Dubbi quotidiani della vostra eccetera.
1. La polemica sui libri di testo e sul costo dei medesimi. Ora. A me piacerebbe che l’intervento fosse soprattutto sulla qualità, sinceramente. Per esempio. Mi sono sempre chiesta, con rispetto parlando, perché i miei figli abbiano studiato e/o studino storia, alle medie, su un libro di Sergio Zavoli. Che storico non è. O perché la diversa numerazione delle pagine invalidi l’affidabilità di un testo, come in questo libro di geografia.
Che poi. Questo discorso andrebbe ripreso e ampliato per quanto riguarda la scuola elementare. Mi stupisce che a fronte della continua e spesso ossessiva attenzione adulta nei confronti di videogiochi e cartoni, si faccia poi spallucce su testi inadeguati quanto indubbiamente più influenti, perché proposti in un contesto autorevole come la scuola. Valga una ricerca di Irene Biemmi sull’impressionante sessismo dei più importanti libri di testo per le quarte elementari, di cui vi darò presto conto.
2. Il secondo, più che un dubbio, è una divertita constatazione. Sul quotidiano di oggi si raccontava delle risse in seno al Premio Viareggio. Così:
“Basta aprire il sito www. premioletterarioviareggiorepaci.it cliccare sul link “Tutte le carte della giuria 2007”. E il polverone a base di gossip e vetriolo è servito. È l´ultimo colpo al prestigioso premio, diventato negli ultimi mesi agorà di litigi e dispute tra una fronda di dieci giurati e il presidente Rosanna Bettarini. Che, alla fine, a poche ore dalla riunione finale per la proclamazione dei vincitori delle quattro sezioni prevista per oggi alle 16, ha disposto che «tutti i carteggi comunque attinenti all´attività delle Giuria e del Premio vengano resi di pubblico dominio nel nuovo sito ufficiale».
Si è aperto così un reality telematico, un dietro le quinte con informazioni a tutto tondo: piccole maldicenze su libri e autori da inserire nelle terne, motivazioni di dimissioni di giurati, contestazioni e controversie sul regolamento, rilievi e appunti alla segreteria, vicissitudini private poiché è in rete l´epistolario tra i vari giurati e il presidente Bettarini, comprese alcune sue riposte. Un gesto motivato dalla professione di correttezza «che quando è autentica, va non solo praticata ma anche dimostrata, in omaggio alla più assoluta trasparenza», scrive Bettarini nell´ultima lettera a tutti i commissari, a cominciare dai dieci “ribelli” da lei chiamati «Cari amici delle Piccola Fronda». “
Il sito è stato tutta la mattina “in riallestimento”. Per i curiosi, è appena riapparso.
3. Questo è davvero un Signor Dubbio, e ha turbato non poco la permanenza nel paesello marchigiano. Che è uno di quelli toccati, in vario modo, dal progetto Quadrilatero. Qui trovate spiegato tutto. Qui, invece, trovate il testo di una puntata di Report dove si parla della precedente gestione della vicenda. Io ho due cose in mente: i piloni immensi sulla statale 77, invece della vista sul lago della Polverina. E il ragionevole discorso di un vecchio amico radicale sull’utilità della strada e sul desiderio, pare, unanime dei residenti per un collegamento migliore (eppure, mi chiedo: impiegare mezz’ora in meno in automobile vale il viadotto buca-montagne e il tanto auspicato insediamento industriale sugli altipiani?).
Sul punto 2, dico la mia. Rosanna Bettarini è una donna scandalosamente spocchiosa quanto però scandalosamente onesta. Visto che la spocchia non manca nemmeno agli altri protagonisti, privilegerei, come discrimine nella questione, l’aspetto dell’onestà, rarissima soprattutto in sede di premi letterari (cfr. p.e. la velenosissima e precisissima stilettata sul conflitto di interessi di chi detiene allo stesso tempo segreteria organizzativa, ufficio stampa e compiti di promozione di libri concorrenti al premio). Propongo che Rosanna Bettarini venga di diritto nominata presidente anche del Premio Strega, del Premio Campiello, del premio Bagutta e pure del Festival di Sanremo e di Miss Italia. Inoltre, se si candidasse anche alla guida del Partito Democratico, farei una riflessione serie intorno alla possibilità di sostenerla.
riguardo al punto 1- è vero che la qualità dei libri dovrebbe essere al primo posto, ma la polemica riguardante il costo dei libri credo tocchi un altro tipo di problema: quello dell’essere costretti a sborsare cifre enormi in materiale scolastico destinato alla scuola dell’obbligo.
in questo caso lo studio non è una scelta, tutti i bambini devono andare a scuola e il cambio annuale dei programmi e dei libri obbliga i genitori a spendere ogni anno cifre enormi per l’istruzione del loro figlio (per non parlare di quando i figli sono 2 o 3!). la mia domanda è piuttosto: cosa cambia di anno in anno? vengono per caso scoperti nuovi paesi che fanno sembrare il libro di mio fratello più piccolo (1 media) antiquato rispetto a quello di mio fratello più grande (2 media)? perchè un libro di testo di matematica aquistato nel 2006 non va più bene nel 2007? quale calcolo algebrico avranno mai scoperto in 12 mesi?
