UNA COSA MOLTO PICCOLA MA MOLTO BUONA

Una cosa piccola, ma buona è attraversare un parco di periferia in una mattina di ottobre. Mentre nel vasto mondo dei comunicatori si scambiano account fake per veri account twitter, e ancora prosegue la presunta diatriba letterati versus giornalisti e viceversa, e mentre ancora la diatriba diventa – come fatalmente avviene nella fase  declinante delle notizie – occasione per quel particolare tipo di so called black humour che sta nel tramutare la discussione non in satira ma in battutaccia, e mentre ancora e ancora in molte testate straniere si parte proprio dall’oggetto della battutaccia per parlare del caso Ferrante (la misoginia, oh sì).
Ecco, mentre tutto questo avviene capita di dover andare a rifare un esame clinico perché, nel caos delle campagne di screening sanitario, è possibile che si perdano campioni o cose così.
Dunque, la qui presente appartenente alla supposta ricca-annoiata società letteraria cammina per le sue note stradine di periferia zozze come si conviene, schivando parafanghi abbandonati e copertoni e immondizia di vario tipo, finché per arrivare al consultorio di zona decide di tagliare per un parchetto, che non aveva mai visto, in tutti questi anni.
E’ il parco di Via Pomona. Lo hanno disboscato, abbellito, dotato di un’area per cani e di piccoli arredi i residenti (hanno un gruppo su Facebook), che una volta al mese si riuniscono per pulirlo, e tolgono i rifiuti quando qualcuno li abbandona, e si incontrano e si parlano. Seduta su un’altalena, guardavo i proprietari di cani giocare con loro, vicino a un gazebo che si sono costruiti con le proprie mani, e dove, mi raccontano due signore che stanno raccogliendo firme che chiedere almeno la derattizzazione, festeggiano compleanni, o si incontrano e basta.
Piccola, ma molto buona, la cosa incontrata nella mattinata. Non fa notizia, ma c’è. E per una volta, va raccontata.

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