubblicitaria incazzata, che commenta, sempre su Facebook questo post, a evidenziarlo:
“Gridiamo al mondo che quello che noi facciamo è lo specchio della società in cui viviamo”
Questo è quello che racconta anche Ricci. Questa è la difesa dei pubblicitari. La stessa difesa venne utilizzata dalla direttrice di un magazine per adolescenti dove si spiegava alle medesime come si fa una fellatio (“lo fanno tutti”). Questa plumbea cornice ci ha inchiodato per anni all’impossibilità di ogni  reazione. Ma c’è un fatto: se scende in campo la macchina del fango di Mediaset, in questi termini, significa che le cose stanno cambiando. Se Ricci sente il bisogno di usare lo slogan “Se non ora quando?” con mefistofelico disprezzo, a fianco di una pubblicità apparsa su Repubblica, significa che comincia a intuire che il quando è ora.
Non finisce qui. Naturalmente.

124 pensieri su “TECNICHE DI ROVESCIAMENTO

  1. @Francesca
    Ho sentito la spiegazione, tra l’altro sono felice di aver scoperto che le veline hanno studiato danza e che non fossero mai state coinvolte bel bunga bunga lo sapevo e sono felice anche di questo..ma a me questo metodo di mettere tutto nello stesso calderone per auto-assolversi (perchè quello era lo scopo, non me la danno a bere) e buttare la croce sulla “stampa progressista”, questo tirare in ballo l’hard, lo spettacolo burlesque, le lap dancers (che tra l’altro sono tre cose diverse e il corpo delle donne 2 le mette tutte insieme) mi sembra, questo sì, parecchio bacchettone oltre che scorretto da parte di Ricci.

  2. ho appena visto il video di Renata linkato da Giorgia e mi domandavo chissà cosa potrebbe risponderle Ricci? allora è non è uno di noi? Bah

  3. c è richiesta di nudità perchè c è domanda di questa, tutto qua, i pubblicitari per mestiere assecondano i sogni delle persone, anzi…della massa, Ricci anche.
    La massa parla un linguaggio semplice, il sesso è uno di questi come il denaro, il potere in genere, si capisce in un attimo senza spiegazioni, ottimo per la pubblicità e gli spettacoli brevi come Striscia quindi, nulla di strano.
    Le dichiarazioni di Ricci fanno parte di quel teatro, di questo teatro.
    Quando la massa avrà un altro linguaggio se ne riparlerà, questione di cultura, mentalità. Secondo me questo è immutabile nella massa.

  4. @ paolo 1984: “mi piacerebbe sapere cosa pensa Simone Regazzoni del “Corpo delle donne 2″. Penso sia pessimo il video in sé e pessima l’operazione. E proprio perché ritengo che le analisi debbano essere ogni volta precise e puntuali. Sul resto sai come la penso.

  5. Laura, non l’ho citato a caso, credo che il filo dei pensieri sia stato il collegamento con il Milleproroghe che di fatto elimina ogni ostacolo per l’acquisto del Corriere, come di altri giornali. Lo avevo letto in dicembre sul Manifesto e sta succedendo.
    Il collegamento mi viene dalla visione delle “giustificazioni” di Striscia, che mi confermano l’attacco strisciante, appunto, alla stampa. Adesso la vogliono screditare creando per le donne il doppio legame di doversi rivoltare contro i giornali che costituiscono anche uno dei baluardi contro la legge bavaglio, per dirne una. Le contraddizioni della sinistra (che ci sono eccome, purtroppo, e sono gravissime per quel che riguarda le donne) vengono usate per minare qualunque forma di opposizione. Perché certo, se smettessero di finanziarsi con la pubblicità, come eviterebbero di sparire o di essere comprati i giornali? E se quella pubblicità continua ad essere di un certo tipo, con certe immagini, io credo che non dovremmo dimenticare le inadempienze rispetto alla CEDAW che Loredana ha ricordato un paio di post fa. Se si legge bene il rapporto ombra, si vede che uno degli impegni presi – e non rispettati – riguardava l’inserimento di norme esplicite a proposito del sessismo, della discriminazione delle donne in quanto donne anche a livello di rappresentazione, ed è stato dalla conversazione con un giurista che nello IAP siede che mi si è chiarito che finché il sessismo non verrà nominato con chiarezza (cosa che si può fare e nulla ha a che vedere con il moralismo) non ci saranno strumenti per intervenire come si dovrebbe né a priori né a posteriori. Verissimo che deve avvenire una trasformazione della cultura, verissimo che anche grazie a queste discussioni si prende coscienza del problema, ma il problema non ha un nome ufficiale, i nomi che esistono sono, ad esempio, “volgarità”, e a me sembra che siamo ancora, in fatto di immaginario, a quando lo stupro era un reato contro la pubblica morale e non contro la persona. Ieri sera mi ha colpita il coro di “no” alla domanda del conduttore se si volevano bandire pubblicità come quella che ora affligge Milano. Basterebbe farsi un giro a lavorare nelle scuole elementari come supporto agli insegnanti per rendersi conto che non è una questione di morale, è in gioco molto di più, e occorrerebbe che ci fossero persone in grado di fare un’analisi seria dei messaggi di certe pubblicità, e dotate di strumenti idonei. Spero di non essere fraintesa, non dico che sia semplice, ma credo che abbiamo bisogno di strumenti più raffinati. Anche perché a forza di picconare la scuola la confusione mentale degli spettatori temo sia grande.

