TRE, DI SABATO

Tre segnalazioni volanti.
La manifestazione di Se non ora quando?, domani: qui tutte le informazioni.
La nascita di un nuovo magazine, WomenMag.
Su D di Repubblica, un articolo su blogger (di sesso femminile) e troll. Lo ha scritto Guia Soncini, con tre interventi: di Michela Murgia, Elasti e mio (non online: ma forse, prima o poi, lo metterò).

4 pensieri su “TRE, DI SABATO

  1. Ho seguito Women dalla prima uscita, comprandola in edicola.
    Molto elitaria, qualità grafica e fotografica indubbia, ed anche il livello dei contenuti è “mediamente alto” (a parte il pezzo ispirato all’opera di Tracey Eminem “Everyone I have ever slept with”, nel numero linkato qui sopra, vera caduta di stile).
    Bene far conoscere donne di talento – ma: che c’importa di una tizia che lavora per un’agenzia di rating? il fatto che sia una donna non la salva dal fatto che le agenzie di rating in questa crisi stiano avendo un ruolo quantomeno ambiguo, e non vedo perché proporcela- perché è una donna di successo? molto discutibile (parlo per me, ovviamente).
    Così pure mi dispiace di un’altra cosa: manca il coraggio (o la volontà?) di rompere i tabù estetici delle immagini dominanti.
    Il modello “di successo” è inevitabilmente, ancora, la donna magrissima e anche un po’ anoressica come racconta di sé Vanessa Beecroft in copertina sul primo numero.
    Tra le “modelle non modelle” quelle di taglia non conforme vengono riprodotte in dimensione francobollo, “minimizzate”.
    La ragazza grassa che racconta i suoi problemi di peso sul primo numero, è presentata come una sfigata al contrario dell’anoressica del secondo numero.
    Il servizio sulla sfilata di moda di modelle oversize (2° numero) racconta a parole di modelle fascinose nonostante la taglia: ma è illustrato con (bei) disegni, e non come sarebbe stato logico con fotografie delle modelle stesse. Una vera e propria censura.
    Sotto questo aspetto il magazine non è affatto innovativo – persino Vogue ormai pubblica foto di donne “non conformi”.
    Aspetto comunque speranzosa il terzo numero…
    (curiosità: nel lancio pubblicitario del primo numero, in copertina figurava la scritta: “bellezza è usare il cervello”. Nel numero andato poi in stampa la frase è stata tolta…)

  2. Non ho molto apprezzato gli interventi su D. Trovo che abbiano completamente confuso cosa sia un troll. L’articolo parla della molestia e dell’offesa condotte in rete. Ma questo non identifica il troll. Non capisco inoltre perché lei non debba aver postato qui il suo intervento, a differenza della sua abituale politica di pubblicare qui ciò che produce altrove. Forse il problema è che definisce troll anche gli scrittori che qui partecipano ai commenti, così qualcuno si sarebbe sentito chiamato in causa.
    Sono disposto a concedere che il suo articolo disegna un profilo diverso da quello delle altre autrici. Tuttavia rimane bianco l’identikit: dire che un troll è “chi interviene su un blog per interrompere la conversazione allo scopo di portare il discorso su se stesso e su quel che pensa e scrive (questo fa un troll)” identifica tutto e niente. Non solo. A mio modesto parere chiunque scriva un’opinione urticante verrebbe collocato nella categoria del troll stante alla sua definizione. Se chi decide la pertinenza di un’obiezione è colui che è oggetto dell’obiezione allora qualunque critico è un troll. Con tutto il rispetto per chi conduce questo blog, ho assistito a bannaggi e messe in moderazione di interventi fortemente critici ma profondamente argomentati con il supporto di commentatori e commentatrici abituali. Chi è perciò il troll si relaziona alla filosofia che si vuol dare al proprio blog. Aggiungo infine che si è troppo abusato del termine provocazione che nelle intenzioni del bannante è diventato un alibi strabusato ma condiviso dai molti che erroneamente riducono la provocazione all’invito alla rissa. Niente di più sbagliato. Ciò che molti di voi chiamano provocazione è in senso tecnico la denuncia di una contraddizione che dimostrare l’assenza di coerenza di un sistema di affermazioni.
    Per ultimo ricordiamo che il troll non ha solo una connotazione negativa. riportiamo il compendio di wikipedia che dedica alla funzione positiva del Troll un importante realtà della rete sconosciuta a troppi:
    1) rafforzare il sistema contro gli attacchi e contribuire a formare i soggetti che si occupano della prevenzione.
    2)contribuire alla maturazione democratica di una comunità nel tollerare il dissenso.
    3)scardinare posizioni di potere, dominanti o di controllo autoritario all’interno di una comunità.
    4) stimolare o rianimare, anche involontariamente, le discussioni e la partecipazione informativa.
    5) rivelare la presenza di altri troll nascosti o l’abuso da parte di amministratori e moderatori dei propri poteri di controllo.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_%28Internet%29

  3. Gentile Mario. Primo: mi è stata richiesta una testimonianza, non un approfondimento, e quella ho fornito. Secondo: non equivochi le mie parole. Non ho mai scritto che gli scrittori sono troll, bensì che fra i miei troll ci sono anche scrittori, e questo è innegabile. Terzo. Le persone bannate da questo blog sono pochissime, e rispondono tutte alla definizione che ho dato “persone che vogliono sviare la discussione per riportarla su di sè”. Laddove il punto quattro da lei linkato diviene: “perchè parlate di X e non di Z, cui casualmente ho dedicato un post”. Saluti.

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