Sul giornale di stamattina leggo:
“mercoledì la Commissione Ue sfornerà un pacchetto di norme proprio per difendere autori e comprimari. Si proporrà di estendere lo sfruttamento dei diritti da 50 a 95 anni, venendo incontro alle esigenze di chi ha scritto le migliori canzoni da giovane e in età da pensione si ritrova senza entrate, ma anche delle case discografiche che guadagneranno più a lungo”.
Qui a Torino, dove ho a che fare con una meravigliosa orchestra (poi saprete perchè), ho scoperto che Giuseppe Verdi è ancora sotto diritti. Così, tanto per dirlo.
Brutta cosa.
Già a me 50 anni mi paiono un’eternità.
E poi ci sono i diritti di sfruttamento dell’opera post mortem che se non sbaglio sono di 70 anni (almeno per le opere letterarie), che a pensarci non ha senso.
Si va su Internet e questi pensano ai diritti.
Che ci paghino in vita ‘sti editors taccagni…
Negli Stati Uniti le scadenze del copyright sono ancor più dilazionate 🙁
Si veda:
http://www.copyright.cornell.edu/public_domain/
per fortuna, con tutto il marcio che gira in copie pirata e di bassa qualità, tutelare il copyright è una priorità per gli artist meritevolii e gli eredi ma anche per chi la musica la ama sul serio e odia la pirateria.
speriamo si adottino misure uguali nei confronti dei libri meritevoli.
I diritti relativi ai libri sono già stati allungati, non moltissimi anni fa, con un provvedimento preso quando presidente del Consiglio era il proprietario di una nutrita serie di case editrici.
Spero solo che tutte le persone che si fanno paladine dei diritti d’autore se ne ricordino quando posano sulla fotocopiatrice (o nel masterizzatore) un’opera sotto diritti e si fermino alla soglia del 15% nella copia.
Invece mi incuriosisce la storia di Giuseppe Verdi, che è di sicuro morto da più di 70 anni. Come mai è ancora sotto diritti?
Secondo me c-entra Casa Ricordi…