  6. @Ilaria sai a volte penso di vivere in una gigantesca messa in scena grottesca, dove qualcuno si lamenta se si leggono le parole di Gramsci al Festival e poi è normale trovarsi in edicola libri di Mussolini in regalo, e Ricci viene a farci lezioni morali sull’etica dei media
    il milleproroghe mi sembra il corrispettivo legislativo del calderone che viene creato ad arte ormai per alimentare quella confusione di cui parlavi tu

  7. La rimozione del video di Ricci da YouTube dimostra una sola cosa, per me: che quel video era stato costruito con misoginia profonda e per accumulazione di immagini. A differenza del video di Lorella, che era un video di accusa, questo era un video di difesa, intriso di disprezzo. Il video con i conduttori di Striscia, ancora una volta abilissimi manipolatori di spezzoni, lo dimostra. Senza contraddittorio, come si fa a replicare alle ragazze che, giustamente, hanno studiato danza quattordici anni, che l’unica cosa che viene loro chiesta è sorridere e tacere? Quello che non viene detto è che il ruolo della donna in questo tipo di televisione non è mostrare la propria abilità nel ballo, ma solo mostrarsi. Ben altra faccenda.
    La richiesta di ribellione alle giornaliste altro non è che il discredito sulle medesime. Di che stima può godere, di quale autorevolezza può usufruire, una donna “che non si ribella”? Come si vede, il rovesciamento dev’essersi dimostrato assai fragile, se c’è stato bisogno anche della replica. 🙂

  8. Oltre a quanto fin qui osservato, io ho notato nello pseudo-documentario di Ricci una fortissima nota di scherno nei confronti di Zanardo, del suo documentario e di tutto il movimento. Il discorso aveva un taglio totalmente e volutamente e artificialmente bigotto, che è poi ciò che vogliono far credere che siamo. Lo stesso tono dell’attrice era volutamente petulante, falsamente scandalizzato. Nessuno l’ha notato?
    Qualcuno l’ha già detto: a Ricci non sta certamente a cuore la situazione femminile nei media italiani, poiché su di essa ha costruito la sua carriera e ha fatto i bei soldi. Con questo video tenta di mettere a segno due gol: colpire i media di sinistra (non che Repubblica non se lo meritasse, ovviamente, o il Corriere), ma ciò che è più grave, denigrare il movimento femminile culminato con la manifestazione del 13.

  9. Un’altra grande scorrettezza di questo documentario, oltre a sfruttare l’immagine di Lorella Zanardo in modo pretestuoso e ambiguamente parodico, è l’indebita generalizzazione che cita continuamente “la stampa progressista” adducendo materiali tratti da una sola testata!! Repubblica – L’Espresso (guardacaso poi alla vigilia dell’uscita della nuova versione per il settimanale…) non è tutta la stampa progressista… Una faciloneria che può permettersi un qualunque utente di YouTube ma non una redazione con i mezzi e l’autorevolezza di “Striscia la notizia”.

  10. @loredana bentornata com’è andata la serata? Non ti affaticare che tra una settimana ti aspetto nella mia città:)
    si forse il video di ricci è un autogol, ma ciò che temo, come dicevo prima con ilaria, è che tutto finisca nel calderone e che sulla lunghezza l’orrendo metodo di ripetere in modo ossessivo una falsità (in questo caso ricci che difende le donne dalla strumentalizzazione del loro corpo) finisca per farla sembrare vera, striscia e ricci godono di una fama di paladini dei deboli che difficilmente sarà intaccata da questa operazione, non credi?

  11. Sono ancora a Siena, è andata benissimo, Livia Turco ha fatto uno splendido discorso sulla politica della “popolarità” che mi ha fatto venire in mente Antonio Ricci e compagni. Il loro essere presunti paladini rientra proprio nel filone dell’essere popolari senza intaccare DAVVERO il potere. Sono morsi leggeri, che non lasciano mai il segno.
    E secondo me tentare di ribaltare a proprio vantaggio la protesta delle donne, che è davvero riemersa dal suolo carsico, si rivelerà un boomerang di cui non immaginano neppure le proporzioni.

  12. spero nell’effetto boomerang e lavoro nel mio piccolo perché avvenga, cercando di intaccare alle fondamenta quella massa acritica che tanti professionisti del populismo vorrebbero costruire.

  13. la protesta delle donne è veramente riemersa?…tempo, secondo me è solo questione di tempo per far rientrate tutto nella solita palude, nell acqua cheta, le distrazioni e i distrattori non mancano.

  14. Credo anch’io che Ricci avesse due obiettivi: colpire Lorella e tutto il movimento con la solita accusa del ‘moralismo’ e ovviamente colpire Repubblica, la sinistra per compiacere il padrone. E’ chiaro che la tecnica e’ sempre la stessa: la macchina del fango, il metodo Boffo come e’ stato ricordato, il ‘cosi’ fan tutti’ (come ricorda Loredana nel post ci sono gli estremi per un’azione legale, ma ovviamente sappiamo tutti come andrebbe a finire nell’Italia dell’illegalita’ diffusa con un mafioso come Primo Ministro) . Ma quello che e’ altrettanto chiaro e’ che l’obiettivo e’ clamorosamente mancato. Il risultato a livello estetico (e non ci vuole un esperto di media studies per rendersene conto subito) ed ideologico puo’ essere riassunto in un’unica espressione: comicita’ involontaria. E’ cioe’ ridicolo e ha l’unico effetto di coprire di ridicolo l’autore. Prima di tutto non e’ un documentario ma un’accozzaglia confusa, inguardabile di immagini. Se l’intento era quello di scimmiottarci rendendo strumentalizzazione del corpo femminile anche un fard metalizzato o uno spettacolo di burlesque in realta’ l’effetto nello spettatore sara’ quello di rispedire l’accusa di moralismo al mittente. Non portera’ dalla sua parte nessuna donna e nessun uomo che ha aderito al movimento. Chi e’ quindi il suo uditorio? l’elettorato di destra e un certo maschilismo italico oldfashioned (ma per fortuna abbiamo anche uomini che si sono evoluti nel frattempo)
    Io credo pero’ che dovremo intervenire, far sapere a Ricci che oltre a non saper fare televisione, ad essere un incompetente che pensa di essere ‘brillante’, (peggio dell’esser ridicoli e’ sicuramente non sapere di esserlo) sta imboccando una via pericolosa e che le donne del movimento non stanno al suo gioco e pretendono invece una risposta chiara e netta al seguente interrogativo:
    Se il suo documentario e’ parodico verso la Zanardo e il movimento accusato in toto di moralismo ipocrita lo dichiari apertamente, lo dica che e’ contro le donne che hanno manifestato il 13, smetta di nascondersi e assuma la maschera del potere, quella del suo padrone, che abbia il coraggio di ammettere la connivenza. Di essere uguale al direttore di Libero.
    Se invece e’ con noi e contro Repubblica allora il suo cosiddetto documentario prima di tutto arriva in ritardo, la protesta a Repubblica e’ nostra, quindi per favore ammetta di essere disinformato e poi tutta l’operazione e’ classificabile come il prodotto di un bieco moralista conservatore filo-vaticano che si mette a criticare burlesque e festival hard che niente hanno a che vedere con la critica che il movimento e Zanardo muove alla TV italiana e a Repubblica.
    E cosi’ quella che lui pensa sia arguzia si rivelera’ un simpatico doppio vincolo dal quale non vedo uscita per lui, neanche il vittimistico mea culpa o la doppia morale (la moglie di sinistra e l’amante Berlusconi, progressista a chiacchere e conservatore maschilista nella prassi)
    Chiedo a tutt* idee a questo punto. Lasciamo passare questa spazzatura sotto silenzio? Condivido molte delle analisi che stanno circolando, quella di Loredana ovviamente, quella di Giovanna Cosenza, di Zaub, il passo falso che notava Paolo1984, ovvero la critica al festival hard e burlesque. Regazzoni ammette di trovare il tutto rivoltante fortunatamente.
    Direi che Ricci si merita un Tapiro d’oro, solo se si autoconsegna il Tapiro non dico che potrebbe riscattarsi ma almeno recuperare un po’ di autostima. Potrebbe farlo non tanto per noi ma per se stesso.

  15. Sapete che sono veramente impressionata dal vostro doppiopesismo? Vi credete a tal punto nel giusto che se qualcuno vi fa notare qualche ‘errore’ ( siete pur sempre umani anche voi, o no?) reagite con gli anatemi.
    Non sarebbe più corretto (invece di condannare Ricci al rogo perché ha tirato fuori foto reali) ammettere che anche Repubblica, l’Espresso (e molti altri, per carità, la compagnia è numerosa!) sbagliano nel modo di trattare le donne?
    Ma è possibile che in questo paese non conta COSA si dice ma CHI lo dice?
    Ma è possibile che ci si senta sempre e comunque nel giusto solo perché ci si appella alla etichetta di ‘progressisti’???
    Si deve cercare di essere i migliori non pensare di esserlo, sempre e comunque.
    Su questa strada non si va molto lontano…

  16. @ Olga:
    non mi far dire cose che non ho mai detto: per me è pessimo quel video ed è pessima l’operazione che porta avanti, non “rivoltante”. Ricci avrebbe potuto difendersi dalle accuse (per me inconsistenti) che gli sono rivolte in altro modo. Tanto più che non tutti a sinistra pensano male delle sue trasmissioni. Lo stesso Santoro se non erro giovedì scorso ha difeso Drive In. Ricci ha scelto la scorciatoia della delegittimazione dell’avversario, sapendo che anche quando è grossolana ha i sui effetti. Io credo sia giusto denunciare questa operazione. Credo sarebbe altrettanto giusto riflettere criticamente sull’attacco ad personam altrettanto pesante che in questi mesi si è fatto contro Ricci come metonimia della peggio tv (non dimentichiamo che Lerner lo ha definito il Goebbels della tv e non ho visto levarsi nessuna protesta). A uno sguardo attento e critico, quello che occorrerebbe sempre mantenere, si potrebbe facilmente comprendere che le cose non sono così semplici.

  17. vedi Francesca , perchè si ragiona in modo ,non poi molto lontano, dai tifosi da stadio , cosa succede se la tua squadra non gli viene fischiato un rigore ?? ti incavoli , ma,se la stessa azione avviene nell’altra area ,trovi mille scusanti per dimostrare che quello non è rigore (il fallo ovviamente è il medesimo) ,lo stesso succede qui e in altri blog che trattano dell’argomento ,Ricci ha voluto dimostrare , che il diavolo non esiste solo da una parte (da quello che ho capito io ,perciò posso anche non aver capito bene) …però ho seguito il dibattito in studio ,su una cosa erano tutti d’accordo ,di dare la colpa agli uomini ,tutti, mi domando , che colpa hanno gli operai da 1000 euro al mese ,o peggio i precari o peggio ancora i disoccupati ?? In fondo sono uomini pure loro ,ma non mi sembra che abbiano in mano chissà quale potere ……
    ma questa mercificazione dei corpi ,e della loro schiavitù ,non sono da ricercare in schiavi che rischiano la vita per 1000 euro al mese ?? non sono da ricercare in schiave che lavorano in un call center per 800 euro al mese ?? (gli esempi possono essere molteplici),non è questa la vera mercificazione ??

  18. p.s una frase mi ha sorpreso “le donne sono migliori degli uomini”
    adesso ,va beh ,forse sono troppo polemico la dire che l’etnia bianca è migliore di quella nera non è razzismo ??
    cosa cambia nel dire che le donne sono migliori degli uomini ,di genere ,ma sempre razzismo è

  19. ho solo un dubbio: se ricci sente il bisogno di rispondere attacando è perché nei suoi confronti e nei confronti dei suoi programmi è stato gettato del fango per colpire qualcun’altro, perché, lo dite in tante, non solo la tv ma anche la stampa è ‘colpevole’. ci si accanisce tanto con la tv e soprattutto con ricci, ma così diventa uno sparare a senso unico e si perde per strada il senso del cambiamento che si desidera

  20. @ la mia onomina (Francesca)
    il doppiopesismo NON C’È. Tempo fa qui si è discusso animatamente sul una pubblicità di Yamamay comparsa sul Corriere. Giorgia Vezzoli, che scrive su questo blog, quello di Lorella Zanardo, gestisce il suo, etc., in tempi non sospetti ha lanciato su facebook la campagna “chiediamo coerenza”, in cui evidenzia l’ipocrisia e l’incoerenza di quotidiani che sostengono a parole la dignità della donna e straripano, nel frattempo, di foto di donnine; ironia della sorte, quando ho scoperto questa iniziativa avevo appena mandato una email di protesta a Repubblica sull’argomento 🙂
    Ma guarda, ne ha parlato anche Giovanna Cosenza sul suo blog. E Renata Scognamiglio nel suo video-messaggio.
    Gli esempi non mancano, non attribuirci (mi ci metto pure io) intenzioni e parzialità che i fatti per primi smentiscono.

