URSULA E LE BUGIE: STORIE UTILI

In questi tempi, come si diceva, interessanti e tenebrosi, capita di veder puntare il dito contro gli scrittori. Magari in quanto tali. Buffo, in un paese dove non si legge, o forse proprio per questo. Indagare sulle motivazioni è interessante, e ancora una volta ci vengono in soccorso le storie, o gli autori e le autrici delle storie stesse. Per esempio, Ursula K. Le Guin. Circa un anno fa, rispondendo a una lettera a The Oregonian dove si accostavano le menzogne dei politici alla fantascienza, chiarì – si spera una volta per tutte – la differenza.
“Una recente lettera a The Oregonian paragona l’affermazione di un politico e l’abitudine di esporre”fatti alternativi” (bugie, insomma, o fake news, ndL) alle invenzioni della fantascienza. Il confronto non regge. Noi narratori inventiamo. Alcune delle nostre invenzioni sono chiaramente impossibili, altre realistiche, ma nessuna è reale – tutto inventato, tutto immaginato – e chiamiamo tutto questo Fiction proprio perché non è un fatto. Potremmo definirla  “storia alternativa” o “universo alternativo”, ma non possiamo in alcun modo pretendere che le nostre finzioni siano “fatti alternativi”.
I fatti non sono così facili da trovare. Scienziati e giornalisti onesti, tra gli altri, passano molto tempo cercando di verificarli. Un fatto non ha “alternative”. Il Sole sorge a est. Immaginare che il sole possa sorgere a ovest è una finzione, sostenere che è un fatto (o “fatto alternativo”) è una bugia.
Una bugia è un non-fatto deliberatamente spacciato come fatto. Le bugie sono dette per rassicurare se stessi, o per ingannare, spaventare o manipolare gli altri. Babbo Natale è una finzione. È innocuo. Le bugie sono raramente  innocue e spesso molto pericolose. Nella maggior parte dei casi, nella maggior parte dei luoghi, per la maggior parte delle persone, i bugiardi sono considerati spregevoli”.

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