UNA STORIA DI PALESTRE

Questa è una storia di palestra e di come le palestre, spessissimo, pensino alle donne. Me l’ha raccontata mia figlia, che a differenza di me, pigra come un ghiro e più di un ghiro (male, lo so, lo so),  ama le palestre,  e pratica con gioia il powerlifting: per i non iniziati, è il sollevamento pesi in tre esercizi.
Già da qualche anno la figlia mi parla degli stereotipi che riguardano le palestre in assoluto: quella faccenda per cui il cosiddetto palestrato sarebbe individuo ignorantissimo innamorato dei suoi muscoli, insomma, e in base a questo stereotipo, aggiungo io, negli anni Novanta circolò un terrificante spot televisivo di “invito alla lettura” che mostrava un uomo con bicipiti in bella vista, mentre lo slogan diceva “Vuoi diventare come lui? No? Allora leggi”, o qualcosa del genere. Roba da smettere di leggere per protesta, detto da lettrice fortissima.
Ma gli stereotipi non finiscono qui. Pochi giorni fa, la figlia viene a trovarmi e dice: “ho una storia per te”, e dallo sbuffo di accompagnamento deduco che sia qualcosa che l’ha fatta  arrabbiare. Fatto sta che è andata a provare la nuova palestra di una catena tedesca che si chiama McFit, e che è assai ben frequentata.
Ora, McFit ha un’area donne. E fin qui passi. L’area è rosa. E fin qui, passi di nuovo e pazienza. Ma, come si legge nel sito, l’area donne ha queste caratteristiche:
“Basta con i punti critici! Scopri la nostra area di allenamento appositamente studiata per le donne. Qui troverai tutto ciò che serve per riportare il tuo corpo in forma ideale. Ti proponiamo numerosi attrezzi innovativi ed esercizi molto vari, pensati in particolare per l’allenamento mirato di gambe e glutei.”.
Comincio a capire perché la figlia sbuffava. “E’ come, mi ha detto, se le donne andassero in palestra solo ed esclusivamente per avere un bel sedere e belle gambe. E non perché provano piacere a praticare  sport”.
Non è finita, perché nell’area donne ci sono, certo, i pesi. Ma non superano i dieci chili, che forse è roba che potrei sollevare anche io, ma non ragazze e adulte allenate. Non dico a sollevarne 105 come la figlia (e vi assicuro che ho assistito a una gara dove altre ragazze e donne sollevavano 150, 170 in allegria), ma 20, 30, 40. Invece no, nessun peso superiore a dieci, perché tanto le ragazze vogliono solo rafforzare i glutei.
E’ una piccola storia, ovviamente, e certo non colpirà gli animi come quella del convegno sugli intellettuali. Ma è, a suo modo, indicativa.
(Se volete sapere com’è finita, è finita che la figlia ha fatto weight-shifting, ovvero ha preso un po’ di pesi pesanti e li ha piazzati nella stanza delle femmine).
(E comunque da domani a martedì sono a Londra al FILL, ci si ritrova mercoledì)

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