riguardo al punto 2- si, è un collegamento, a mio avviso, indispensabile. sono marchigiana, ma vivo a perugia. marche e umbria: due regioni confinanti, ma difficilissime da attraversare. le strade sono tortuose, malconcie, intasate dai camion e prive di illuminazione… una tortura quando sulle montagne d’inverno si trova un pò di neve!
la tratta ferroviaria perugia-ancona, invece, richiede almeno 2 cambi di treno, soste obbligate in stazioni pressochè inesistenti e prive di servizi, un tragitto lungo più di 4 ore con ritardi frequentissimi.
l’errore, più che nella realizzazione di una strada agevole, che tolga i camion dalle tortuosissime stradine di montagna e che permetta di guidare senza gli abbaglianti per via del buio, sta nell’averla iniziata e poi abbandonata. ulteriori somme dovranno essere spese, non solo per costruire la strada, ma per riparare i tratti già realizzati e lasciati per anni alle intemperie.
Rispondo a Ckkiara. Sul punto uno, penso che il discorso sulla qualità non sia disgiunto a quello sul costo. Non del tutto: i cambi ingiustificati di paginazione, o i finti aggiornamenti, rientrano proprio nel discorso qualitativo. Per quanto riguarda le elementari, i libri sono gratuiti: ma, appunto, questo va nei fatti a costituire un oligopolio editoriale dove gli investimenti sui contenuti sono ben poco visibili….
Questione Quadrilatero. Vero, i collegamenti vanno migliorati e su questo non ci piove. La questione riguarda il come. E la questione che mi pongo va anche a toccare il famoso investimento sulle industrie (leggere, d’accordo) che dovrebbero riqualificare la zona. Sul concetto di riqualificazione si potrebbe discutere a lungo. Io non sono convinta che una fioritura di industrie, sia pur leggere e leggerissime, che seguirà la nascita della superstrada, sia un beneficio in zone che dal punto di vista naturalistico (e del relativo turismo) sono state fin qui miracolosamente salvate dalla cementificazione…
Probabilmente costo e qualità non sono problemi disgiunti, ma credo proprio che finché non diminuiranno i prezzi non saranno molti i genitori interessati al problema qualitativo…
Non trascuriamo un’ altro aspetto deleterio dell’industria dei libri di testo: la necessità, per giustificare l aumento il prezzo e accelerare il tasso di sostituzione, di riempire i testi di sempre nuovi elementi e nozioni non essenziali che fanno solo aumentare il numero delle pagine e complicano la consultazione. Ricordo d’aver studiato su certi manualetti smilzi, nei quali c’era già tutto il necessario, ora fra inserti, approfondimenti, rimandi e richiami si perde di vista la strada maestra.
Ormai l’editoria scolastica ha abbracciato il consumismo più spinto, reso poi iniquo dal fatto che anche chi vorrebbe non può sottrarvisi.
D’altra parte così facendo sottrae risorse alle famiglie ma mantiene migliaia di famiglie di rappresentanti, tipografi, librai ecc.
L’efficacia didattica in tutto ciò ovviamente non c’entra nulla, ormai è un baraccone solo per far soldi come altri in Italia.
Nelle polemiche sul caro dei libri scolastici, a mio avviso, non si considera che il vero problema non sta nell’editoria che “rinnova” annualmente i propri testi (vuole vendere più copie, accaparrarsi adozioni nuove… è il mercato), ma nei docenti che assecondano dinamiche non sempre corrette (sapete qualcosa di come funzionano le adozioni dei libri di testo?).
Ciao Stella
Secondo me non si può parlare di “mercato” quando i testi sono obbligatori, le famiglie non hanno facoltà di scelta.
Gli stessi insegnanti, pur se vogliono adottare sempre lo stesso testo per favorire gli studenti, non possono ovviare alla diversa numerazione delle pagine, fatta solo all’evidente scopo di invalidare il testo dell’anno precedente o quantomeno renderne difficile l’utilizzo.
Proprio perchè il mercato non c’entra e comunque l’istruzione è un bene pubblico, ci vorrebbero regole per impedire agli editori di speculare così sulle spalle degli studenti, ma c’è da mantenere il baraccone di cui parlavo prima…
Non c’entra col resto.
L’articolo che hai scritto su Grazia Verasani era bello.
Ti ho sempre detto quello che secondo me non andava bene, devo dire anche questo…
ciao
Mmmm… post molto denso quello di stamattina e mi incuriosisce questa ricerca della Biemmi a cui accenni: attendo approfondimenti.
