UNA MAMMA SPECIALE

Come la commenti una mail così? Non la commento, non io almeno, e mi commuovo e mi indigno, e ve la regalo. Conosco chi l’ha scritta e quando mi ha raccontato, in privato, cosa le stava accadendo, le ho proposto di renderlo pubblico qui.  Sperando che qualcuno, invece di fomentare divisioni fra le madri, faccia qualcosa per le madri, magari. Tutte le madri, non solo quelle in cui si rispecchia.
Sono stata una delle prime (credo) a comprare il libro di Loredana.
Il 20 febbraio cadeva di mercoledì, giorno di logopedia per la mia piccola pulce di cinque e rotti anni e avevo mezzora d’aria tra le 9:15 e le 9:45. E così sono corsa in libreria ad accaparramene una copia. Perché sono una delle tante mamme speciali di una pulce speciale e quel libro è stato scritto anche per noi.
Mio figlio non parla e non fa tante altre cose che i suoi coetanei sfoggiano e compiono con invidiabile disinvoltura. Le sue difficoltà sono nate probabilmente con lui ma è solo dal primo anno di età che hanno iniziato a non confondersi più con le fisiologiche incapacità di un lattante.
E da quattro anni io e la pulce abbiamo iniziato la nostra corsa ad ostacoli.
Sudati e accalorati superiamo a falcate larghe e distese i paletti della burocrazia, la stupidità di alcune persone, la tirannia di datori di lavoro, la mancanza di servizi, tutele e diritti tutti scritti sulla carta ma che quasi mai si vedono nella vita di tutti i giorni.
Quando è iniziata la nostra corsa il primo ostacolo è stato il centro di Neuropsichiatria infantile. Il primo anno una seduta settimanale di fisioterapia per stimolare la pulce a muovere le zampette e camminare con piglio più sicuro. Una sola seduta settimanale perché la fisioterapista ha una laurea e non il santo crisma e miracoli non ne può fare. Perché era un secchio che tentava di svuotare un bacino di piccoli utenti che stanno dentro una popolazione comunale di più di 200 mila anime.
Quando la pulce ha compiuto i tre anni d’età siamo passati alla psicomotricità. Ancora una sola seduta quando a detta di molti specialisti ne servivano almeno tre. Ancora una sola figura perché i tagli che si sono abbattuti in queste piccole isole, non permettono di superare la soglia del “sottorganico”.
L’una e mai trina psicomotricista ha avuto problemi in famiglia e ha chiesto quello che più tardi avrei tanto faticosamente ottenuto anch’io: la 104, legge che (trascrivo) detta i principi dell’ordinamento in materia di diritti, integrazione sociale e assistenza della persona handicappate.
Sospendono il servizio e a mio figlio (e a tanti altri bambini) salta la sua seduta settimanale. Incredula chiedo come e perché, ma soprattutto quando riprenderà. Nessuno lo sa.
Una mamma che frequenta il centro mi suggerisce di provare a far entrare la pulce in una struttura privata della città, centro rinomatissimo per logopedia e psicomotricità. Costo di una seduta 40 euro, ma son soldi ben spesi visto che il suo amato bimbo ha iniziato a usare posate e pennarelli come tutti gli altri bambini di questo mondo invece di infilarseli su per il naso.
160 euro… io che sono a part time forzato, che sono una mamma specialissima (un eufemismo per sfigatissima) perché separata con pupo a pieno carico (lo sapevate? La disabilità di un figlio divide a volte di più di una suocera rompi), che pago la babysitter per poter andare dal dentista o fare qualche ora di straordinario, che ho il mutuo a tasso variabile, che pago 60 euro di mensa scolastica (ho la casa di “proprietà” e un solo figlio… dunque niente buoni pasto aggratis)… 160 euro mi preoccupano.
Parlo con la neuropsichiatra che ha in cura da anni mio figlio. Chiedo spiegazioni sulla sospensione del servizio. Quella mi guarda e allarga le braccia e poi improvvisamente cambia espressione e sorride. Idea! In attesa che torni la psicomotricista (quando non si sa) possiamo far fare alla pulce un po’ di acquamotricità.
