VEDERLI FA EFFETTO

Piccola e anzi reiterata segnalazione di un piccolo articolo scritto qualche tempo fa. Così, è la giornata giusta.
Avviene con regolarità. Ci sono scrittrici, pensatrici, accademiche, ricercatrici, scienziate che, sul proprio blog, sulla propria bacheca Facebook, via mail, anche, sottolineano che in questo o quel convegno, o festival, o manifestazione culturale, le donne non ci sono, o sono in numero irrisorio, o sono relegate al ruolo di spalla. Non è, per intenderci, una lamentazione da quota rosa: ci si chiede, semmai, come mai quelle scrittrici, pensatrici, accademiche non vengano viste, quando i loro meriti sono evidenti, e come mai non si ritenga di doverle ascoltare se non quando si parla di “questione femminile”, o al massimo come moderatrici. Bene, esiste un luogo della rete dove tutto questo è documentato: si chiama allmalepanels.tumblr.com, pubblica fotografie di convegni e di appuntamenti istituzionali con brevi commenti. Per esempio: “Ci sono 5.7 milioni di rifugiati palestinesi (presumibilmente di ogni genere sessuale) ma non ci sono donne qualificate per parlarne alla World Health Assembly questa settimana?”. Il sito è in lingua inglese e vive delle segnalazioni e delle fotografie degli utenti: sfogliandolo, si scoprono i ricercatori inglesi tutti maschi (e bianchi), un governo tutto al maschile, i relatori di un convegno a Valencia sull’accesso alla terra (tutti uomini), i 50 speaker di una conferenza olandese (serve precisarne il sesso?). Fa piuttosto effetto guardare la galleria fotografia che include tutti i paesi, compresi quelli nordici e ritenuti più attenti: è però utile e, auspicabilmente, potrebbe persino far riflettere. Naturalmente, chi gestisce il sito attende contributi fotografici e segnalazioni anche da parte italiana

3 pensieri su “VEDERLI FA EFFETTO

  1. Mi interrogavo in proposito proprio la settimana scorsa. Qui dove lavoro io le donne sono meno della metà, ma sono ben rappresentate. Eppure ogni volta che vado in riunione ne trovo all’incirca una o due ogni dieci partecipanti. C’è un comitato in particolare, che seguo da qualche anno, a cui prendono parte in media 20-25 persone; quasi sempre solo uomini, dal presidente allo scribacchino che redige il verbale. Vero è che ci sono fenomeni non piccoli di autoesclusione: giorni fa ho tenuto io un corso, su una tematica molto tecnica (calcolo delle probabilità e dintorni); la partecipazione era aperta a tutti, ma prevedibillmente non c’è stata la fila a iscriversi: solo nove persone. Donne due.

  2. Trovo in effetti impressionante poter visualizzare in modo così evidente la prevalenza maschile. Grazie per il link.
    Personalmente, mi sono trovato a partecipare a conferenze in cui tutti gli oratori erano uomini. Anzi, è una cosa che può capitare (non spesso, ma capita) nel mio campo di ricerca, la matematica pura. Il problema è però, purtroppo, più radicale: in Francia la percentuale delle donne in questa disciplina scende ad ogni passaggio di carriera: ci sono in proporzione più laureande che dottorande, più dottorande che maitres de conférences (= professoresse associate), più maitres de conférences che professoresse (= ordinarie).
    Quindi il problema è più profondo della semplice non-rappresentatività: ci sono ambiti in cui di donne ce ne sono proprio poche.
    Gli organi di controllo della ricerca in Francia si sono giustamente preoccupati di questo evidente problema. La soluzione proposta è di mettere delle quote rosa nei comitati scientifici, come per esempio nei comitati che decidono delle assunzioni di professori. Un provvedimento che ha fatto parecchio male alle donne, che si trovano sovrasollecitate per compiti ingrati, oppure a far parte di commissioni in cui sono evidentemente presenti solo per far numero, e la loro voce (se si sente) conta generalmente pochissimo. Inutile dire che i soli colleghi che ho sentito difendere il provvedimento sono tutti maschi….
    Vedere le foto ci fa sentire ancora di più quanto in basso stiamo. Ma vorrei ribadire (e credo che Loredana sia d’accordo con me), che non basta invitare una donna per “far presenza”, quasi fosse un animale raro in via d’estinzione, per risolvere il problema.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto