52. STORIE DAI BORGHI: I SIBILLINI FRA EMERGENZA E RESISTENZA

Cosa succede sui Sibillini? Come si resiste? Lo spiega qui Paolo Piacentini, presidente Federtrek, in un articolo scritto per la rivista di settore. Come si vede, il pendolo oscilla sempre fra emergenza e, sì, resistenza.
Approfitto per una comunicazione di servizio: domani e il sabato successivo sarò a Macerata per I giorni della merla, il piccolo festival d’inverno nato nell’ambito di Macerata Racconta e ideato lo scorso anno insieme a Lucia Tancredi. Domani sarà con noi Serena Vitale. Sarà l’occasione per raccontare inverni vicini e lontani, crudeli e no. Se ci siete, vi vedo volentieri, come sempre.

Mentre mi accingo a scrivere per aggiornarvi su come procede la fase post-terremoto e mantenere un faro acceso che eviti il tunnel del dimenticatoio, arrivano le ennesime scosse a raffica ad accompagnare un inverno molto nevoso che mette a dura prova la resistenza psico-fisica di popolazioni ormai allo stremo. Questo nuovo evento sismico si è verificato vicino il Lago di Campotosto, tra Amatrice e l’Aquila, in una zona che l’INGV aveva segnalato alla Protezione Civile come possibile sistema di faglie che si poteva riattivare. Ma la novità drammatica non è solo il nuovo sussulto della terra ma anche la tragedia di una slavina che ha distrutto un Albergo alle pendici del Gran Sasso nel comune di Farindola (costruito in un luogo non proprio sicuro dal punto di vista del rischio valanghe e dissesto). Insomma tutto ciò non poteva che amplificare le difficoltà della macchina dei soccorsi che si vedono ampliare di molto il territorio dove operare in emergenza. Per le aree già colpite duramente nei mesi scorsi i disagi a carico dei pochi residenti rimasti a presidiare case, stalle e piccole attività imprenditoriali sono di molto amplificati.
Proprio il tema della ricostruzione è quello che preoccupa di più le comunità locali perché non hanno una percezione chiara su tempi e modalità e hanno il timore che l’esodo diventi definitivo, almeno per gran parte della popolazione che senza una ripresa di una qualche credibile attività economica non ha più motivo e possibilità di risiedere nei luoghi d’origine ( sembra che molte persone hanno già trovato altre occupazioni in zone lontane). Con l’arrivo della neve e del gelo a soffrire sono anche gli animali, sia quelli domestici come cani e gatti che in alcuni casi vengono accuditi e salvati, (ad Ussita una giovane veterinaria sta facendo un lavoro di cura encomiabile), sia il bestiame che rappresenta delle micro- economie locali importanti per assicurare un presidio diffuso delle are interne. Sul fronte del sostegno agli allevatori anche la Federtrek si è mossa contribuendo ad installare una tenso-struttura ad uso stalla vicino ad Amatrice ma l’emergenza è molto forte ed in alcune zone del maceratese si lamentano lentezze ed assenza di sostegno con il rischio di moria di capi o di una macellazione fuori programma, come sta accadendo in alcune piccole aziende di Pieve Torina, l’estremo nord della faglia dei Sibillini. Marco Scolastici, nella sua azienda a 1000 mt di quota sopra Visso, per qualche giorno ha vissuto una condizione di pieno isolamento causa neve che ha messo in serio pericolo tutto il bestiame, tra cui molti asini.
Alcune prime storie raccontate nel numero precedente stanno maturando come la rinascita di Bolognola che ha riaperto i propri impianti di discesa e ha riattivato le stalle con l’aiuto di giovani agricoltori marchigiani o come il progetto “ FUTURO INFINITO” delle ragazze della libreria Kindustria di Matelica, ma anche per queste storie di coraggiosa resistenza e di rilancio immediato di una prospettiva di futuro i problemi non mancano e chiedono che le istituzioni regionali facciano la loro parte con una strategia per le aree interne più chiara e lungimirante; insomma che si elabori una vera strategia per il futuro.
Forse un’occasione per provare a disegnare una strategia in un’area a vocazione turistica, può essere quella di approfittare del 2017 Anno Internazionale del Turismo Sostenibile e prendere piena coscienza del valore aggiunto che può avere la presenza di un Parco Nazionale, nonostante il colpo duro subito direttamente o indirettamente dalle varie scosse alle strutture di servizio della stessa Area Protetta.
Il terremoto ha causato molti danni alle strutture e infrastrutture del Parco che costituiscono il sistema di fruizione dell’area protetta. In particolare sono inagibili la sede del Parco a Visso, 5 dei 7 Rifugi escursionistici del Grande Anello dei Sibillini, aree faunistiche, centri visita e diversi percorsi escursionistici a piedi e in mtb. L’Ente Parco si è attivato per ripristinare le strutture danneggiate, avviando anche una campagna di raccolta fondi. Una parte dei fondi raccolti sono a sostegno delle attività economiche locali e, in particolare, degli allevatori. È stato inoltre pubblicato l’elenco ufficiale delle attività economiche ancora attive nel territorio del Parco. Per maggiori informazioni www.sibillini.net. Nonostante i danni subiti che permettono una più difficile fruizione della rete sentieristica, è proprio da questa forma di turismo leggero che bisogna ripartire integrandolo sempre di più con tutte le altre attività economiche sostenibili.
Per ovviare all’inagibilità dei rifugi alcuni piccoli operatori hanno installato la yurta mongola, come l’ottimo Marco Scolastici che vive in un luogo fantastico sopra Visso. Noi continueremo, come dicevo all’inizio, a mantenere accesa una luce e a fine giugno con l’ennesima Lunga Marcia per l’Aquila attraverseremo tutta la faglia da Camerino ad Amatrice per arrivare come sempre a l’Aquila, ma di questo parleremo nei prossimi numeri.

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