24.STORIE DAI BORGHI: NON SPOGLIATECI DELL'ARTE

Stavolta non una storia ma un appello, e poi un elenco, e poi una notizia, e infine una considerazione.
L’appello è quello dei sindaci del Maceratese, a partire dal primo cittadino di Macerata. Cosa chiedono? Che le opere d’arte dei paesi colpiti dal sisma non vengano spostate ad Ancona, ma affidate a quelle strutture locali in grado di ospitarle e proteggerle. Dice, in particolare, il sindaco Romano Carancini:
“Le opere d’arte, i tesori che raccontano la storia del Maceratese e rappresentano spesso l’identità, devono rimanere nel Maceratese. Spogliare il territorio delle sue ricchezze in questo momento di massima fragilità è inaccettabile”.
A quanto pare, come già da tempo si vociferava, la Sovrintendenza intenderebbe portare tutte le opere d’arte dei comuni colpiti dal terremoto verso la Mole di Ancona e i musei di Osimo.
“Lascia sbigottiti, ha dichiarato Carancini, il modo con cui questa operazione sta prendendo forma, nell’assoluto silenzio, non c’è nessuno infatti che sia andato a parlare con i sindaci. Invece le comunità vanno convocate, ascoltate e le decisioni vanno condivise”.
Qui i punti richiesti al Mibact. Ripartire dal patrimonio, che non è un lusso, ma sopravvivenza. Rivitalizzare attraverso mostre ed eventi. Non delocalizzare, appunto e soprattutto.
E non dimenticare. Il sindaco di Macerata ricorda anche il  comunicato promozionale che la Regione ha inviato agli operatori economici dove si legge: “il modo migliore per aiutare le Marche sia visitarle e cogliere le occasioni che gli eventi in corso in questo periodo sanno offrire”. Ma i luoghi da visitare sono Osimo, Loreto, Senigallia, Ancona, Urbino e Pesaro”. Dove il terremoto non ha colpito.
Questione di strutture ricettive? Ecco, no. Gli amici di activetourism, per esempio, stanno lavorando a raccogliere l’elenco delle strutture ricettive agibili e aperte. Ci sono e sono consultabili qui. Si sono organizzati da soli, perché dalle istituzioni non hanno avuto risposta.
Peraltro, la sensazione che si intenda coprire di silenzio le zone terremotate (tanto c’è altro da fare, giusto? Una crisi di governo, certo, qualche polemicuccia letteraria, quelle cose che tengono impegnati, insomma) si rafforza giorno dopo giorno, se si ha la pazienza di andare a spulciare i giornali on line. Come in questo caso, dove si denuncia che:
“Con l’entrata in vigore il giorno 11 dicembre 2016 dell’orario invernale scompaiono i treni e pullman sostitutivi da Fabriano a Macerata del pomeriggio e in serata. Chi arriva da Roma per Matelica, Castelraimondo – Camerino, San Severino Marche e Tolentino (le stazioni FS più vicine ai territori colpiti dal terremoto) ha come ultimo treno utile l’Intercity 540 che parte da Roma Termini alle ore 15.35 ed arriva a Fabriano alle ore 18.04 con la coincidenza per Macerata alle 18.35. Tutti i treni successivi da Roma Termini per Fabriano (15:58 – 17:38 – 18:35 – 20:58) non hanno più le coincidenze con Tolentino – Macerata, neppure tramite pullman sostitutivi”.
Franco Arminio, poeta e paesologo, scrive: “Per riabitare i paesi non è questione di soldi. I soldi servono a farli più brutti, a disanimarli. Per riabitare i paesi servono piccoli miracoli, miracoli talmente piccoli che li possono fare uomini qualunque, quelli che vediamo in piazza, quelli a cui non chiediamo niente, quelli che ci sembrano perduti”.
Ecco, servono miracoli. Il primo è quello di rompere il silenzio, con pazienza, fino a infastidire quelli che dicono “e basta col terremoto, parla d’altro”, e costringerli ad ascoltare, invece.

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