“Certo signora, non è sostitutiva della psicomotricità, ma almeno il ragazzo fa qualcosa e visto che è gratis….”
“Certo signora dottoressa… anche la mia parrocchia fa corsi di tango gratis… magari la pulce potrebbe diventare un gran ballerino”.
Mi armo di santissima pazienza. Contatto un consigliere comunale, scrivo una lunga lettera ad un altro consigliere regionale. E intanto iscrivo la pulce al rinomatissimo centro privato.
Di lettere non ne ho scritte molte, anzi diciamolo, un paio appena. Quando sei risucchiata dal vortice del figlio speciale di energie te ne restano poche. E’ già una bella botta incassare il colpo e accettare che la tua pulce sarà sempre più speciale degli altri. Ma è peggio sopportare il nulla che ti aspetta lì fuori.
Il nulla informativo.
Bene, ok, la pulce ha una marcia in più (o in meno) e ora che facciamo? Quali leggi? Quali tutele? Quali diritti? Quali servizi? Quali sostegni?
Nessuno ti dice nulla e tu sei ancora là che in fondo non vuoi accettare la cosa e chiedere la 104, l’invalidità civile, l’accompagnatoria, l’insegnante di sostegno ti deprime/terrorizza e ti suona come una sconfitta.
Così io mi sono mossa in ritardo e male. Ho chiesto la 104 convinta che dentro ci fosse tutto: assegni di frequenza per cure e terapie varie, giorni di permesso pagati ecc…
Il pediatra sbadato ha seguito la mia unica richiesta e così ho ottenuto il diritto di starmene a casa tre giorni al mese, ma non i soldi per pagare quelle che sono diventate tre sedute settimanali tra logopedia e psicomotricità. 300 euro mensili che riesco a pagare grazie all’aiuto del padrino della pulce, uomo questo sì, uno e trino.
La 104 e i tre giorni al mese… lavoro presso un privato, ho dovuto firmare un part time a quattro ore con la metaforica rivoltella puntata alla tempia. Credete che in tempi di crisi e di isteria imprenditoriale possa osare anche solo chiedere un giorno? Fosse solo per smettere di correre e saltar ostacoli e dormire e riposarmi?
No. I diritti ci sono e son belli a leggerli sulla carta. Ma se sei una mamma speciale come me, puoi anche risparmiarti l’estenuante iter burocratico della 104 e attingere alle ore di permesso che tanto è uguale.
Per la mia 104 per poco scoppiava un putiferio. Ma come? Tre giorni al mese? Ma se sei a quattro ore al giorno! 72 ore al mese sono tantissime!
Beh certo, ma non sono stata certo io a chiedere che mi venisse dimezzato orario e stipendio….
Corriamo io e la mia pulce. A balzi come cavallette, sopra i servizi che saltano, i datori di lavoro che sbuffano. E i bambini che sfottono, che ti isolano, che ti chiamano idiota, scemo, deficiente. E i genitori che guardano e fingono di non sentire. E se sentono sorridono imbarazzati e ti dicono che sono bambini.
Falcate lunghe e ben distese sopra l’idiozia dell’insegnante di sostegno che ogni anno cambia. Perché il piccolo diversamente abile non ha diritto ad una figura di riferimento. No, l’insegnante di sostegno te lo affibiano in base ad anzianità e suo personalissimo desiderio di avvicinarsi alla scuola sotto casa.
Il sostegno a misura sartoriale. Dell’insegnante e non del bambino.
Quando ho iniziato a correre pensavo di essere sola. Poi a una cena con il padrino della pulce e alcuni suoi amici, scopro che al nostro tavolo ben tre commensali avevano passato quello che sto vivendo io. Mamme single di figli ormai grandi cresciuti in solitaria anche se… meno speciali del mio.
E poi mi scrive Loredana e mi propone di lasciare una testimonianza nel suo blog. E allora penso che “Di mamma c’è n’è più d’una” ha questo di bello, che è un libro senza una fine e con un bellissimo inizio. E che io adesso sto aggiungendo una pagina in più.