  21. @ lele:
    concordo. Ricci non è stato criticato, su Ricci si è gettato del fango, e ora lui ha usato la tecnica del fango nel ventilatore. Ancora poco tempo fa qualcuno qui qualcuno scriveva “Drive -In ci dicono le donne e’ razzista” (Olga). Se si scende a questo livello (qui non è analisi critica, qui è, come nel caso di Lerner, insulto gratuito al lavoro altrui) è chiaro che poi si finisce con i colpi bassi.

  22. @Francesca (dovremo aggiungerci qualcosa, se no chi legge impazzisce ah ah ah) : mi dispiace, ma quel che dici dimostra proprio che il doppiopesismo c’è. Mi spiego:
    – se una critica la fanno le persone ritenute ‘giuste’ , allora va bene, è segno di senso critico e rigore morale
    – se la stessa identica critica la fanno le persone ‘sbagliate’ allora non va più bene, ci deve essere dietro chissà quale losco piano (v. Olga) e anche tu, hai detto che pur avendo lamentato le stesse cose, adesso che le dice Ricci ti senti a disagio.
    Scusa ma non dovrebbe essere così. Baci.

  23. Lerner il più delle volte è trasceso con Ricci, come Ricci con lui in una gara di cippe vecchio stampo che in mezzo mette l’argomento delle donne. A me piace come in molte occasioni Lerner abbia difeso i nostri temi- è stato funzionale ai nostri interessi, e nonostante la schismogenesi del faccia da cipolla faccia da zucchina, quando si è astenuto ha fatto buone argomentazioni. Di fatto però nè Loredana Lipperini nè Lorella Zanardo nè le commentatrici di questo blog e i commentatori converrete 🙂 sono Gad Lerner. Se Gad Lerner è trasceso non mi pare che sia stato fatto lo stesso da Zanardo e Lipperini, che invece hanno attaccato il Drive in per alcune questioni piuttosto specifiche. A me in questo momento Ricci più che l’Andreotti dei pomicioni, mi pare una papera che starnazza alzando un sacco di acqua – scatenando il salubre effetto mediatico di molti occhi verso di lui: povera papera ni ci tirano i sassi – dice il commilitone Santoro (per il quale la mia stima rasenta lo zero, appunto) – altri dicono uh ma forse un’ sa nuotare! Altri eh ma è in cattive acque… sembra che attacca ma sostanzialmente frigna.
    Come vocazione mentale direi, non curiamocene e andiamo avanti, che insomma Ricci non è l’alfa e l’omega dei miei pensieri – non è che non ci dormo la notte nevvero – Drive In è finito, e quindi potrebbe non avere molto senso. Quello che c’era da dire s’è detto, se capisce bene se no pippa. Ma invece a noi questa bagarre di Ricci e la sua assenza di stile, e il fatto che Andreotti? Magari!!!! E’ troppo banale, a me questa truculenta rivendicazione di diritto al maschilismo mi fa un comodo bestiale. Mette in vetrina ciò che critico, mi da continue occasioni di riproporre le argomentazioni, di raffinarle di attaccarle. Il problema delle donne in Italia è infatti non che non si riconosca il sessismo, che non lo si concepisca come cosa negativa: esso è individuato frequentissimamente e molto più spesso dalle donne semplici che lavorano che dalle famose radical chic colle collanine d’argento, solo che non lo ritengono tema che meriti discussione, sono rassegnate. Il nostro problema ora è che il tema della rappresentazione delle donne sui media esca di scena – più scuse abbiamo per parlarne meglio è, più stupide autodenunce da Ricci riceviamo più se ne trae vantaggio. Quindi appoggio la proposta di Olga e aspetto deliziata la controffensiva del nostro che chi sa, potrebbe fare una comparatistica tra Velone e il mercato delle mucche per poi dire – nullo vedete che anche li vaccari fanno uguale?

  24. @lele e regazzoni posso chiedervi (senza polemica) che cosa intendete quando parlate del fango gettato addosso a Ricci? oramai si parla talmente tanto di ‘sto fango e di macchina del fango che penso tra un po’ la metteranno in vendita in TV!!! a parte gli scherzi perché non ritenete che quelle fatte a Ricci non siano critiche?

  25. Dai Simone, su un blog non sempre c’è la possibilità o il tempo di fare un’analisi critica approfondita anche se tu, assieme a zaub e laura a., provi sempre a farla e te ne riconosco il merito.
    L’affermazione “Drive In è razzista” è forte, ma non gratuita, se ben ricordo si basava sul fatto che a fronte di rappresentazioni diverse del maschile (tutte comiche, ma diverse) ve ne era solo una del femminile che era ad uso e consumo esclusivamente di un certo immaginario..si può discutere, ma mi pare una critica legittima.
    L’affermazione di Lerner “Ricci come Goebbels”..bè è iperbolica, e secondo me discutibile (l’accostamento al nazismo va sempre usato con cautela), ma sarai d’accordo che non giustifica una risposta francamente bacchettona che mette tutto (e la pubblicità, e l’hard e il burlesque e la lap-dance) nello stesso pentolone in maniera arbitraria e gratuita, senza criterio.

  26. @paolo 1984:
    infatti non la giustifica. Per me la risposta di Ricci è pessima, come ho detto. E anche pericolosa per certi versi: il giubilio di zauberei mi pare tradisca un po’ la percezione di questo pericolo. Un conto però è giustificare: e io non giustifico; un conto è cercare di capire come si è arrivati lì. Su Olga e Lerner abbiamo evidentemente idee molto diverse. Io certi toni e certe sparate non le accetto.

