UNA VECCHIA QUESTIONE

Ieri pomeriggio ho fatto una chiacchierata con un collega che sta preparando un’inchiesta su Internet e mercato dei libri. Lo spunto è questo articolo dell’Economist.
Personalmente, ho la sensazione che in Italia le cose stiano diversamente: funzionano, e molto, i passaparola spontanei. Quelli di aNobii, per esempio. O le segnalazioni che partono da singoli blog. Funzionano molto meno i commenti che si ritrovano su Ibs, nella gran parte dei casi utilizzati a scopo laudatorio da una cerchia ristretta di sodali dell’autore o, viceversa, branditi come pugnali dal branco di antagonisti reali o virtuali (il caso, indimenticato, di Babsi Jones, resta esemplare).
Funzionano malissimo, invece, i casi di “viral marketing” dall’alto: ovvero le mail seriali che invitano il caro blogger (prescelto per la sua serietà in mezzo a tanti altri eccetera eccetera) a recensire quel particoalre libro.
Ne parlo perchè  ho appena letto questa notizia che viene dalla Fiera del Libro per ragazzi e che si conclude proprio riferendosi alla rete, e alla necessità di trovare la strada per la promozione su Internet. Come? A mio modesto parere la risposta è banale: standoci  davvero, in prima persona. Spendendo il proprio tempo. Credendoci. Vale per la cultura, e non solo.

3 pensieri su “UNA VECCHIA QUESTIONE

  1. Per la mia esperienza, parlando di Italia, sono sostanzialmente d’accordo sul fatto che il passaparola in rete inizi a funzionare. Soprattutto quando si creano cerchie di amici, o comunque persone aggregate intorno a siti tematici e non.
    Vero che altre forme di promozione sono piu’ dubbie. Io personalmente (ma forse esagero nel non-marketing) dopo aver fatto per anni selezione ed editing di racconti per un sito in rete, ho rifiutato di spendere la fiducia conquistata (e l’elenco di indirizzi conseguente) per uno spamming sul mio libro. Non mi sarebbe sembrato corretto, detesto invadere le vite altrui con molestia.
    Si’, decisamente sono eccessiva. Tanto che questo non mi ha evitato l’aspetto opposto, che qualche autore “ferito” si vendicasse con recensioni velenose e prevenute, per quanto io avessi cercato di essere sempre diplomatica ed empatica nei miei commenti ai racconti.
    Gia’, le recensioni su ibs e simili patiscono spesso di queste ondate virulente: amici/nemici dell’autore e/o del suo “clan”, (ne abbiamo parlato anche in qualche mail privata), potenziali autori invidiosi, personaggi in cerca di visibilita’ personale.
    Poi c’e’ Facebook e i social network, un mondo in fermento ancora tutto da scoprire, che potra’ tradursi in un enorme caos primordiale, un mega tempio del cazzeggio, o produrre qualche frutto piu’ stimolante.
    Al momento, l’impressione che ricavo e’ che internet e il mondo culturale, compreso il mercato dei libri, siano un po’ come due recipienti contigui separati da una lastra di cristallo. I pesci e le creature che nuotano si osservano, prendono reciproca coscienza a volte, oppure si ignorano, o si vedono deformati e incomprensibili.
    Ma finche’ la lastra non si rompe (e il nostro paese e’ fra i piu’ refrattari a romperla), non ci sara’ vera comunicazione reciproca e mescolamento dei liquidi vitali.

  2. ciao Loredana. I due articoli che proponi offrono spunti interessanti.
    Tempo fa chiaccherando con Sarasso registrai questa sua osservazione sul web “…questo è il futuro. Prima nessuno si sognava di fare il cinema, o i videogiochi, in casa. Oggi con un PC e un paio di programmi è possibile realizzare video professionali e sviluppare software di gioco complessissimi. Anche la letteratura è entertainment, è l’approdo nel futuro non poteva non sfiorarla. L’avvento della rete ha accorciato le distanze, ha aumentato le possibilità di farsi conoscere. Per un pigro cronico come me si tratta di un mutamento epocale. Grazie a internet ho conosciuto il mio primo editore.Grazie a internet ho scritto il mio primo romanzo. Grazie a internet sono approdato in Marsilio.E tutto senza muovermi da casa. Se avessi dovuto scarpinare per biblioteche prima (le ricerche per i miei libri sono piuttosto ingenti, e la rete aiuta parecchio) e per case editrici poi, a propormi come autore, credo che non sarei arrivato nemmeno alla prima stesura.”
    Tutto vero e condivisibile.
    Anobii, per esempio, nel mio caso trovo che stia funzionando nel senso che dici tu. Hai ragione quando dici che bisogna starci, e crederci. Per ora mi sembra ancora Davide contro Golia, però. Ma lo sappiamo poi come è finita, no?

  3. Speo che segnalerai l’inchiesta del tuo collega, quando uscirà… ci sono molte idee “giovani” su che cosa la rete possa fare, pe il mercato dei libri, ma pochi i casi in cui è sicuro che il web sia IL fattore che cambia il successo di un libro. La potenza di internet sta nella sua flessibilità di utilizzo, ma questa implica che o sai bene chi sei e come presentarti per andare dove (devo fare un non-nome?), oppure rischi di far cadere nel vuoto le tue iniziative.
    Tra le note più positive, è che la comunicazione uno-a-pochi dell’autore diventa potenzialmente uno-a-moltissimi anche senza il filtro e l’organizzazione da parte della casa editrice (che mica sempre aiuta).

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