25 pensieri su “UNA MAMMA SPECIALE

  1. aaargggh, io se penso che già con un figlio con merce in più è un casino capire almeno cosa stia succedendo, cosa si può fare, come farlo e a chi farlo fare (e anche solo capire cos’ è sta benedetta marcia in più) è un percorso ad ostacoli che ti sfinisce prima di arrivare anche solo al punto di partenza. Ma da soli, con la burocrazia contro è un disastro. Io mi sono data al mommy-blogging proprio perché finalmente ho trovato altre persone con figli come i miei e se dopo un colloquio a scuola (santa scuola, ma se si preoccupassero un pelo di meno forse staremmo più sereni tutti quanti, e intanto santi subito comunque) basta un commento su facebook col mio gruppetto e si, il mio ha fatto così, il mio ha fatto colà, mi sento meno sola e mi sembra che i miei figli siano meno dei casi isolati e che le soluzioni ci sono. Non voglio dirti con questo apriti un blog che le ore sono quelle che sono e tu hai fin troppo da fare, ma a volte le dritte così fondamentali per andare avanti, si trovano anche così, e il senso che non siamo da soli anche.

  2. Rabbia e commozione, e ancora rabbia, e forte il desiderio che qualcosa cambi, perché DEVE cambiare, per queste coraggiose mamme speciali, per i loro figli speciali, che dovrebbero essere, se non figli, amati figliocci di tutti, di chi amministra in maniera superficiale, egoista, indifferente, spesso disonesta la cosa pubblica, figliocci di chi deride e lascia che i propri figli deridano, senza pensare che a tutte può capitare di essere mamme speciali, figliocci di datori di lavoro insensibili.
    E il padre, in tutto questo, dov’è? Impegnato a non essere impegnato?
    Abbraccio questa mamma, abbraccio con delicatezza la sua piccola pulce. Faccio loro l’augurio che davvero qualcosa cambi, anche se di fiducia, non ne ho mica tanta.

  3. ciao, sento il bisogno di diirti qualcosa, ma non so esattamente quale sarebbe la cosa migliore. spero tu riesca a condividere questa fatica con qualcuno, perchè da soli è difficile. sei forte, si capisce e questo è un grande dono. tieni duro, ti penserò. un abbraccio alla pulce.

  4. Torno dopo venti giorni al mio adorato Lipperatura, l’ultima volta che avevo scritto qui il mio scricciolo nuotava ancora nella mia pancia, ora ha diciotto giorni e dorme quasi-tranquillo 😉 nel suo lettino.
    Torno con tempi, ritmi, priorità e uno sguardo sul mondo profondamente cambiati. Qualche volta in meglio stemperati dalla dolcezza di un sogno che dopo tanto sperare si è fatto realtà, qualche volta in peggio dovendo affrontare un mondo-fuori che spaventa, disorienta e isola.
    Torno per ringraziare Loredana di una meravigliosa poesia che mi ha commosso, per la continua fonte di informazioni, stimoli e riflessioni che questo blog mi ha regalato e mi regala insieme alla certezza di dovergli parte della consapevolezza e della serenità con cui ho vissuto la gravidanza, il parto e ora la maternità, anzi la genitorialità, visto che insieme allo scricciolo sono nati una mamma ma anche un papà (fantastico tra l’altro).
    Torno e la lettera di questa mamma mi commuove e mi fa rabbia come poche altre cose al mondo.
    Perché, mi domando, in questo paese deve essere tutto così complicato, frustrante e illogico? Perché si perde del gran tempo dietro a governi fantoccio e politici incapaci e si lasciano scoperti servizi vitali e basilari? Si eludono diritti universalmente riconosciuti del bambino, salute e istruzione, con la leggerezza con cui si butterebbe via il giornale del giorno prima.
    Torno e spero, sento e so che ho ancora tanta voglia e tanta forza per lottare, oggi forse ancora di più. A scricciolo e pulce lo dobbiamo.
    Un abbraccio a pulce e alla sua mamma.

  5. Io incontro molte persone, la maggior parte mi dicono che sono arrabbiate, mi dicono che in questo paese non funziona niente, che i politici rubano…
    Però molte di queste persone non mi sembrano povere, hanno un cellulare, un’auto, mangiano tutti i giorni. Se glielo faccio presente anche loro convengono, non sono certo in difficoltà. Eppure, in realtà sono tutte povere, in attesa di un evento che le getti nelle ristrettezze, del momento in cui pochi euro da spendere diventano qualcosa di impossibile. Perchè oggi basta poco, una lunga malattia, un problema al figlio, guai con equitalia, un incidente che ti fa cambiarre l’auto prima del tempo, la perdita del lavoro che è ormai irreversibile. Molti, la maggioranza, vivono sul filo del rasoio, in equilibrio sul baratro della povertà. E se si cade? Allora nessun paracadute sociale, difficoltà burocratiche, pochissima solidarietà di chi è ancora in equilibrio. Perchè chi ancora “sta bene” poco si preoccupa di chi vede precipitare, e nemmeno si rende conto che può succedere anche a loro. Si, inizia a serpeggiare un po’ di paura, ma alla fine una bella spaghettata, una partita di calcio, un cellulare preso con le rate del gestore, una discussione con gli amici, quattro commenti sui social e l’ umore migliora. E altri continuano a cadere. E le donne? Quando cadono che succede? Succede che la caduta è più rapida, come se per le donne la forza di gravità fosse maggiore.Così è, perchè su molte di loro oggi grava una parte dell’ assistenza sociale, perchè nel mondo del lavoro sono più deboli, meno tutelate, perchè la famiglia la devono mandare avanti loro, perchè…
    Mentre cadono l’ indifferenza aumenta, il burocrate si rinchiude nelle sue leggi, lo stato aspetta che siano loro a risalire, il datore di lavoro dà un’ulteriore spinta. E loro precipitano, molte in dignitoso o atterrito silenzio, poche con la forza di urlare e chiedere aiuto. Qualcuno, sulla lama, guarda in basso, ci preoccupia, vorrebbe fare qualcosa, ma il percorso è difficile, l’equilibrio precario, occorre guardare avanti per non cadere.
    Cosa fare? Fermarsi, riflettere, unirsi con chi sta camminando con noi, cambiare la strada sulla quale ci fanno camminare e poi scendere e salvare chi è caduto. Come fare? Lottando per l’ uguaglianza e tenendo presenti un paio di cose: ci sono due classi e all’ interno di queste due classi ci sono uomini e donne.
    p.s.: ringrazio chi ha scritto questa lettera. La ringrazio perchè mi ha fatto arrabbiare, e di rabbia ho bisogno per continuare a camminare e lottare, per fare quel poco che mi consentono le mie capacità.

  6. Vera, toccante. Traspare tutto l’orgoglio e il coraggio di chi si è, del bene per cui si lotta.
    Io mamma non sono potuta diventarlo, e ho vissuto la lunga trafila burocratica e ospedaliera dell’infertilità. 4 anni di girone infernale prima di decidere che basta. Non è la stessa ferita, no, è una ferita su qualche cosa che non c’è, meno grave di quella che porta una pulce speciale come la tua.
    Ma volevo dirti che ti capisco. Che so che la cosa che fa male più di tutte, non è la lotta infruttuosa, non il dolore, è la solitudine: l’imbecillità ottusa di chi non ha mai voglia di avvicinarsi un po’ al dolore, il nostro, quello di tutti.
    Grazie per aver condiviso la tua storia.

  7. Giusto Valberici, nessuna solidarietà in vista. La mamma di pulce incontra i vari egoismi, questi poveri virtuali che tu pure incontri e che si preparano al peggio. Per i quali l’esempio della mamma di pulce è l’ennesimo monito. Francamente ce ne sono moltissimi, per non dire che la maggior parte siamo (sono) così. Ma è l’italiano rimasto fisso al dopoguerra… che cerca di imbrogliare il padrone non avendo diritti, quello che accumula per i tempi magri, che è abituato a contare solo sulla benevolenza altrui, e a intermittenza. Sempre la solita pesantissima arretratezza culturale. E la gente non se ne rende conto.
    Quando ho vissuto cose simili avevo giurato che avrei cambiato paese. Finchè sto qua mi do da fare, sperando che nel frattempo spariscano tutti. O meglio, cerco gli indizi come le briciole di pollicino, e vado avanti. Una cosa: la mancanza di informazione che ha trovato la mamma di pulce intorno a se…in parte è voluta, ma molto è anche questa vera ignoranza. Però è almeno rintracciabile: è dalle istituzioni che deve venire la prima informazione corretta, non ci piove.

  8. Che toccante testimonianza della quale sono grato perchè tirarla fuori deve costare un grande sforzo. Sicuramente stiamo pagando la assoluta inadeguatezza delle istituzioni a far fronte ala situazione ed anche venti anni di sprechi che adesso ci gravano sulle spalle.
    Volevo però anche sottolineare un altro grave aspetto, cioè quanto indietro siamo andati culturalmente negli anni duemila ed oltre a livello socioculturale. Mentre una volta c’era una propensione molto maggiore ad affrontare tutti insieme questo tipo di difficoltà, anche il volontariato diffuso mi sembra che si stia disgregando, come dice Valberici.
    Si vede anche da come i genitori di bambini che non hanno difficoltà lasciano che i loro pargoli si prendano gioco in modo crudele dei loro compagni più sfortunati. Io non ho figli e forse per questo non capisco, ma di fronte a certe scene ci sarebbe da usare la cinghia, e con forza.

  9. Conosco i gironi infernali che descrive questa mamma perché ho amiche che a loro volta li percorrono. Ma quello che mi fa davvero male nella sua testimonianza, perché chiama in causa tutti noi, è quando racconta degli altri bambini che prendono in giro suo figlio e dei genitori che fanno finta di niente.. Questo è terribile, perché segnala come la diversità faccia paura, neanche si trattasse di una malattia contagiosa, e come siamo lontani anni luce da una società dell’inclusione, che almeno in questo aiuti a sentirsi meno soli nella lotta contro i mulini a vento della burocrazia e dei tagli alla sanità. I miei gemelli di 3 anni e mezzo vanno tutte le settimane a giocare a casa di uno di questi bambini speciali e credetemi, per loro questo bambino non è più speciale di quanto lo siano loro stessi ai propri occhi. Forse non possiamo incidere più di tanto su un welfare sempre più mortificato, ma possiamo e dobbiamo incidere sull’educazione dei nostri figli, questo ci è dato.

  10. Una lettera veramente meravigliosa. Sincera. Aperta. Emozionante. E maledettamente coinvolgente. Eventi come questi e’ come se ci mettono degli occhiali per vedere meglio e piu’ in profondita’. Ed allora vediamo e sentiamo cose che, magari, non avremmo mai voluto vedere e sentire. Tipo la rispostina della dottoressa. O la notte insonne a chiedersi come pagare i soldi della terapia.
    Ma di fronte a tanta poverta’ te’, mamma, sei fantastica! Mostri uno spirito impressionante. Una forza ammirevole. Ed un amore immenso per la tua pulce.
    Questa tua testimonianza e’ bellissima e da condividere e distribuire ovunque!