  27. Appunto. Mi sembra che in questo blog si cerchi di non utilizzare metodi cari ad altri. Chiederei ai commentatori, proprio per questo, di stare al punto e di non riaprire (paolo, per cortesia, e anche simone, per cortesia) discussioni già fatte fino allo sfinimento in altri post. Grazie, davvero.
    A Francesca, poi, deve essere sfuggito un passaggio, o più di uno: mi sembra di aver ribadito nel post che i giornali (tutti: le pubblicità mostrate non sono un’esclusiva di repubblica, ma sono sul corriere e su tutti i quotidiani e magazine italiani) e la pubblicità e persino i libri sono stati analizzati e contestati.
    Nessuno, inoltre, condanna nessuno al rogo. Semplicemente, si respinge un’operazione che è al tempo autoassolutoria e di discredito delle giornaliste che si sono impegnate per parlare della questione femminile in quanto scriventi su alcune testate. E punto.
    Quanto all’etichetta progressisti, non sono stata io a usarla, cara Francesca. E, naturalmente, altri improvvisi frequentatori di questo blog e di quello di Giovanna Cosenza, che molto ad arte ignorano le risposte e vanno avanti ribadendo lo stesso concetto. Peccato che questo commentarium sia assai svezzato 🙂

  28. Scusate, ma siamo sicure che parlare così tanto di Ricci, sia cosa buona e giusta?
    Questo Paese gronda di sessismo, le trasmissioni di Ricci ci mettono la loro buona parte, ma non tutto il sessismo va ascritto a lui.
    Per quel che mi riguarda, non mi piace nemmeno l’uso che fanno i giornali del gruppo Espresso del corpo delle donne.
    E dunque penso sia opportuno concentrarci sul sessismo, sempre, a prescindere da chi lo fa.
    D’altra parte, mi pare che questo è quello che si fa su questo blog e su altri, come quello di Giovanna Cosenza e di Lorella Zanardo per esempio.
    E allora, o ho perso qualche pezzo (come mi capita spesso), o non ho capito perché sia i proricciani che gli antiricciani la stiana facendo così lunga, a meno che non si possa dire anche di Ricci: “Antonio Ricci? Un pazzo che crede di essere Antonio Ricci”. Solo che oltre lui, mi pare che lo credano in tanti (sia i pro che e i contro).
    Oh, ma chi sarà mai sto’ Ricci? A me che non vedo mai le sue trasmissioni, mi state facendo venire la voglia di guardarle.

  29. Cara Valeria: nel caso, si è replicato ad una ben precisa operazione fatta con il video di Lorella. Poi, sono d’accordo: si passi ad altro. Ferme restando le responsabilità di tutti.

  30. Valeria la mia posizione è la seguente – de Ricci non ce po’ fregà de meno, ma ci fa molto comodo. Ossia senza Ricci Loredana da Matrix non ci andava, senza RIcci manco la Concia e Armeni. Matrix non è tipo di trasmissione da appassioarsi da sola a questi temi. Viva Ricci dico io altrochè – poi hai ragione c’è tanto altro, ma se ti mette l’occasione sul piatto d’argento ben venga.

  31. Simone guarda tu non sei proprio un chirichetto diciamo….sui toni mica scherzi quando vieni toccato sul vivo, ricordi il vintage-ideologico con cui hai etichettato Adrianaaa?….siamo tutti un po’ simili in questo, ricordi la storia dei fantasmi? ‘Rivoltante’ e’ esagerato, ma io intendevo solo in senso estetico, comunque io sui toni accetto sempre qualsiasi critica, anche se in questo caso i toni li senti tu, e’ per il Tapiro d’oro che scomodi addirittura la macchina del fango? Mi ha molto infastidito che Ricci si sia appropiato delle immagini del documentario di Lorella Zanardo e che non sia stata invitata in trasmissione. Questo e’ stile mafioso se permetti, c’e’ poco da star li’ a discutere. Lui attacca e io difendo, semplice. Mica una persona che oltretutto si dichiara di sinistra, puo’ fare un’operazione illegale e poi farla franca….Io non voglio colpire Ricci persona, non mi interessano gli attacchi ad personam. Io non sono Lerner, sono una femminista, non siamo d’accordo su tutto. E su Drive-In se ti rileggi bene quello che ho scritto ho detto che non mi sarei mai sognata di andare ad intervenire su un immaginario maschile e legiferarlo. Non ho detto che e’ brutto ne’ peggio che mai che ‘e male. Ho dato ragione a te sull’uso di Butler in quel contesto, ma non in un altro. O meglio ho detto semplicemente che come immaginario non e’ pluralista, e’ razzista solo in quel senso, ovvero non rappresenta un immaginario femminile e femminista ma anche gay, lesbico, ecc. (su questo vorrei sentire il parere diretto di gay, lesbiche, transessuali ecc.) Non mi hai invece risposto sul discorso dell’autorita’. Vuoi negare Simone che Drive-In non e’ pluralista, non e’ democratico? Anti-democratico vuol dire razzista, fattene una ragione. Preferisci anti-democratico, non pluralista? Ho usato anche quei termini. E’ il punto di vista femminista con cui puoi tranquillamente dissentire, anche se ti piace pescare spesso e volentieri in Butler. Solo quando ti fa comodo pero’….Non e’ che puoi andare a braccetto con le femministe di terza o quarta generazione tutti i giorni anche se ci stai simpatico. Paolo ha capito bene quindi mi sono spiegata, fantastico, mica devo conquistare tutti? 😉 Io ho argomentato, non ho sparato che Drive-In e’ razzista punto. Per favore se vuoi dissentire sforzati a metterti su un piano di parita’. Che piacesse a Fellini non mi stupisce per niente e qui potrei raccontare un bellissimo aneddoto su Fellini e il suo psicoanalista Ernst Bernhard sui problemi che Fellini aveva nella sua scissione puttana-madre. Ma questo non significa che Fellini non fosse un genio, ne’ che leggere Drive-In in un’ottica di genere sia l’unica lettura possibile. Io non penso che Drive-In abbia traviato le vostre menti, che vi abbia cresciuto male, a me questo interessa molto meno e vedo dei rischi in questa operazione. Quello che mi interessa invece e li’ ho l’autorita’ per parlare e’ che ha fatto male a noi donne, al nostro sesso, alla norma del ‘sex’ che si e’ scritta nella nostra pelle e nelle nostre menti. Il confronto-scontro con Tini’ (icona pop ci mancherebbe e chi la tocca! vai a leggerti cosa ho scritto ad Andrea Barbieri) non ci ha premiate, cosi’ come il nostro vuoto masturbatorio contro il vostro surplus. Adesso Simone non credo che potrai venire tu a legiferare nel mio territorio e a dirmi che invece Tini’ faceva bene alla mia sessualita’ e alla mia autostima. E ripeto: non lei, ma l’assenza di tutto il resto. Qui la Butler e’ terreno nostro.
    Per Francesca: quali due pesi e due misure? Qui Repubblica e’ stata attaccata da molte di noi.
    Grazie Zaub come sempre!!

