So che le storie dai borghi, in questi giorni, stanno diventando meditazioni sui borghi. Ne sento il bisogno, come molti, perché i bagliori sinistri che vengono dalla deformazione della cronaca rischiano di far perdere di vista il reale. “Illusionisti, vostro onore. Gente di spettacolo. Uomini che vivono camuffando semplici e talvolta brutali verità per strabiliare, per incantare” (The Prestige, cit.). Ora, l’illusionista può avere un fine nobile, come il piacere che quell’incanto provoca, oppure un fine miserevole, come quello di deformare la realtà a proprio vantaggio. Stiamo dunque assistendo a uno spettacolo di illusionismo.
Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, interviene ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia, e denuncia che i soldi donati dagli italiani via sms sono scomparsi. Non è tecnicamente vero, mentre è vero, e su questo blog e non solo se ne è parlato a lungo, che con i soldi degli sms alcune regioni, fra cui la Regione Marche, intendevano finanziare o hanno finanziato progetti che con la ricostruzione post-terremoto non hanno nulla a che fare, dalle piste ciclabili alla grotta sudatoria. Ma il contesto da dove Pirozzi “denuncia” fa la differenza: e lo fa, nel caso, perché le parole del sindaco sono l’avvio di una campagna elettorale che sarà sanguinosa e si combatterà sulla pelle dei terremotati.
Analogamente, la storia di Peppina diventa terreno di combattimento per identico fine elettorale grazie a Matteo Salvini, e naturalmente a Barbara D’Urso e alla deformazione vittimistica e sentimentale, e dunque non veritiera, di quel che avviene da un anno nelle Marche e non solo. A Peppina e a migliaia di persone: come la bambina nata in questi giorni in una roulotte (occorrerà evitare di dire dove, per schivare le telecamere della D’Urso e le felpe di Salvini? E’ una buona domanda, a cui non ho ancora risposte).
Pirozzi, Salvini e D’Urso camuffano una verità che rimane sullo sfondo della loro messa in scena: è vero che tutto è fermo, che nelle Marche, per dire, sono state rimosse 145mila tonnellate di macerie su un totale di un milione e trecentomila, e che sono state consegnate 110 casette su oltre 1800 necessarie. E’ inconfutabile, come è inconfutabile la politica pasticciona, irresponsabile e infine gelidamente lontana della Regione. Eppure non è quello che ci fanno vedere: quello che ci fanno vedere è “sono una vittima dello Stato come voi, dunque votatemi, o guardatemi”.
Non è esattamente così. Il paradigma della vittima, fatelo dire a una femminista rompiscatole, paralizza e immobilizza, dunque va spezzato. E’, invece, il discorso sulle comunità che deve essere rafforzato, e quel discorso è più fragile che mai. Su quello occorre lavorare. Smontando anche, parola per parola, i giochi di prestigio di chi pretende di parlare a nome di tutti, e sta parlando per sé, e soltanto per sé.
Abracadabra.