  11. Sei proprio speciale, con un coraggio e una forza grandi.
    Un abbraccio alla pulce.
    Scusa, vorrei dirti tante cose ma la tua lettere mi ha lasciato senza parole.

  12. Eccomi Eccomi!
    Prima di tutto un grazie a LOredana per lo spazio concesso. E poi un grazie a tutti voi.
    Vorrei portare alcuni spunti di riflessione…
    Primo punto. Mammamsterdam mi consiglia di tentare la via della rete. Loredana mi conosce e sa quanto ho battuto questa via per ragioni non strettamente legate alla disabilità.
    La rete mi ha delusa e francamente penso sia un mezzo sopravvalutato.
    Il rischio che l’azione si esaurisca in un tot di post pubblicati a settimana, nella solidarietà e indignazione virtuale è altissimo.
    Non leggete queste righe come critica (le vostre parole mi sono di conforto credetemi e pubblicare una lettera così è stato quasi terapeutico) ma come monito… Le battaglie di diritto e civiltà si combattono fuori dai socialnet e dai blog. Ci si impegna fisicamente, mettendoci la faccia e un nome e cognome (cosa che farei se non dovessi difendere la privacy dell’amata pulce).
    Per ottenere attenzione e difendere i pochi diritti rimasti c’è bisogno di sudore e fatica vera. Si va negli uffici della regione, al cup, ci si incazza con il burocrate incompetetnte dell’INPS, si scrivono lettere a direttori generali e consigli regionali.
    L’ho sperimentato sulla mia pelle… internet può essere un trampolino ma non possiamo restare lì a saltellare e respirare aspettando di tuffarci. E’ nella piscina che dobbiamo finire e lì bisogna iniziare a nuotare.
    Secondo punto.
    L’indifferenza e la stupidità della gente. E la crudeltà dei bambini.
    Lo vedo tutti i giorni… lo vedo anche in mio figlio. I bambini sono i primi a notare le differenze e senza cattiveria certo, la fanno pesare sulla pulce speciale di turno. La scuola pubblica fa un lavoro incredibile per inserire ed integrare bambini con i problemi più diversi… ma non possono fare miracoli. Mi spiego:
    L’insegnante di sostegno c’è alla mattina. Il pomeriggio è previsto un/una accudiente pagato a una pipa di tabacco dalle cooperative che hanno vinto l’appalto.
    La mia pulce ha una marcia in più quanto a iperattività e deficit dell’attenzione… corre come un matto, combina guai a non finire, è un bambino faticoso fisicamente con una riserva di energie inesauribili.
    L’accudiente che fa? Al primo sbadiglio gli tira fuori il lettino e lo fa dormire. Così lui pisola e l’accudiente si becca lo stipendio senza dover faticare molto.
    Il risultato? La pulce è l’unico a fare il pisolino… gli altri bambini lo vedono… e sanno che lui è diverso pure in questo.
    Ho capito l’andazzo quando per 4 anni mi svegliavo alle 5 del mattino con la pulce saltellante sul lettone che mi portava vagoni di lego e libri sul lettone… Risultato? Io ho due occhiaie che sembro un panda, lui alle 14 ha sonno perchè è in piedi dalle 5…
    Altra riflessione. Le mamme… io non mi sento una mamma e la lettera nonn l’ho scritta in quanto tale… La mia mammità è un fatto certamente, ma non mi rende più meritevole di un papà single o felicemente ammogliato che stia vivendo una sitazione simile.
    La 104 è un privilegio per i lavoratori pubblici e quelli con un posto in grandi imprese private. Questo è un problema che non riguarda solo le mamme o i genitori… ma i figli con genitori anziani bisognosi di cure. Parenti sottoposti a cicli di chemio e voi che vorreste aiutarli almeno una o due volte al mese.
    la 104 riguarda tutti noi e la sua applicazione a singhiozzo è un capestro che rischia di appendere all’albero chiunque.
    Terzo punto.L’Italia non è un paese per bambini e lo è ancora meno per le pulci speciali. Le strutture sanitarie (di cura, riabilitazione ecc…) sono allo sfascio. Funzionano male e non certo per colpa dei professionisti che ci si ritrovano impriogionati dentro. Ma per i continui tagli, sforbiciate che si sono abbattute tra l’indifferenza di tutti.
    Una struttura monca e carente di organico diventa un buco mangiasoldi che non serve a nulla. La dottoressa che mi ha proposto l’acquamotricità ha fatto partire il servizio. Io ho bigiato quasi sempre (piscina d’inverno, la pulce raffreddata che stava a bordo piscina a fare travasi d’acqua con la psicomotricista) per stanchezza e perchè sapevo che non serviva a nulla… ma intanto la asl pagava!
    Credo che noi tutti dovremmo essere consapevoli che i disservizi hanno un costo, non solo di “vite umane” (la psicom otricità in tenera età può fare miracoli) ma anche di vil denaro.
    Meglio tagliare e abbattere queste facciate di cartone che illudono la cittadinanza di avere un servizio e un aiuto valido. ALmeno difronte al vuoto reale di servizi qualcuno si incavolerà sul serio.
    Ho conosciuto famiglie e bambini con problemi ben più gravi. Tutti hanno sempre espresso un unico desiderio (che è anche il mio): informazione chiara e precisa. Un pediatra che ti spinga a fare e chiedere le cose giuste. Perchè è umano e comprensibile lo smarrimento di chi scopre di tenere sotto la sua ala un pulcino specialissimo. E all’inizio della corsa, quando sei lì con le chiappe per aria e pronta allo scatto… non hai voglia di partire e allora servirebbe qualcuno che te le spingesse quelle natiche a forza se necessario.
    Tutto questo manca e si va in cerca dell’acli che sa tutto di disabilità, dell’associazione per quel problema o per quell’altro.
    Chiudo con un link… Genitori Tosti figli di pulci speciali. Non c’è bisogno di un altro blog (il mio) ma di attenzione e sensibilità soprattutto fuori dalla rete.
    http://genitoritosti.blogspot.it/
    E ovviamente un abbraccione virtuale a tutti voi 😛

