ZOMBIE?

Facciamo un gioco e poi vado a chiudere, come da copione, la famigerata valigia. Se il blog è morto (come la carta a quadretti, la scolorina, i lacci per le scarpe e il gulash con patate), il romanzo di formazione come sta? Non sono impazzita, è che nella maggior parte delle schede di presentazione degli undici testi concorrenti al Premio Strega trovo scritto esattamente "romanzo di formazione".
Ma non diceva Moretti (Franco) che il medesimo era prerogativa ottocentesca? O sono diventata così sensibile ai cambiamenti climatici (sta per piovere e fa freddo) che mi si confondono le idee? State bene, poi vi racconto tutto.

19 pensieri su “ZOMBIE?

  1. Che patetica, ancora giri con la valigia come la ragazza del film omonimo! Fai come me, migra al seguito dei pastori in transumanza con lo zaino (vedi di là da me). Quanto al romanzo di formazione, è vero, adesso tutta l’attenzione è concentrata su quello di de-formazione, ma sono mode passeggere: prima o poi anche Wu Ming1 finirà per raccontarci di quando, da piccolo, dolorosamente imparò ad annegare il cane che voleva morderlo:-

  2. Il romanzo di formazione dovrebbe smettere di esistere se smettessero di “formarsi” i ragazzi. Ma i ragazzi si “formano” e i romanzi di formazione si continuano a scrivere.
    Lapalissiano, no?

  3. Scusa Gianni, a chi va riferito il “si” di «i ragazzi si “formano»? Formano se stessi da sé o sono formati? e da chi? E che ruolo ha – se lo ha – la letteratura nella formazione? Rispetto alla TV o alla “soapizzazione dell’anima”, per dire.
    La letteratura deve proporre, riferire, registrare, inventare, incoraggiare, trasfigurare?
    Che età ha un soggetto in formazione, nell’età della formazione permanente?

  4. De la de furmaziun
    prufessiunal
    di
    effeffe
    ke me paria sto verso (tempo perso)
    et nun c’ho tempo et suorde
    per cumprarlo
    et alors de la resorsa human tenet consilio
    et de lo spazio fazio
    tempo librio
    ie me F U R M A I n’idea prezisa et bella
    de toute sarabande de escritor precari
    ke paquebots et navires les importe
    para colline et flumi et monti e mari
    et à leur retour de todo se feria lo cunto
    come se vida fosse et letra mundo

  5. L’anno scorso, in casa editrice.
    come lo definiamo questo suo romanzo? ché è un quasi giallo, un quasi romanzo d’amore, un quasi romanzo psicologico, sa, ho bisogno dio classificarlo, mi serve per la campagna promozionale… e se facessimo romanzo di formazione?

  6. certo non esistono più i romanzi di formazione ottocenteschi, certo la formazione non è sempre lineare, e sopratutto non è sempre positiva, ma i romanzi di formazione possono ancora esistere e di fatto esistono.

  7. Ultimo romanzo di formazione in ordine di tempo è stato definito “Indecision”,esordio del trentenne americano Benjamin Kunkel. Opera decisamente sopravvalutata dalla critica americana (NY Times in testa. Che ne pensi?

  8. E poi, e lo dico da trentenne, che c@%%* avrà capito Kunkel della vita alla sua età per proporci un “romanzo di formazione”? Vogliamo dire che anche il qualunquista Fabio Volo scrive romanzi di formazione? O tempora! O mores!

  9. Visto l’ultimo trend dei romanzi dedicati al mondo del precariato, direi che si tratta di ROMANZI/CONTRATTI DI FORMAZIONE. Forse più stabile un contratto con un editore – che poi è la via intelligente parallela a quella di “Amici” di Maria – che nmon un contratto di lavoro. Per il resto, sono d’accordo con altri sopra: essendo la vita precaria e non solo il lavoro, chi cresce prende forma e con lui i suoi modi di esprimersi – anche H. Potter è un romazo di formazione, dai 7 ai 14 anni +o-. Semmai cara la mia eccetera, sono le definizioni degli editori ferme all’ottoccento – ma è normale, devono vendere al pubblico che ha nelle orecchie le formulette dei prof. E per finire sui blog, non so se sono morti, ma essendo solo in USA 48 milioni, altro che zombie!!

  10. caz..pita lipperini… sembri proprio una fica! mo vado a vedere se becco altre tue foto in giro per la rete… casomai ti riscrivo… bbona… sei single? no perchè eventualmente…

  11. Non ho la più pallida idea di come stia il romanzo di formazione (spero meglio del blog, comunque).
    Segnalo, invece, ai gentili lettori la mia ultima fatica (quasi meta-) letteraria, che in un certo senso ribalta la prospettiva di questo post. Si intitola: “La formazione del romanzo”.

  12. Che, poi, tutte queste categorie letterarie a volte confondono, più che spiegare. Non si potrebbe semplicemente fare letteratura e godersela, sparandosi qualche (solo qualche) pippa mentale in meno su generi e classificazioni? Se mi capita sotto mano una bella fica, io me la scopo. Mica le prendo le misure.

  13. di formazione … come fosse una schiera… un plotone… una triste compagnia…
    fosse d’in-formazione?
    metti in valigia un golfino di lana…
    copriti che fa freddo…

  14. il romanzo di formazione indica solo indecisione perenne… lo “stare a vedere”… non è rilevante l’età… è rilevante la volontà di dirigersi… di dire da qui in poi… di vedersi… “non c’è altro lì fuori. solo questo conta”

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