165. STORIE DAI BORGHI. GOTTA CATCH 'EM ALL.

Ma sì, sfrattiamoli tutti. Lo aveva già dichiarato il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio: «Credo che occorra evitare la realizzazione, in zone a forte rischio sismico, di nuove costruzioni di cui non risulti accertata la conformità alle norme vigenti. Sarei un irresponsabile se, nell’esercizio delle mie funzioni, consentissi tanto». Ora passa all’azione. Non solo Peppina, ovviamente, ma tutti coloro che si sono costruiti una casetta, a proprie spese, in giardino, saranno indagati e buttati fuori. Trecento, pare. Trecento persone che non hanno avuto nulla da quasi un anno: non un container, non una casa provvisoria, neanche le macerie sgombrate. Ma la legge è legge, e una casetta di legno vale quanto un ecomostro in un parco marino. Questo è.
In proposito, leggete anche cosa scrive su lavoce.info Luigi Bobbio, a proposito dell’ultima ordinanza di Vasco Errani:
“L’ordinanza è una sequela di disposizioni formalistiche e burocratiche che invece di favorire la partecipazione, la inibiscono. Cittadini e gruppi possono formulare proposte, ma solo entro 45 giorni della perimetrazione dei siti e devono inviarle esclusivamente per via telematica (articolo 3), una disposizione che, trattandosi per lo più di borghi di poche anime, appare quanto meno strana. Possono formulare osservazioni sui piani urbanistici e ambientali dei comuni, ma solo entro 10 giorni dalla loro adozione, che scendono a 7 se si tratta di osservazioni alle contro-decisioni della commissione permanente (articolo 4). A loro volta, i comitati istituzionali dovranno emanare entro 60 giorni un regolamento sulle modalità di partecipazione dei cittadini e, se non lo faranno (e possiamo facilmente prevedere che non lo faranno), dovranno provvedere le regioni nei successivi 45 giorni (articolo 2).
Queste norme si basano su meccanismi tradizionalissimi e notissimi per la loro totale inefficienza: forma esclusivamente scritta, partecipazione individuale, nessun contatto diretto (per carità), nessun confronto né dialogo, termini perentori, attribuzione di diritti astratti (non importa se saranno esercitati o no) invece di opportunità concrete. L’ordinanza reca il titolo: “Disciplina della partecipazione”. Ma si devono disciplinare fenomeni che sono esuberanti, incontrollati, eccessivi; non i fenomeni, come la partecipazione, che sono fragili e richiedono cura e sostegno”.

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