UN PAIO DI COSE, E PERSINO DI NUMERI, SULLE LIBRERIE

David Hale Smith, editor e agente letterario americano, firma un lungo articolo in difesa delle librerie indipendenti per American Way. Lo trovate qui.
Vi riporto questo passaggio, intanto:
“Such experiences may seem rare, but they are increasingly available to everyone, as American independent bookstores are thriving in many cities around the country. In fact, rumors of their demise in the age of  Amazon.com and e-books are greatly exaggerated.
We still love reading “real” books — that is to say, physical, printed editions. A new survey of U.S. book-buying behavior by Nielsen Books & Consumer shows that both hardcover and paperback print books significantly outsold e-books in the first half of 2014. A 2013 American Booksellers Association report confirmed sales at indie bookstores were on the rise. These numbers support what my gut tells me is true. Bookstores are still wondrous, magical little places. There is something special about the community that gathers in and around a great local bookstore”.
Come si immagina, non si tratta di aggiungere benzina al fuocherello noiosissimo di “carta versus ebook”, ma di far capire anche al rissoso panorama italiano che le librerie sono un tesoro comune, un luogo da difendere e proteggere. Non per luddismo, non per retorica del libro, ma perché senza le librerie lettori e scrittori sarebbero più poveri, tutto qui. Non credete ad Hale Smith? Pazienza.
Traggo da Liberos un articolo che vi posto sotto. Liberos, per inciso, dovrebbe essere un modello per tutti: perché dimostra che solo unendosi (tutti gli attori della filiera, non solo i librai) si va avanti. L’articolo è di Pete Mulvihill, co-proprietario di Green Apple Books a San Francisco, premio PW 2014 come libreria dell’anno.
“Dopo trentun anni di carriera nel campo della vendita dei libri, sono veramente stanco di questa domanda (come fai a sopravvivere al tempo di Amazon?, ndr). Io non chiedo al ferramenta come mai il suo negozio è ancora in piedi. Non chiedo al mio venditore di burrito se guadagna abbastanza. Non chiedo all’insegnante dei miei figli di pensare alla rilevanza della propria funzione professionale ai tempi dei MOOC (Massive Open Online Course).
Non che io non ci abbia pensato a lungo. Ho trascorso innumerevoli sedute al BEA e al Winter Institute cercando di assicurarmi che i libri della Green Apple sopravvivessero (Green Apple è il nome del negozio gestito dall’autore dell’articolo). Ho pensato a come potenziare la nostra rete di contatti, a come rendere il nostro sito web più efficace nel rappresentare il nostro negozio, a come assumere e programmare gli orari di lavoro in modo intelligente ed efficiente, a come gestire nel modo migliore il flusso di cassa. Ho trascorso ore e giorni ascoltando altri indie (proprietari o lavoratori nel settore delle librerie indipendenti) parlare di ciò che sanno fare bene, e poi ho palesemente rubato le loro idee.
Non tanto tempo fa, un gruppo di candidati al M.B.A. (Master of Business Administration) ha usato la Green Apple come oggetto di studio, sperando di scoprire perché noi prosperassimo quando invece i discorsi della gente continuavano a predire la nostra morte. Trascorsero innumerevoli ore nel nostro negozio, in giro per il nostro quartiere, e in altre zone parlando con chi comprava i libri, nostri clienti e sconosciuti, soltanto per scoprire ciò che noi avevamo già capito: ebook, Amazon e libreria indipendenti possono coesistere in America.
Non è necessario che io elenchi i vantaggi di Amazon, giusti e sbagliati. E, probabilmente, non dovrei neanche spiegare ciò che il gruppo M.B.A ha scoperto: le librerie indipendenti offrono senso di comunità, il piacere della scoperta e bellezza; i lettori sono soddisfatti quando fanno circolare il denaro, da loro stessi guadagnato, nelle loro stesse comunità; e molte persone pensano sia importante sostenerle economicamente. Per questo la società ABA è cresciuta per cinque anni. Ed è per questo che abbiamo deciso di aprire un secondo punto vendita quest’anno.
Ecco i nostri numeri: circa 500 persone al giorno comprano qualcosa nel nostro punto vendita principale, e arriviamo a quasi 5.000 transazioni al negozio nuovo nel suo primo mese di attività (e non era neanche ancora stata fissata l’insegna all’esterno). L’85% di ciò che vendiamo sono libri, non peluche o candele. Trentacinque bibliofili si guadagnano da vivere grazie a Green Apple (con assicurazione e numerosi giorni liberi pagati). Disponiamo delle opere di più di 100.000 autori, dagli albori della civiltà ai più recenti bestseller. È probabile che sui nostri scaffali ci sia un libro che possa cambiare o addirittura salvarti la vita.
Ma i numeri non dicono niente. Tra le nostre mura ci sono reali interazioni umane, (a volte è un bene, a volte no): nel nostro negozio i genitori leggono ai loro bambini, le future coppie si incontrano per la prima volta, una volta Robin Williams e Dave Eggers hanno trovato ciò che cercavano dal nostro scaffale delle offerte, Tom Waits ci ha detto recentemente quale libro su di lui “fa veramente schifo”, un uomo ha avuto un infarto ed è morto nella nostra sezione dedicata alla Storia, un ubriaco ha perso il controllo delle sue funzioni fisiche nella sezione Poesia, ogni giorno un’anima persa trova qualcuno con cui parlare, e a Green Apple ho incontrato la donna che è poi diventata mia moglie.
Naturalmente, il futuro è incerto. Persino i negozi più redditizi scompaiono a causa di tragedie personali, affitti esorbitanti (soprattutto qui a San Francisco), imprevisti delle economie locali e globali. Le innovazioni hanno reso più rapida la nostra ricezione, più economico il nostro procedimento con la carta di credito, e più efficiente la nostra contabilità. Comunque, potremo non essere in grado di stare al passo in un mondo in costante mutamento della tecnologia. La sfida dei prezzi fissi per i libri rende ancora più difficile permettersi, attrarre e mantenere gli impiegati in una città che ha (giustamente) uno dei più alti minimi salariali del paese e numerosi altri benefici, dagli assegni all’assicurazione sanitaria. Ogni altra attività a San Francisco può aumentare i propri prezzi, ma noi non possiamo fare altrettanto con i prezzi di copertina dei libri.
Come parte della comunità di San Francisco, abbiamo lettori che valutano chiaramente come pezzo unico entrambe le cose: l’ambiente del commercio al dettaglio e le parole scritte. Lavorando al bancone del nostro nuovo secondo punto vendita vicino al Golden Gate Park, ho la gioia quotidiana di ascoltare di nascosto le reazioni incoraggianti dei clienti: ciò non significa che non ci capiti di sentirci dire, scuotendo la testa, “Avete aperto una libreria?!”, ma per la maggior parte delle volte si tratta di “Benvenuti nel nostro quartiere”, “Siamo felici che voi siate qui” e “fanculo Amazon!”.
Come sopravviviamo? Non lo facciamo. Prosperiamo.
E, per dirla con le parole di un collega di un’altra libreria indipendente: Non si guadagna molto, ma è una bella vita”.

