4. ALFABETO: ASTINENZE E SILENZI

Questo è il quarto e ultimo post sul dopo elezioni e sull’alfabeto della politica che, credo, andrebbe di nuovo scritto e messo alla prova. Prima di farlo, bisognerebbe ripensare anche come due concetti che sono alla base della convivenza fra donne e uomini, libertà e democrazia, stanno mutando nel tempo. Magari bisognerebbe cominciare riflettendo su quanto queste parole hanno perso di significato: un buon modo è leggere l’ultimo testo del collettivo Ippolita a proposito di Internet, La rete è libera e democratica. Falso!, che decostruisce non pochi luoghi comuni sul nostro modo di comunicare.
Magari la riflessione stessa può essere aiutata da un piccolo dato di fatto: ho iniziato a scrivere questi brevi post lunedì, anche sull’onda di pressioni uguali e contrarie affinché ogni persona coinvolta nell’avventura Tsipras prendesse una posizione netta e immediata a favore di uno dei due schieramenti che erano stati delineati. Oggi le polemiche sono scemate e l’interesse è rivolto altrove: la cinquina dello Strega, il caso Mineo, i Mondiali. Qualcuno proverà ancora a parlare di Enrico Berlinguer, dopo la sbornia commemorativa degli ultimi tre giorni. Ma qui finisce, perché ogni giornata ha bisogno di carne fresca, e la comunicazione giornalistica si è adeguata a quella che ritiene essere l’imprescindibile esigenza dei lettori che stanno comunque fuggendo altrove, perché quando ci si droga di sintesi e di “notiziabilità” l’astinenza è immediata.
E rischia di far perdere di vista la realtà. Hanno riflettuto, gli indignati della settimana, sul pronunciamento dei giudici costituzionali che sottolineano “l’interesse dello Stato a non modificare il modello eterosessuale del matrimonio” in questa decisione? Hanno idea delle conseguenze dell’affermazione per quanto riguarda non i diritti delle persone LGBTI ma delle persone tutte? Ne hanno parlato? Ne stanno parlando? Vi interessa, maledizione?

9 pensieri su “4. ALFABETO: ASTINENZE E SILENZI

  1. Ho letto le motivazioni della Sentenza e m’è passato un brivido lungo la schiena: ci stiamo “slovacchizzando” pure noi!?? Grazie Loredana per la segnalazione.

  2. Perdoni ma ho letto la sentenza e non vi ho trovato (da sinistra) nulla di cui scandalizzarsi. La sentenza in fatto e diritto riattribuisce il diritto al matrimonio laddove il cambio di sesso di uno dei due coniugi sanciva fino ad allora un automatico decaticadimento dei diritti civili connessi al dispositivo contrattuale sancito dall’unione.
    Ma forse quello che scandalizza è la seguente frase: “l’interesse dello Stato a non modificare il modello eterosessuale del matrimonio”.
    Ora, essere di sinistra non vuol dire essere o diventare ineluttabilmente stupidi, è d’accordo? Uan legislazione moderna deve normare i diritti della coppia e i diritti del matrimonio che sono due cose diverse, altrimenti aboliamo il secondo e attribuiamo alla prima tutti i diritti. Nel momento in cui si legifera per la coppia (ed è ciò che la Corte costituzionale ha esortato il legislatore a fare) il matrimonio diventa il contratto che implica la riproduzione o non è.
    Ovvio che lo Stato abbia tutto l’interessa a non modificare il modello eterosessuale del matrimonio: la ragione è logica perché statistica. Nel momento in cui l’omosessualità rappresenta tra il 2 e il 3,5% del totale delle scelte, e dando per scontanto che non sia un trend in ascesa o in discesa e che una percentuale cognitivamente fortunata, saggia ed epicurea di lgbt abbai maturato una sana avversione per i figli, la riproduzione deve essere tutelata dallo Stato. E poiché oltre il 96% del rimanente si riproduce per via eterosessuale, è ovvio che il modello di riferimento resti quello.
    Senza per questo pensare che ciò rappresenti una discriminazione per le scelte sessuali alternative nel momento in cui la coppia viene tutelata qualsiasi scelta sessuale la configuri.
    Non è difficile, non crede?