  13. Grande testimonianza di una donna e mamma super e che sarebbe super anche se non dovesse fare le corse a ostacoli cui e’ costretta. Sarebbe super per l’amore verso la sua pulce. E su questo saremo tutti giudicati, mamme, datori di lavoro e funzionari asl.

  14. Sono daccordo su due punti CRUCIALI!
    La rete puo’ essere una grande illusione. Bisogna metterci faccia, nome e cognome. Su questa cosa non ci piove. Bisogna alzare il sedere dalla sedia che abbiamo di fronte al PC e’ ANDARE PER STRADA!
    Il sistema di sostegno sociale alle persone in difficolta’ e un disastro. Mia nonna in questi giorni sta’ lottando contro un tumore al cervello. Non riusciamo ad avere uno straccio di assistenza domiciliare per carenza di organico.
    Questi sono fatti. C’e’ poco da fare. W MammaPulce. W la Pulce. W i genitoritosti!

  15. Andrea il punto su cui discutere è proprio l’illusione della rete…
    Che cosa sta producendo? Un 20% al movimento cinque stelle per ora… mi pare 🙂
    Per carità… sicuramente serve ma resta un mezzo. E come tale necessita di una testa e un braccio. Se mancano quelli manca tutto e non serve a un beato nulla.

  16. Sai cosa, MammaPulce? Io vedo la rete proprio come te’. Un mezzo. Niente di piu’. Niente di meno.
    Se io ho la sensibilita’ e/o ho passato cose simili a quelle che stai passando tu (anche non per forza come papa’, ma anche come singolo, marito, figlio) mi basta leggere il tuo post e capisco. E fra’ poco che mi alzero’ da questa sedia per andare in ospedale da mio figlio (broncopolmonite, niente di grave) faro’ quello che ho fatto l’altro giorno. Offriro’ alla mamma di colore con quella bella pulce di figlio che sta’ di fronte al letto di mio figlio un caffe’. E gli chiedero’ se gli serve qualche cosa.
    Ed uscendo gettero’ uno sguardo nelle stanze chiuse. Dove ci sono bimbi magri senza capelli e dove si entra solo con la mascherina. Per riflettere. Per stare attento. Per essere sempre solidale. Per non giudicare.
    Quindi la rete mi fa’ riflettere. Ma, poi, il gioco si fa’ per strada. Non qui’.
    Ma se non sto’ attento rischio di pensare di star facendo chissa’ cosa scrivendo qui’ e tenendo un blog.
    La rete e’ una risorsa se rimane un mezzo con pro’ e contro. Se diventa quello che, appunto, la stanno facendo diventare alcuni “politici” io mi tiro indietro. Andate avanti voi ma io me ne torno e me ne sto’ per strada.
    E comunque mi ripeto…. (e scusa se e’ poco): W MammaPulce W la Pulce

  17. commossa e indignata!
    se penso alle spese oscene del transatlantico, mentre a madri coraggiose e ai loro figli delicati, viene negato anche un salvagente!
    che schifo di società.
    cb

