16. STORIE DAI BORGHI. ANTONELLA, ARCEVIA E IL SILENZIO DELL'ABBANDONO

Pensa un po’. Se adesso i terremotati, o parte dei terremotati, si schierassero per il Sì o per il No, avrebbero una marea di visibilità. Funziona così, in questi giorni e in questo paese: incatenati a una rissa che oppone gli uni agli altri, dove se qualcuno osa prendere posizione, per l’una o altra parte, viene accusato di uscire dal suo ruolo (nel caso, Lucia Annibali, che si è “permessa” di dire qualcosa di diverso rispetto al tema a cui è obbligata: femminicidio e violenza contro le donne). Pensa un po’: un immenso terreno di scontro, senza limiti perché è virtuale, dove sfogare astio, rabbia, risentimento prescindendo, quasi sempre, dal merito. Si tratti del Sì o del No, davvero non c’è differenza alcuna.
Intanto scade il primo mese dall’ultima grande scossa del 30 ottobre (ce ne sono ancora, ce ne sono ogni giorno, se qualcuno desiderasse saperlo). Intanto le cose non sono cambiate, certo. Intanto le vostre storie sono qui. Oggi, Antonella Marchi canta Arcevia. La Gola della Rossa.

Notte faticosa, non per scosse ma per il pensiero del silenzio che circonda questo terremoto. Silenzio che sembra partire dai paesi vuoti e diffondersi su tutto il Paese.
Allora dobbiamo veramente inventarci qualcosa, tante idee per mantenere vivi questi monti e queste terre e le sue genti. Abbiamo questa responsabilità. Già qualche iniziativa è partita, facciamo nascerne altre per continuare a vivere. E chiedere con forza di riportare al più presto le persone vicino alle loro case, alla loro storia.
Il silenzio come abbandono.
Tra le rovine delle case, tra le pietre delle chiese.
Silenzio.
E le genti portate lontane.
Silenzio.
I bambini tutti al mare.
Silenzio.
I vecchi al mare in albergo come turisti forzati.
Silenzio abbandono.
Cosa rimarrà di questi monti, di questi paesi, di queste genti?
Rimarrà la vita che vogliamo ritorni
Rimarrà perché non ci arrenderemo alle deportazioni
Rimarrà perché le lacrime innaffieranno questa nuova vita
Rimarrà per l’amore che abbiamo per queste terre
Rimarrà per la rabbia della gente dimenticata
Rimarrà perché anche noi che questa terra l’abbiamo scelta per viverci non ci arrendiamo e non scappiamo.

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