  3. Hommequirit (può cambiare nick un miliardo di volte, lo stile e l’arroganza sono inconfondibili): la statistica qui non è pertinente. E credo che abbiamo un concetto di Stato, oltre che di diritti (per non parlare di sinistra) molto diverso. La saluto caramente.

  4. No. La RETE NON È LIBERA NÈ DEMOCRATICA.
    “quella” sentenza (tremenda) è solo una delle tante prove di come la chiusura delle menti crei la paura e quindi la repressione senza curarsi degli aspetti veramente democratici,veramente etici,veramente equilibrati nel rispetto della persona. Che “persona” è anche il diverso,chi non si capisce. Mirka

  5. Gentile Accacuerre,
    Nel suo post ci sono molti errori e qualche offesa (lgbt “epicurei”, ad esempio: ci sono anche etero che scelgono di non avere figli, sa? Epicurei anche loro? E lo sa che d’altra parte ci sono 100.000 bambine e bambini in Italia che vivono con due genitori dello stesso sesso e non hanno diritti?). L’omosessualità, al pari dell’eterosessualità, non è una scelta (tanto meno “alternativa”, semmai minoritaria), ma una caratteristica innata della persona; l’OMS l’ha definita il 17 maggio 1990 (oggi celebrata come Giornata mondiale contro l’omofobia) “una variante naturale del comportamento umano”.
    Detto ciò, che il matrimonio sia “il contratto che implica la riproduzione” è falso. Sia perchè hanno diritto di sposarsi anche le coppie sterili o infertili, o le coppie di persone non più in età fertile. Sia perchè, d’altra parte, la tutela giuridica riconosciuta ai bambini nati fuori dal matrimonio è (finalmente) la stessa di cui beneficiano i nati all’interno del matrimonio. Quindi è giusta l’incredulità di Loredana Lipperini, che è anche la mia.

  6. Caro HQR,
    seguendo il suo ragionamento un buon 50% dei matrimoni (etero) contratti in Italia dovrebbero essere nulli o vietati: s’è mai chiesto come mai sono valide le nozze tra persone sterili, in questo Paese? Ha mai sentito parlare di affido o adozioni?
    Leggendo le sue farneticazioni da adepto pro-life capisco anche perché in questo Paese tutto-famiglia-e-per-la-vita sia così difficile adottare e procreare in forme diverse dal mero accoppiamento carnale. E perché i figli adottivi (così come i loro genitori adottandi) siano considerati di serie B.
    A ben pensarci, se tutti si facessero prete l’umanità si estinguerebbe… no?