  18. Arrivo anch’io, mammapulce, buon ultimo perché non ho nulla di originale da dirti e però vorrei in qualche modo farti sentire anche il mio affetto, insieme a quello di tutti gli altri che hanno commentato la tua lettera bellissima. Bella perché viva, sana, reattiva, perché parla di vita e non di rassegnazione, né di livore che pure potrebbe essere giustificato, data la corsia piena di ostacoli in cui sono state incanalate le vostre vite. E però io di rabbia ne provo tanta, nel leggere la tua storia. E’ la rabbia quotidiana che normalmente metto tra parentesi perché non si può essere in guerra permanente con il mondo, ma vorrei esserlo quando vedo colleghi che con la 104 si fanno tre giorni alle terme, o quelli che per montare una porta alla fine del corridoio in cui sta la mia stanza hanno lavorato in dieci per venti giorni, e non hanno ancora finito. Persone comuni senza alcun pudore, senza alcun riguardo, senza alcuna sensibilità all’idea che a causa del loro comportamento un giorno, probabilmente, i benefici della 104 li perderà anche chi ne ha davvero bisogno; senza ritegno, pur sapendo che i soldi che immeritatamente intascano potrebbero essere meglio usati, per andare incontro alle esigenze di chi, come voi, merita un sostegno e avrebbe diritto ad averlo. I politici, sì, il transatlantico o come si chiama, e la bouvette della Camera e quello che volete: cose vergognose. Ma la prima vergogna dovrebbe sorgere guardando quello che fanno le persone comuni, che non fa meno schifo. I genitori che non sanno o non vogliono insegnare ai figli che le persone speciali sono, appunto, persone, con le quali è possibile trovare canali per rapportarsi, come ha raccontato un po’ più sopra mia moglie Giulia; i baristi che si rifiutano di scaldare una pappa a una mamma che per ottenere il favore si è pure seduta al tavolo del bar in centro, pagando salatissima quella scortesia; quelli che sono disposti a mandare a picco uno stato già malmesso e tutti i servizi residui che eroga, per il miraggio di riavere indietro i soldi di una tassa già pagata. Sì, i politici fanno ribrezzo; molti politici. Ma ciò che sta davvero rovinando questo paese è la totale indifferenza alle sorti di chi ti sta accanto, dei compagni di vita sconosciuti che hanno avuto la ventura di condividere con te questo tempo e questo angolo di mondo. Senza questa distanza siderale che ci separa dalle sofferenze e dalle gioie di chi ci passa accanto non sarebbe possibile la strafottente indifferenza di chi depreda indennità e vitalizi restando supremamente distante dalle sorti dei depredati e scientemente ignaro degli usi alternativi a cui quelle risorse potrebbero essere destinate. E le persone belle vivono e lottano, e da piccoli ci raccontavano che alla fine avrebbero trionfato perché i buoni vincono sempre. Amaramente abbiamo imparato che era una balla. O forse no, non sempre: leggendo una lettera bella e fresca come la tua viene da pensare che alla fine, in qualche modo, la tua corsa la vincerai. Lo voglio credere. Grazie per aver condiviso con noi la vostra storia.

