188.STORIE DAI BORGHI. IL PICCHIO, L'INNO, I MALCONTENTI.

Era trascorso da poco l’anniversario di un altro terremoto, quello del 1997. Fu allora che la Regione Marche decise di aver bisogno di un inno, e cercò di rimediarne uno. Lo rimediarono: fu scritto da Giovanni Allevi ma, per bizzarria, non aveva parole, e dunque non poteva essere cantato.
Dunque, si tenta di porre ulteriore rimedio alla vicenda, e la Regione Marche decide nel 2013 che le parole ci vogliono: si forma una commissione di cui fa parte Giulio Rapetti in arte Mogol per scegliere il miglior testo, e si chiede ai Btwins, che sono allievi di Mogol, di eseguirlo il 10 dicembre, Giornata dalle Marche, festa della Madonna di Loreto. Vince Giacomo Greganti, con queste parole:
Nel cuore avrò i monti azzurri,
Il mare e poi le verdi terre…
Regione mia, luogo d’arte e poesia,
se io domani dovessi andar via,
vivrei soltanto per ritornare…
Perché ogni giorno io penso a te
Ovunque vai, ritroverai
gente serena e libertà
Piccoli borghi e operose città
L’anima immensa del grande poeta
che ha illuminato la nostra vita
sempre vivrà per l’eternità
se ritorni
se ritorni
tu ritrovi il sorriso
la regione delle Marche:
il Paradiso
se rimani
se rimani
da domani vivrai
tutto un mondo di felicità
Ovunque andrai respirerai
un grande senso di dignità
I paesaggi del gran Raffaello
Puoi rivedere passando di qua
Sono le Marche la terra mia
Luogo di pace e di umanità
E’ bruttissimo, e siamo tutti d’accordo: ma non è questo il punto. Non è per voler essere disfattisti a tutti i costi, e di certo non si vuole dir nulla contro il povero Neri Marcoré e il Risorgimarche che qualche perplessità in noi cattivissimi malcontenti ha suscitato. Dunque nulla si dice sul Picchio d’oro conferitogli, anche se ad alcuni di noi sarebbe piaciuto che quel riconoscimento fosse andato a chi ha lavorato duro nei mesi solitari seguiti al terremoto, o ha resistito nelle proprie terre  proteggendo i propri animali. Io, per dire, se avessi avuto un Picchio, di qualsiasi metallo, lo avrei dato ad Alice Corradini. Ma tant’è.
Siamo utopisti e romantici, noi malcontenti, e dunque non fate caso ai nostri desideri.
Però, ecco, quei 364mila euro destinati agli spot pubblicitari per raccontare al mondo che le Marche sono belle (quelle costiere, supponiamo, dove non ci sono ancora cumuli di macerie rimaste al loro posto da oltre un anno), ecco, quei soldi investiti a gennaio di quest’anno sono un po’ difficili da dimenticare, ora che il 2017 si avvia alla chiusura, e sono perfettamente in linea con il riconoscimento assegnato due giorni fa. E tante altre sono le cose che è difficile dimenticare.
Ma che volete farci? Abbiamo un premiato, abbiamo un inno, abbiamo avuto gli spot, le Marche sono bellissime e il mare è sempre più blu. Gli altri, quelli a cui scoppia il boiler, e i loro amici malcontenti, si arrangino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto