Ieri, per me, è stata una giornata bellissima. Non avrei mai pensato di ascoltare parole così belle sull’Arrivo di Saturno, e di incontrare, abbracciare, rivedere tante persone. Sono ancora colpita, emozionata e felicemente turbata. Ma, ecco, occorre continuare. Qui sotto, dal Resto del Carlino. Qui sotto, lo stato delle cose, ora.
Quasi quattro stagioni sono trascorse, dal primo terremoto in Centro Italia. A oggi, però, nessun marchigiano abita dentro le casette di legno. Casette che sono state promesse entro la primavera prima dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi e poi dal commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani. Da agosto a gennaio, nelle quattro regioni colpite, le scosse hanno continuato a terrorizzare sfollati ospitati sulla costa e quelli che resistono nell’entroterra. E intanto, fatta eccezione per Amatrice, dove circa 25 famiglie alloggiano nelle cosiddette Sae (soluzioni abitative d’emergenza) mentre altre 38 aree sono state consegnate, altre 28 casette sono state portate a Norcia, dove salgono così a 101: si conta di soddisfare la richiesta dei 500 moduli totali per Norcia entro l’estate.
Nelle Marche, invece, è tutto fermo. A oggi non c’è un marchigiano che vive nelle casette. «Ma come mai non si muove nulla – si chiede anche il sindaco di Amatrice Pirozzi -? È un dramma lì», dove sono in attesa di poter tornare tra le montagne oltre 4.600 persone, sballottate da un hotel all’altro della costa per far posto ai turisti estivi. E suona paradossale che a parlare di dramma per le Marche sia il primo cittadino del paese che ha avuto 221 morti il 24 agosto. Solo nell’Ascolano sono state portate le casette: 26 a Pescara del Tronto, ma nessuno ci abita dentro, la fase di montaggio è stata completata e si attende l’avvio dell’urbanizzazione esterna. Se tutto va bene, saranno consegnate ai cittadini a fine maggio. Il dato ancora più allarmante riguarda però il Maceratese, il territorio più colpito, insieme all’Umbria, dal doppio sisma di ottobre: in nessun Comune sono partiti i lavori nelle aree di urbanizzazione.
Nelle Marche: sono state ordinate 1.819 casette (Sae), di cui 1.566 per il Maceratese, 12 per il Fermano e 241 per l’Ascolano, destinate a 5.040 abitanti. In tutto le casette richieste dai Comuni delle Marche sono 2.502, un numero che la Regione spera di ridurre sistemando sfollati negli immobili invenduti, circa 1.000 ricavati dal bando Erap.
Nel dettaglio, stando ai dati forniti dalla Regione, i Comuni con le aree individuate, di cui si è stabilito il cronoprogramma sono, nell’Ascolano, Acquasanta Terme (località Armi), casette per fine agosto (7 casette), ad Arquata del Tronto, esclusa la già citata Pescara del Tronto, nella frazione di Borgo casette ad agosto (54 casette), di Borgo 2 a settembre (31 casette), di Pretare (26 casette), Piedilama (16 casette), Faete (14 casette) ad agosto, di Spelonca-Colle (33 casette) a settembre, nel Comune di Montegallo alcune ad agosto e altre a settembre (34 casette per 84 abitanti).
Nel Maceratese le casette arriveranno a Caldarola a ottobre (3 casette), a Camporotondo di Fiastrone a fine luglio (7 casette). A Castelsantangelo sul Nera, nel capoluogo a settembre (37 casette), nelle frazioni di Gualdo ad agosto (11 casette), di Nocria a settembre (12 casette); a Fiastra-Polverina (10 casette) e Fiegni (14 casette) a luglio, a Gagliole ad agosto (13 casette). A Muccia a luglio (159 casette per 532 abitanti), a Pieve Torina a ottobre (208 casette per 658 abitanti), a San Severino a ottobre (100 casette per 288 abitanti), a Serrapetrona a settembre (16 casette), a Ussita ad agosto (68 casette per 210 abitanti). A Visso, nella frazione Croce a giugno (70 casette per 232 abitanti), Borgo San Giovanni agosto, Villa Sant’Antonio a ottobre. Mancano all’appello (aree ancora senza tempistica) Force (Ascoli), San Ginesio, Petriolo, un’area di Ussita, Camerino con 202 casette (Macerata), Monterfortino e Amandola (Fermo). Il rischio concreto è che un altro autunno arrivi senza che ci sia traccia di casette in molte zone dell’entroterra.