  19. Maurizio i nostri politici sono il riflesso della nostra immagine,
    Sono sempre stata convinta che con la cittadinanza ci si prende la responsabilità di un paese e di chi lo abita.
    Così tutti noi dovremmo – secondo risorse – lavorare perchè i servizi funzionino e i diritti siano qualcosa di più di belle paroline scritte.
    Se la psicomotricità salta non puoi passarmi il numero di telefono di un centro privato. Devi chiedermi il mio e io il tuo e scrivere una lettera collettiva di denuncia alla asl. al cup, ai quotidiani locali e magari pure a quelli nazionali.
    Costa pochissimo e l’incazzatura è costruttiva e alal fine anche se non ottieni nulla almeno puoi dire di aver tentato.
    Le mie due lettere non sono cadute nel vuoto. Il consigliere comunale che conosco ha mosso mari e monti e alla fine mi hanno chiamato dalla regione pèr assicurarmi che entro un mese il servizio sarebbe ripartito.
    Ma vedo che generalmente la gente si lamenta e basta. E non muove un dito. Ho notato che tantissimi hanno persino paura ad esporsi!
    Paura di cosa? Di risultare antipatici alla fisioterapista che poi si sfogherà sull’amata pulce?
    Ciò detto mi incavolo pure io con l’armata dei politici/politicanti.
    Ho trovato penosa e patetica l’uscita della neolaureata presidente della camera a commento del duplice suicidio della coppia di Civitanova.
    La giovane Laura con tono contrito (sicuramente sincero) si stupiva che in Italia si potesse vivere così male…
    Ma andiamo! Mi ricordo io più di un disoccupato napoletano che si è dato fuoco davanti al Comune nei rampantissimi anni ottanta!
    E c’era bisogno di questa crisi per scoprire che le sacche di povertà e i soggetti deboli sono sempre esistiti e sempre (ahimè) esisteranno?
    Io non so se la mia corsa la vincerò. O forse la si vince sempre e comunque… sai la canzone dei Muse? Race, life’s a race, and I’m gonna win, yes, I’m gonna win and I light the fuse and I’ll never lose and I choose to survive.
    Ecco con una pulce bella e solare come la mia, con le poche persone splendide che ho incontrato in questi quattro anni, direi che posso star tranquilla e che forse non sopravviverò e basta.
    Però cavoli… possibile che siamo in mano a una banda di cretini?
    Faccio un piccolo esempio. L’assistente sociale che segue la mia adorata pulce mi informa che, in caso il pargoletto stia a casa da scuola, posso chiedere l’accudiente a casa per un paio d’ore. Non male se ci pensi. Posso uscire, farmi due spese, vedere qualche amico, andare a lavoro e poi chiamare la babysitter per poche ore…
    Solo che (l’inghippo c’è sempre) devo avvertire almeno un giorno prima…
    Beh un giorno la pulce (che non si ammala quasi mai) sta male e io chiamo l’assitente sociale per chiedere il servizio accudiente in casa per il giorno dopo… Ho solo un numero FISSO di telefono. Chiamo… mi risponde la segreteria. Dico chi sono, cosa voglio. Lascio il mio cellulare… passa la mattina, passa il pomeriggio, la sera, la notte e arriva il giorno dopo… Chiamo la babysitter per sei ore…
    L’assitente sociale mi richiama quattro (4) giorni dopo scusandosi ma era impegnata in altri servizi….
    Ma porcaccia la miseriaccia!!! Una mail? Un cellulare? Con logopediste e psicomotriciste comunico via whatsapp!
    Ecco… cosa costa all’amministrazione comunale pagare un cellulare di servizio a sta gente perchè possa leggersi la mail sul telefonino? O un sms? O whatsapp che generalmente costa meno?
    Ecco vedete? A volte basta poco. Basta solo immaginare i bisogni reali della gente reale. Solo che chi ci governa e amministra non è gente reale e vive fuori dal mondo. Persino la Boldrini che dovrebbe essere di sinistra.

  20. “i nostri politici sono il riflesso della nostra immagine”, “generalmente la gente si lamenta e basta. E non muove un dito. Ho notato che tantissimi hanno persino paura ad esporsi!”, “Basta solo immaginare i bisogni reali della gente reale”. E così hai riassunto in poche frasi un buon 80 percento della mia incazzatura nera nei confronti di un paese che spesso ho pensato di detestare, e che invece (purtroppo) amo semplicemente più di quanto dovrei. Con la rabbia in corpo di chi si è condannato ad amare un indifferente. Non penso di essere solo, in questo. Anzi. Mi sa che su questo blog siamo in tanti e tante, a vivere l’Italia con lo stesso sentimento di rabbia desolata. E sì, penso che la chiave sia tutta nella prima frase: i politici li eleggiamo noi, sono il nostro specchio, in media non possono essere né migliori né peggiori della maggior parte di noi. E noi siamo un popolo incattivito, sprofondato nell’indifferenza e nell’insofferrenza. Quando un paese intero se ne frega dei membri della collettività che si trovano in difficoltà, quando la priorità del servizio sanitario diventa risparmiare anziché curare la gente, quando chi dovrebbe lavorare al servizio della collettività smette di avere coscienza del proprio lavoro e antepone alle esigenze degli utenti le proprie; quando succede tutto questo, una collettività nazionale ha smesso di essere tale. Io a questo non riesco a rassegnarmi. Vedo che non lo fai neppure tu, che di motivi per indire un vaffa day tutto personale ne avresti tanti. Ma immagino che a te non piacciano i vaffa generalizzati, come non piacciono a me. E non voglio dirlo troppo forte, che di questi tempi pare una pazzia, ma forse se ancora diversa gente pensa e agisce così, allora la speranza di cambiare non è del tutto tramontata.

  21. Gentile MammaPulce,
    un abbraccio pieno di calore alle tue parole sagge, piene di rabbia ma anche di speranza..
    Complimenti per tutto ciò che hai fatto finora e continuerai a fare.
    Complimenti a Loredana Lipperini per aver pubblicato la lettera e aver dato la possibilità di leggerla. Un motivo in più per fermarci a pensare e riflettere.
    mammechefatica.it

  22. gentile Mamma,
    questo bimbo con autismo e’ migliorato moltissimo con l’aiuto della cucciola,Xena (the warrior dog) *** spero che lei capisca l’inglese, e che
    le foto ed i video la ispirino e le riaccendano la speranza *** Un abbraccio
    Teresa
    http://www.today.com/health/xena-warrior-puppy-rescued-abuse-helps-8-year-old-boy-6C9648595?franchiseSlug=todayhealthmain
    http://ca.news.yahoo.com/blogs/good-news/rescue-dog-xena-warrior-puppy-helps-8-old-161607994.html

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