Ciao ciao e bentornata!
quello che tendo a sottolineare è che la scelta e l’adozione dei libri non spetta a chi di competenza. i genitori, e spesso anche gli insegnanti, sono obbligati a rispondere ai programmi che vengono loro imposti. la qualità è la caratteristica principale dei testi, ma è impossibile discuterne quando le scelte sono forzate e i prezzi vengono gonfiati continuamente. un aumento di prezzo infatti non corrisponde quasi mai ad un aumento della qualità perchè spesso deriva solo dall’inserimento di audiocassette, cd, inserti e approfondimenti inutili per l’istruzione, ma fondamentali per le case editrici!! non credo che i genitori protestino per il prezzo perchè non si interessano alla qualità, anzi credo proprio che si rendano conto dell’inutilità di quei soldi che sono costretti a spendere in più!
avevo letto del progetto quadrilatero, ma l’ho trovato un pò vago. si parla di costruzione di impianti industriali arroccati sulle montagne (sono d’accordo sul loro squallore), ma accanto si sottolinea anche l’intenzione di preservare, anzi di rafforzare le aree boschive e non capisco come le due cose possano essere conciliate. cmq quello che avrei voluto evidenziare su questo argomento è proprio quello che hai detto tu: i collegamenti vanno migliorati. rete ferroviaria, strade provinciali tutto andrebbe potenziato, ma non posso fare a meno di pensare ai soldi che sono già stati spesi per un tratto di strada (ben visibile andando verso foligno) costruita con le stesse intenzioni del progetto quadrilatero e poi abbandonata, mai completata e mai utilizzata. insediamenti industriali a parte, non sarebbe più logico terminare quello che è già stato iniziato prima che il tempo e le intemperie distruggano definitivamente ciò che abbiamo già pagato con i nostri soldi?
Il dubbio 3 me lo sono posto anche io, E più di una volta.
La mia ragazza è di Visso, e quest’estate ho fatto qualche giorno lì. Passando sulla statale mi sono sempre chiesto “Ma c’è così bisogno di quel mostro?”. PErchè su quella strada non mi pare ci sia una mole di traffico che giustifichi quello scempio. Però, essendo un forestiero, mi sono tenuto il dubbio per me per non entrare in discussioni politiche con gli abitanti del posto. Vederlo scritto sul tuo blog è stata una sorpresa.
Ho visto posti fantastici in quella zona, che prima di conoscere la mia ragazza, era un buco nero sulla cartina per me. L’unica cosa brutta che mi ricordo di quel paesaggio stupendo sono quei piloni e quelle voragini scavate nelle montagne.
Sarei curioso di sapere qual è il tuo paesiello.
Il dubbio sul testo di geografia nasce da una mia comunicazione poco chiara, perciò intervengo per tentare di essere più esplicita. I due libri sono uno una riduzione dell’altro. “Percorsi”, il libro ridotto, ha meno pagine, però contiene un capitolo sull’Unione Europea, che sul libro da cui deriva non c’è. Inoltre vi sono esercizi diversi. All’origine di queste differenze c’è la destinazione a tipi di scuola diversi che seguono programmi un po’ diversi.
Se in una casa un figlio maggiore ha acquistato il libro “grande” e il minore si trova adottato il libro ridotto (probabilmente perché frequenta un altro tipo di scuola superiore), il minore fa fatica a usare il libro del fratello, perché manca il capitolo sull’UE e perché è difficile orientarsi con il numero di pagina, visto che i tagli portano a numerazioni diverse.
Entrambi i testi sono perfettamente validi, affidabili e di alta qualità.
Ringrazio Irene Enriques per la precisazione. Però mi resta un dubbio: un’integrazione con il capitolo sull’UE (un fascicolo, per esempio) non potrebbe essere sufficiente? Non voglio in alcun modo demonizzare quel libro in particolare (l’ho indicato perchè era uno dei testi di mia figlia e dunque circola ancora nella mia casa): ma sono stupefatta dai sempre più frequenti casi di diversa numerazione delle pagine che portano a dover riacquistare lo stesso volume nel giro di due anni. Anche, come nel mio caso, avendo due figli che frequentano e hanno frequentato la stessa sezione della stessa scuola media, e con le stesse insegnanti.
Luca: benvenuto tra noi. Il mio paesello non è lontanissimo da Visso e si chiama Serravalle di Chienti. E’ chiaro che chi, come noi, frequenta le Marche per poche settimane l’anno, si sente meno “titolato” ad intervenire: ho assistito a discussioni feroci, la settimana scorsa, in cui chi esprimeva il proprio timore davanti non soltanto a piloni e voragini, ma alla auspicata fioritura industriale tra boschi e vallate, veniva tacciato di disgustoso snobismo ambientalista. Però, l’intera vicenda Quadrilatero non è affatto chiara. Ci torno.
sui libri di testo il delirio non finirà mai…chissà se davvero si possono saltare almeno le lunghissime file in libreria….
http://www.nonepiulascuoladiunavolta.it