Torno dalle Marche con uno strano stato d’animo. Da una parte la gioia per aver rivisto il paesello, sia pure per due giorni, e per aver iniziato il piccolo tour de “L’arrivo di Saturno” da Sassoferrato, dove Italo Toni è nato, e dove ho rivisto o conosciuto il cugino e il fratello, Alvaro e Aldo. Dall’altra, la sensazione di immobilità: è estate, iniziano a tornare, nei paesi rimasti in piedi, quelli che hanno nostalgia, come me, e che desiderano i luoghi cari, come me. Le cose sembrano identiche ma non lo sono. Perché basta deviare un po’, e passare da Muccia o da Pieve Torina o da Visso, e nulla è identico a un’estate fa.
Qualche notizia che riguarda Castelsantangelo sul Nera. Da una parte è arrivata (con lieve ritardo, eh) la prima stalla, una tensostruttura nella frazione di Nocelleto. Però, però, altre cose non accadono ancora. Qui, per esempio:
“La Strada provinciale 477 che collega Norcia a Castelluccio, in Umbria, riapre oggi, ma sul versante marchigiano del cratere sismico, a Castelsantangelo sul Nera, la viabilità è ancora bloccata, e la gente si sente ‘figlia di un dio minore’. Ovidio Valentini, il giovane vice sindaco della cittadina, incontra l’ANSA nell’unico locale cui i non addetti all’emergenza possono accedere. A Castelsantangelo sono rimasti solo venti nuclei familiari.
Vivono nei camper, dove la temperatura percepita supera i 45 gradi. Le altre 280 famiglie sono dislocate in strutture lungo la costa o hanno trovato una sistemazione autonoma, in molti casi presso parenti o amici a Roma. Valentini ricorda che le casette erano state ordinate insieme a quelle di Amatrice subito dopo il primo terremoto del 24 agosto 2016. Ad Amatrice le Sae sono già state allestite. Qui invece i lavori per la piattaforma che dovrà ospitare le prime 11 nella frazione di Gualdo sono appena cominciati. (Ansa)”