TEMPESTE

Sto scrivendo in automobile (non guido io, calmi) mentre questa città si immobilizza nel solito girone infernale del mattino.

Lo siamo anche noi, incatenati da anni a discussioni che non portano altro che polarizzazione, risentimento, odio. E che hanno raggiunto e inglobato anche molte belle menti e belle penne del giornalismo.

Non credo che sia facile o addirittura possibile uscirne. L’unica cosa da fare è rimanere e provare a creare spiragli di incontro e discussione, con chi si può almeno. Provando a dissipare la nebbia, perché davvero sembra di muoversi in un sortilegio che ci rende ottusi.

Però, all’ amico che mi ha telefonato dicendomi che chi semina vento raccoglie tempesta, vorrei dire che preferisco la tempesta . Se dovessi diventare una signora che vive sui social per dire che tutto fa schifo e che la vera cultura è solo quella che ha vissuto lei in giovinezza, farei molto bene a me e agli altri ritirandomi a contemplare i Sibillini.

Ma non è questo il giorno, sapete com’è.


 

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