116. STORIE DAI BORGHI. L'ABBRACCIO, E LA SOLITUDINE DI CHI SI AMMAZZA

Buongiorno, commentarium. Sto per scrivere poche righe antipatiche, ma dopo il putiferio suscitato ieri sera su Facebook da uno status sul diritto a proposito della  vicenda Riina, penso di averci fatto il callo.
La notizia in questione è RisorgiMarche, un’iniziativa di Neri Marcorè e di tanti cantanti e artisti che si recheranno sui Sibillini e altri luoghi del cratere con la loro musica, in sostegno alle terre colpite. E va bene, va benissimo, intendiamoci.
Mi piacerebbe solo una cosa, però. Che mentre ci si attiva per portare musica e sostegno e bellezza per le popolazioni, quegli stessi artisti, dagli altipiani e dai prati dove saranno, chiedessero conto alla Regione Marche della catastrofe in cui hanno gettato i loro cittadini, che dopo mesi e mesi non hanno alloggi provvisori, non hanno fondi, non hanno il famigerato sostegno, non hanno alcuna prospettiva di futuro (figurarsi la ricostruzione). Perché l’abbraccio affettuoso di cui parla Marcoré non può nascondere tutte le colpe che ci sono, e sono tante, e sono gravissime.
E ieri hanno fatto un’altra vittima, di cui certo non si parla: quell’uomo di Sarnano che si è impiccato, come altri prima di lui, e che non fa notizia, certo, perché è l’abbraccio che fa notizia. La morte e la disperazione tengono banco per un paio di giorni, poi svaniscono.
Felice martedì.

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