  32. @ Olga,
    ci viene chiesto cortesemente di non riaprire nuovamente una certa discussione quindi non la riapro. Sarebbe però ingiusto non risponderti, quindi sarò brevissimo. Sono in totale disaccordo con quello che tu dici. In più certe formule, ripeto, andrebbero evitate (io per il mio vintage infatti mi scusai, non lo difesi). Dico solo una cosa: la battaglia per il pluralismo in tv e nei media è *sacrosanta*. Per questo, nonostante non apprezzi molto il documentario, riconosco comunque l’importanza del lavoro della Zanardo. Ma la battaglia per il pluralismo in un’opera è poco comprensibile, se non in termini di gusto. Non sta scritto *fortunatamente* da nessuna parte che un’opera rispetto a questioni di genere o altro debba essere pluralistica. Né il fatto che lo sia o meno è un segno di valore estetico. Quindi trovo normale criticare Drive In, come anche difenderlo. Ma tenendo fuori insulti gratuiti e pesanti che provano a legittimarsi su assunti estetici inesistenti.

  33. Anch’io trovo normale criticare Drive-In come difenderlo, e’ quello che ho appena detto. Non hai risposto alla mia domanda, ma e’ giusto parlarne in altre sedi, non limitandoci soltanto a Drive-In e ovviamente non qui. Non si puo’ colonizzare uno spazio di un blog parlando di questo. Io non ne ho fatto una questione estetica, parlavo di altro. Non ho infatti detto che Drive-In fosse brutto esteticamente, mi interessano altre questioni. Non vedo nel mio definire Drive-In anti-pluralista nessun insulto. Che poi il problema non e’ Drive-In ma l’assenza di alternative se non si fosse capito….In ogni caso, ripeto, sui toni mi piace sempre fare auto-critica e quando qualcuno mi fa notare che ho colpito la sua sensibilita’, in questo caso la tua e non per esempio quella di un altro uomo come Paolo, faccio senza problemi un passo indietro per amore del dialogo, mai per appiattimento ideologico pero’. Resto quindi della mia idea prendendo atto che ho urtato la tua sensibilita’ e facendo solo relativamente a quest’ultimo punto un passo indietro. Mi scuso con Loredana per questo ‘Paso Doble’ con Regazzoni.

  34. La mia opinione è che la macchina del fango è un metodo tanto in voga negli ultimi tempi per screditare una certa parte usando accuse fazione e create ad arte per sostenere la propria tesi. è il metodo che si dice sia stato usato da feltri nei confronti di boffo, da sallusti per fini. e in questo caso da una certa stampa nei confronti di ricci e i suoi programmi per colpire la tv di berlusconi, rea di essere lo strumento attravero il quale
    lui ha plagiato la cultura degli italiani appiattendola su un modello sottomesso di donna. Tanti hanno detto e scritto che drive in sia all’origine della diffusione di questo modello, io ritengo che tale modello c’era prima di drive in e d’accordo con la lipperini ritengo che il drive in ha contribuito alla sua diffusione. qualcuno ha scritto che ricci è come sallusti cioè getta fango, nel suo caso sulla stampa. lui ha usato le accuse che gli sono state mosse verso quella parte di media che ha per prima buttato fango su di lui. Ora, non condivido quello che ha fatto ricci, ma dico che così facendo la discussione sul corpo della donna non va avanti. ricci con il modo di provocare ha fatto un documentario partendo
    da quello della zanardo che secondo me non dovrebbe sentirsi colpita, anzi dovrebbe pensare appunto che ricci le da ragione. a me sembra che se una giornalista brava come la rodotà dice (c’è nel documentario di ricci) che sull’espresso si mettevano le donne nude in copertina perché si diceva ci si paga lo stipendio, vuol dire che si è più tolleranti nei confronti della stampa mentre con la televisione no. si deve criticare il modello di ricci ma anche l’altro. Come dice la lipperini “l’accusa” vale per stampa e tv ma poi alla fine si continua a gettare fango solo su ricci e le veline. basta leggere quello che si scrive sui giornali e su internet. Questo blog prova a superare lo stallo ma a volte la discussione si perde per strada.

  35. lele tu hai ragione, ma mi sembra che tutt* qua abbiamo esteso l’accusa alla stampa senza sconti per nessuno. La macchina del fango contro Ricci non l’ha certo innescata Zanardo che ha attaccato (giustamente dal nostro punto di vista) il ruolo delle veline nella sua trasmissione, ha colpito un emblema non una persona. E dire che Ricci e’ dalla parte di Zanardo non e’ affermazione pacifica, ne’ scontata. Io credo che lui tenti una doppia operazione come si afferma in questo post. Che poi nei fatti adesso cerchi un ‘indietro tutta’ come apprendo dal blog di Giovanna Cosenza, e’ un altro discorso. Altrimenti come ti spieghi l’utilizzo di certe immagini senza il permesso degli autori del documentario, un tentativo ‘goffo’ di parodiare lo stile comunicativo di Zanardo, confondere le acque mescolando burlesque, addirittura consigli per truccarsi come il fard metallizzato con immagini effettivamente ‘lesive’ apparse su Repubblica o L’Espresso? Ricci come dice Zaub non ci interessa piu’ di tanto, ma potrebbe diventare un’opportunita’, non per ulteriori attacchi ad personam, su questo ci siamo.