  7. @Antonio Soggia scrive: “E lo sa che d’altra parte ci sono 100.000 bambine e bambini in Italia che vivono con due genitori dello stesso sesso e non hanno diritti?).”
    Lei ha chiaramente voglia di scherzare, suppongo. Perché impegnarsi a confutare una sesquipedale e apodittica sciocchezza come è questo dato by arcigay? Se lei lo ha citato e non si è manco reso conto dei criteri con cui è stato ottenuto il dato, come posso io insegnarle a capire la consistenza di ciò che legge? Non solo la ricerca Modi.di è metodologicamente irrilevante ma lei ha fatto di più: ha pensato che 100000 fossero figli di coppie gay o lesbo n(addirittura che vivano con coppie omosessualei!) e non i figli di UN genitore omosessuale, che nel caso di gay è chiaro avere fatto coming out post matrimonio eterosessuale, altrimenti non si capisce come faccia ad avere un figlio, proprio o in adozione.
    Il fatto che l’omosessaulità sia una caratteristica innata mal si concilia con la possibilità di fare figli. Ora, il contratto del matrimonio nasce a fini di riproduzione e lo Stato ha interesse a tutelare i nascituri per il bene della comunità NON del singolo cittadino, non so se è chiara la differenza. Come per i vaccini, l’obbligatorietà sciaguratamente decaduta serviva a tutelare l’insieme dei cittadini e non il singolo, che oggi è libero di non vaccinarsi ma mette a rischio tutti gli altri con il suo egoismo e la propria scelta irrazionale. Ecco un punto in cui il culto del dirrto di autodeterminazione individuale rappresenta un danno alla collettività. Non per dire ovviamente che il gay che adotta sia una minaccia ma per capire per quale motivo uno Stato *favorisca* un modello invece che altri ritenendo che ne derivino vantaggi collettivi e non individuali. D’altronde pensiamoci: tutte le politiche fiscali, gli aiuti, le esenzioni alle coppie con bambini sarebbero discriminatorie nei confronti degli altri cittadini e delle altre coppie che non hanno o scelgono di non avere figli. Se non lo sono, è perché lo Stato esplicita di preferire un modello a un altro per il bene sociale, che non può corrispondere a una somma di individui infecondi. E questo lo dico da cultore di Erode e l’ultima cosa che farei è un figlio. per questo invidio le coppie omosessuali: perché di solito possono evitare, naturaliter, la soccciatura della riproduzione e mi rende perplesso che due uomini o due donne, felici nella loro scelta di coppia, desiderino un figlio che è estraneo alla natura di quella coppia. Puro egoismo, anche se d’altronde l’egoismo è pari negli eterosessuali, quindi pari diritti, se non fosse che io proibirei anche le adozioni nella stragrande maggioanza dei casi e fosse per me indirei anche l’obbligo di patente per la riproduzione.
    Ora, il fatto che si possano adottare bambini, che esistano infertilità nella coppia, che consciamente non si voglia figliare, sono tre motivi che in nessun modo inficiano il contratto di matrimonio che statisticamente si basa, perché si risolve sempre, in una maggioranza di genitori riproduttivi. Dire che poiché esistono le tre deviazioni (in senso statistico, non morale né patologico) sopra citate ALLORA il matrimonio sarebbe un surrogato giuridico di una coppia senza fini riproduttivi e da qui ogni coppia che ontologicamente non possa avere fini riproduttivi abbia diritto al matrimonio mi sembra un uso spregiudicato, perché illogico, del principio di analogia.
    Se una coppia vuole riprodursi lo può fare previo utilizzo di tecnologie se è sterile o può adottare, anche se fertile e per ragioni del tutto arbitrarie. Non vale però a questo stadio la tecnica argomentativa del considerare un difetto nella coppia eterosessuale per dedurne che allora anche la coppia gay avrebbe lo stesso diritto in quanto simile in condizione di deficit. Se l’adozione verrà permessa agli omosessuali allora è logico attendersi che anche il diritto del single venga soddisfatto. A me va benissimo: è pieno il mondo di autolesionisti, non vedo perché dispensare gay e lescbiche dal martirio della genitorialità. Ammetto comunque di non capire per quale motivo essere gay, visto che non è una scelta, dovrebbe implicare il ruolo del genitore, che invece è una scelta e biologicamente non è disponibile a quel tipo di coppia. Se nasci vegetariano perché volere la carne?
    Ma uno Stato controlla ed esorta alle unioni per il motivo che al contempo eroga welfare verso di esse, dalla pensione di reversibilità all’assegno familiare. In fondo è lì che si gioca la partita. Ma il tasso di omosessuali è nel tempo costante e il loro apporto di figli alla società è zero. Si può sostenere che è ridicolo e ricorda un po’ il fascio totalitarista pensare a uno Stato che esorta alla riproduzione ma occorre essere onesti: nessuna Nazione può prosperare nel lungo termine per bassa natalità della sua popolazione senza l’importazione o l’uso di schiavi altrui. E perciò uno Stato in modo più o meno esplicito perseguirà la politica riproduttiva più efficiente, che rimane quella eterosessuale allo stato della tecnologia esistente.

  8. Come titolare del blog, mi scuso con Antonio Soggia e con quanti si sentiranno legittimamente offesi dai toni usati da hqr-hommequirit, da anni presenza violenta e supponente in ogni blog dove si parla di questioni di genere. Di qui il ban, reiterato e non accettato, come si vede. Mi dispiace, lascio il commento solo perché se ne comprenda la motivazione.

  9. Più che offesi, direi che è un’ottima palestra per allenarsi contro l’ignoranza umana: pensare che la genitorialità sia legata esclusivamente alla fertilità biologica e alla diversità di genere significa non sapere nulla del desiderio di genitorialità e men che meno dell’amore come donazione di sé. È evidente, ma HQR non se n’è neanche accorto (e con lui sapessi quante e quanti!!).

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