4 pensieri su “UN PAIO DI COSE, E PERSINO DI NUMERI, SULLE LIBRERIE

  1. Se Amazon non la pianta di giovarsi del corriere SDA, giuro che non ordino più libri. I furbetti del corriere SDA, infatti, NON suonano il campanello (mi è più volte capitato di essere in casa al loro passaggio), ma si limitano a lasciare un avviso con scritto: “Mancata consegna per assenza del destinatario. Telefonare A PAGAMENTO al seguente numero… “. (Risponde ovviamente una segreteria automatica che costringe a stare al telefono vari minuti, un tot al minuto). Furto con destrezza?

  2. I “furbetti”, oltre ad avere contratti-capestro sul numero di consegne a giornata, devono pure pagarsi le eventuali telefonate al cliente col telefonino proprio: forse qualcuno ha detto basta e si limita a fare il minimo (non)sindacale. Mi verrebbe da dirle: vada (o mandi qualcuno) in libreria!

  3. Entrare in una libreria ( indipendente) costituisce un atto di resistenza, civile e culturale. Significa paradossalmente dare una speranza anche a quei fattorini sopracitati. Il turbo-capitalismo dei nostri tempi ha anche il volto feroce e sangunario di Amazon, a cui bisogna frapporsi prima che sia troppo tardi. Magari con un libro.

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