  36. lele il tuo ragionamento suona così.
    Una cacata parla coll’altra cacata e ni ci dice – ohibò mi dai della cacata? Mi credevo d’esser cioccolata! Donde una lite tra entrambe nel desolante tentativo di negare l’impossibile, la propria intima natura.
    Non è accusando gli altri che si riqualifica la propria posizione: se intigni a dire che il sessismo è un problema semplicemente devi accettare di accollarti la critica e dire “si mi prendo la mia fetta di responsabilità” e dopo cazziare altri. Non vuol dire rinnegare il lavoro di una vita, un tipo di comicità un tipo di trasmissione, un tipo di regia – nè Striscia nè il Drive in sono mai stati solo i loro culi. Vuol dire accettare che nella sezione della rappresentazione femminile si è stati grossolani e questo ha prodotto delle conseguenze magari non volute. In seconda battuta si può dire, a seguito di questa ammissione di responsabilità, beh anche altri ambiti si comportano come noi. Tutte diremmo come perecotte – m’è ganzo Ricci! Che omo!
    Ma se tu qualifichi un certo stilema come negativo, discriminatorio etc – come nel corpo delle donne2 e come nella precisazione a seguire, non puoi sperare che io evidenziando un problema come da te criticato accenda ora la lampadina solo sulla Rai e Repubblica e su Striscia no – scusatemi è proprio da cretini. E’ una questione di pura logica.
    Poi la questione del Fango mi pare ben diversa: Boffo ha perso il lavoro con una campagna discriminatoria applicata su un suo eventuale fatto privato – perchè essere maschilisti è immorale, ma essere omosessuali no, nel nostro caso abbiamo invece una critica più o meno forte, con toni più o meno congrui – ma sempre inerenti a un esercizio pubblico e professionale. Sempre inerente a un prodotto e non a una persona, alla sua famiglia e al suo privato. Confondere le due cose non mi pare pertinente – per usare un eufemismo.

  37. Scusa tanto, Lele. Ma il killeraggio mediatico non è stato inventato da Feltri, diceva Wu Ming 4 diversi commenti fa. Un certo modo di fare comunicazione (intendo sia televisione sia stampa, attualmente) viene da una certa televisione degli anni ottanta e novanta, dove si delegittima la persona: deridendola ed estrapolando i suoi interventi in altri programmi per commentarli con lazzi e trombette, per esempio. Non è stato Ricci a fare il servizio sui calzini celesti del giudice Mesiano. Ma chi lo ha fatto è stato indubbiamente ispirato da un modo di fare tv che è di Ricci.
    Questo per dire una semplice cosa: ad ognuno le proprie responsabilità. Ne hanno i pubblicitari e i loro clienti (moltissima), ne ha la moda, ne hanno i giornali, ne hanno gli autori di libri scolastici. Ne hanno molti programmi televisivi. E ne ha ANCHE Ricci, indiscutibilmente.
    Non è disposto ad ammetterlo? Ma non c’è alcun problema, figurarsi! Solo, non confonda le acque e non deprezzi quel che le donne hanno fatto e stanno facendo, e andiamo tutti in pace.

  38. avviso ai lettori
    francesca non sono io ma un’altra
    (sai com’è simone ti fosse venuto il dubbio…)
    p.s. non c’entra niente ma avete letto le parole di mister b. sulla scuola pubblica?
    loredana vorrei in un altro post si discutesse anche di questo
    sono frasi grave

  39. @zauberei grazie per avere così chiaramente spiegato la differenza tra una critica e la macchina del fango, speriamo che ora sia più chiara a tutti, in modo da poter proseguire il discorso senza preoccuparci del ventilatore;)

  40. OT per Lipperini:
    molto interessante il pezzo di oggi su Repubblica su video games e narrazioni. Se mi posso permettere, varrebbe la pena riprenderlo prima o poi per discuterne.

  41. Solo un piccolo appunto sull’altro leit motiv, che il modello femminile sottomesso e seduttivo c’è sempre stato. Sì, ma non era quello che passa al 95%. Insomma, non scordiamoci mai come funziona il sistema mediatico in Italia, che anche per un liberista il monopolio quasi totale dovrebbe creare qualche problema in termini di pluralismo. Il problema evidenziato dal documentario di Lorella è appunto la trasversalità e onnipresenza di un certo modello, Ricci non è mai stato il suo obiettivo unico o primario. Dunque perché lui si sente tanto al centro? Excusatio non petita…
    Poi concordo con zauberei che certo incarognirsi in un’autodifesa senza prendersi una briciola di responsabilità nel momento in cui si rende ancor più palese (se possibile, e, ahimé, è possibile) il sessismo altrui – e volenti o nolenti si ammette il proprio – è inaccettabile come atteggiamento. Poi il tutto è per altri versi utile. Quando ho scritto che il sessismo non è riconosciuto, intendevo che non lo è ufficialmente, non lo è nelle norme. Nella vita purtroppo le donne lo conoscono eccome, ma sono convinta che una certa rappresentazione – meglio una certa unicità di rappresentazione – abbia svolto la funzione di farglielo accettare, di spacciarlo per inevitabile. E come Olga, ritengo che certe immagini abbiano fatto male alle donne. E’ adesso, grazie alle donne (e, soprattutto in termini di cassa di risonanza, alle reazioni, non alle precedenti azioni di Ricci), che si è aperto un dibattito finalmente lucido. Una presa in giro così pubblica e scorretta di questo dibattito e di chi più vi si è esposta è una vigliaccata. Giudizio sull’operazione, non sulla persona, chiaro.

  42. Leggo solo adesso. D’accordo con Zaub, è un problema anche logico. Lo spostamento e l’intreccio dei piani del discorso che fa Ricci è una forma di depistaggio.
    Il sessismo va riconosciuto là dove sta. Nelle trasmissioni di Ricci c’è sessismo? Sì, mi pare innegabile. Ricci, riconoscilo, è una questione di onestà intellettuale. Poi vuoi segnalare anche altri luoghi dove sta il sessismo? Grazie, Ricci, ci fai un favore. Noi li abbiamo sempre segnalati quei luoghi, qualcuno può esserci sfuggito, quindi ben venga la tua collaborazione.
    E, ovviamente, d’accordo anche con Loredana: quell’operazione becera sul video di Lorella Zanardo andava segnalata come vanno segnalate tutte le operazioni di killeraggio mediatico, metodo ormai tanto pervasivo che non gli si riesce più a stare dietro. Come profilassi, dunque, è bene dare periodicamente gli strumenti per riconoscerlo e disattivarlo, anche in proprio, di volta in volta.
    Una sola cosa a margine. E’ vero che Feltri non ha inventato il killeraggio mediatico, è vero anche che non l’ha introdotto con il ‘caso Boffo’.
    Se non sbaglio l’articolo, corredato di una foto di scena a seno nudo di Veronica Lario dal titolo ‘Veronica velina ingrata’ e la campagna contro Monica Guerritore è precendente.
    E qui tornano in ballo i corpi nudi delle donne, l’uso che se ne fa, e il moralismo feroce che bolla chi espone il proprio corpo fuori dalle cornici mediaticamente ortodosse.

  43. Molto soddisfatta di trovare ancora una volta molte affinita’ elettive con chi commenta ( mi piace la metafora escrementizia di Zaub assolutamente azzeccata). Ho trovato un esempio ancora migliore di comicita’ involontaria nella puntata esplicativa di Striscia. Praticamente la geniale chiave ermeneutica per i telespettatori si intitola addirittura ‘il vero messaggio’. Il tono messianico prosegue con Greggio serissimo che sottolinea tutta la bonta’ e la buona fede dell’operazione. Che addirittura ci guida per mano per farci capire che quel andare avanti e indietro di Zanardo non e’ parodico ma anzi vuol dire che lei forte di una nuova consapevolezza che evidentemente gli viene da Ricci (!!) incita di nuovo alla lotta le donne oppresse. Non sarebbe corretto aggiungere un commento a questo punto, non vorrei colpire la sensibilita’ di nessuno stasera. Quindi Ricci e’ bigotto ma pure femminista, scopriamo compagni di viaggio ad ogni pie’ sospinto. Mi e’ piaciuto molto il video che aveva postato Giorgia di una femminista davvero simpatica. Quindi niente parodia. Quindi era tutto vero, era tutto serio. Prendiamone atto 🙂 E adesso che ne’ Lorella ne’ noi abbiamo niente da temere dal fido cavalier servente vado a concludere il mio sabato sera con un paio di birre. Buon sabato sera!

  44. Fatemi dissentire.
    Il rischio in questo momento è trovare finalmente il demiurgo che ha infettato l’immaginario in senso maschilista. Cioè che tutto questo fervore si risolva con la scoperta del nemico. Dopodiché si possono felicemente proiettare sul nemico tutti i nostri errori. E’ lo stesso processo che volontariamente o meno è stato attivato per Berlusconi. E, allo stesso modo, il rischio è che l’opposizione al demiurgo, anche più di uno, sia una opposizione vuota, in quanto opposizione, non proposta.
    Contrastare un certo tipo di modelli culturali tossici è qualcosa di più. Prevede un boicottaggio serio e serrato di tutto ciò che questi modelli producono, e viceversa. Questo finora non è stato fatto. Non posso saperlo, non credo però che molte delle donne che hanno manifestato in quella occasione abbiano educato i propri adolescenti tenendoli lontani dalla tv in questi trent’anni (conosco genitori che lo hanno fatto, in modo radicale, con buoni risultati): quante di quelle mamme ci hanno pensato? E’ una domanda a cui non possiamo rispondere, se non misurando grossomodo i risultati. Ma i marchi più noti dell’abbigliamento italiano producono di prassi un immaginario plastificato che oggi, in toto, viene rifiutato. Giorni fa leggevo del fatturato di una delle aziende che han fatto fortuna sul corpo e con il denaro delle donne (borsette, gioielleria, abbigliamento). Il fatto è che non c’è stato alcun boicottaggio, nemmeno la crisi economica ci è riuscita. Se in quella piazza hanno manifestato un milione di donne, c’è evidentemente la possibilità di spostare una consistente fetta di mercato verso altre potenzialità e possibiltà. Si è fatto: no. Si farà?
    Ho portato due esempi ma forse ce ne sono parecchi che fanno dubitare che questa sia un’esigenza di cambiamento maturata nel tempo, un rinnovato interesse per la questione femminile. Io credo che questo sia un venticello primaverile. Più precisamente: io credo che il “rinnovato interesse per la questione femminile” lo procuri più che altro il cortocircuito politico berlusconi. Capita che la forza che alimenta un interesse pubblico non derivi dall’interesse stesso, ma da ben altro: in questo caso, dalla passione politica e dalla più che giustificata volontà di abbattere questa destra. Come dire, una specie di “spostamento”.
    Mi auguro di sbagliare. In ogni caso, i risultati si vedranno. Un milione di donne possono cambiare il mondo – e se non il mondo, molto in questo paese, anche solo sul piano del mercato e della pubblicità. Considerando gli effetti “virali” della pubblicità, che tra donne sembra siano anche più dirompenti, c’è spazio per una “rivoluzione”. O magari certe borsette e certe scarpette, e tutto il resto che commercialmente vive su un immaginario tossico, avranno la meglio.

  45. Mi meraviglia che Ricci e Co hanno ancora un lavoro! Se lui viveva in un altra paese più civile ( e con una tipologia di televisione molto più elevato) non avrebbe mai avuto un lavoro in quel settore. Sarebbe stato licenziato subito, e con il consenso del pubblico, che ha una voce potente, non come qui in italia. Dobbiamo accontentarsi a cambiare canale in continuazione, perche c’e il trash dappertutto, ma in particolare, su mediaset! E nauseante e noioso!
    Dolores

  46. Caro Daniele, ammetterai che piombare qui fresco fresco solo per dissentire, ignorando totalmente quanto è stato detto e fatto in questi mesi potrebbe suscitare qualche irritazione. Ma quando mai si è parlato di un capro espiatorio unico? Dove, quando, da chi? Nomi, per favore.
    Da quando in qua le manifestazioni del 13 sono state fatte “contro Antonio Ricci”? Troppa grazia.
    Quanto al “rinnovato interesse ecc.”. Da parte dei media, forse. Da parte delle donne, no. C’era anche prima. E l’ironia sulle borsette e le scarpette, caro signore che tutto sa senza aver letto una mazza del pregresso, risparmiatela.
    E cavolo.

  47. rimanfdo, se qualcuno non l’avesse già fatto(sono in rete solo adesso e non ho letto tutti e 99 commenti),alla polemica di qualche tempo addietro tra il ruffianissimo Ricci e Nicola Lagioia sulle pagine de “Il Fatto”.
    Lagioia in poche righe ha scritto in maniera chiara, netta, puntuale che Ricci è il migliore interprete di quello che oggi è il linguaggio pubblico intriso di fascismo, sessismo e qualunquismo.
    Ricci ha replicato, c’è stata quindi la controreplica di Lagioia e a questa non è seguito nessun commento.

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