Appunto, siamo nell’inverno del nostro inconshow (la definizione, geniale, è di Franco Lolli) e della nostra campagna elettorale, e a volte le due cose coincidono. Tempo di incontri e di appelli: tutti incontrano tutti e promettono tutto. Affermazione qualunquista? Non so, può anche darsi, ma raramente ho sentito così profondamente la verità del vecchio adagio secondo il quale le parole sono pietre, o dovrebbero esserlo quando vengono usate: nel senso che andrebbero, sempre, meditate. Per dire, leggo il sacrosanto appello Ripartire dalla cultura, ma quando leggo le promesse dell’on.Buttiglione un pelino di perplessità in materia non riesco a evitarla.
E poi c’è la questione femminile. Per essere più precise, c’è la questione del femminicidio: recentemente, Antonio Ingroia ha risposto all’appello con cui Luisa Betti aveva chiesto ai leader della sinistra di prendere posizione in materia. Intanto, questa è la risposta:
Cara Luisa Betti,
la parità di genere e la salvaguardia dei minori contro ogni forma di violenza e di discriminazione rappresentano una fondamentale battaglia di giustizia sociale, che abbiamo intenzione di condurre in Parlamento come un impegno essenziale del nostro progetto politico. La tutela della donna costituisce ancora un’emergenza sociale, la violenza su di loro va contrastata attraverso politiche educative e di prevenzione, inasprimento delle sanzioni e tutele adeguate per chi é vittima di ogni atto lesivo dell’integrità fisica e psicologica.
L’articolo 3 della Costituzione stabilisce che nessuno può essere discriminato per causa di razza, sesso, religione, opinioni politiche e condizioni personali e sociali. Un principio fondamentale che purtroppo non è ancora garantito: per questo, in Parlamento, presenteremo una proposta legislativa contro il femminicidio. Allo stesso modo, la tutela dei diritti dei minori non viene garantita dagli attuali strumenti normativi ed è necessario adeguare la nostra legislazione a quella delle democrazie più avanzate. Quella dell’affidamento è una questione delicata ed urgente da affrontare, insieme a quella della protezione dei minori da ogni tipo di abuso. Noi siamo dalla parte dei non tutelati. Un Paese che vuole dirsi moderno non può consentire che siano calpestati i diritti basilari dell’individuo, anche per questo serve una Rivoluzione Civile.
Antonio Ingroia
Va bene, non cercherò il pelo nell’uovo e proverò a ignorare il termine “tutela” (a cui mi piacerebbe venisse sostituito “diritto”, che viene usato più sotto). Però c’è un punto che non mi piace affatto e riguarda proprio l’inasprimento delle sanzioni. Credo che non si sottolineerà mai abbastanza un punto: le sanzioni esistono già. Il problema è la prevenzione. Il problema è culturale. Il problema è educativo. Il problema è dei centri antiviolenza (pochi e privi di fondi). Questo, però, sarà difficilissimo farlo passare.
Perchè, nell’inverno del nostro inconshow, valga per tutti noi quello che Marco Revelli ha scritto tre anni fa. Questo:
“Una mattina ci siamo guardati allo specchio e non ci siamo riconosciuti. Collettivamente. Qualcosa sembra essersi spezzato nel profondo, alla radice di quelli che vanno sotto il nome di “sentimenti morali” della nazione. Il risentimento sembra diventato costume nazionale, la principale cifra del rapporto reciproco e soprattutto di quello con l’Altro”.
Tre anni fa. Le cose, intanto, sono andate molto peggio.
L’inasprimento delle sanzioni serve a tutelare la coscienza e in caso a peggiorare il fenomeno. Bisognerebbe invece mettere in mano alle forze dell’ordine più strumenti in grado di intervenire, nelle fasi precedenti il femminicidio. La correlazione tra certi comportamenti violenti, e la possibile svolta omicida sembra non essere contemplata.
Poi sinceramente, tutela o no, questo tipo di risposte le trovo irritanti, perchè si capisce subito nella loro evasività e brevità che è strumentalizzazione del tema e campagna elettorale. E aspetta due cazzo di giorni, prendi una persona dei tuoi scagnozzi che si occupi di violenza di genere, e redigi qualcosina di un tantino più concreto, e informato e con due dati alla mano. Il resto è fuffa. Ingroia lo disprezzavo prima, mo’ sto più sicura.
Sono d’accordo con te, Zaub. Immaginavo che la questione sarebbe stata utilizzata in campagna elettorale ma, santi numi, almeno la utilizzassero con competenza.
Questa “fame” di voti, alla quale ogni candidato prostituisce se stesso e la sua cosiddetta agenda, è insopportabile e vergognosa.
anche a me il termine tutela non è piaciuto ma credo sia una deformazione di ingroia che tende a parlare in giudichese.
allo stesso modo non mi è chiaro se ingroia intende le sanzioni come un deterrente (non credo lo siano) e se considera la funzione rieducativa o punitiva della pena.
Scrivi molto bene, Loredana, che si lasciano i centri privi di fondi, centri che sanno come si lavora e potrebbero loro dare indicazioni, e andrebbero ascoltati. Una risposta concreta sarebbe stata fare riferimento alle risposte che già ci sono. Come non vergognarsi, tra i tanti slogan, di quel raccapricciante “nostro progetto politico”? Ma nostro di chi? Sempre la solita contrapposizione noi-voi, Ingroia si sente già dall’altra parte, evidentemente. E tanto per cambiare non ha capito nulla, o forse fin troppo.
Temevo e prevedevo questo genere di risposte.
Risposta vacua, evidentemente improvvisata e scritta anche male. Del resto come aspettarsi altro da un partitino che nasce aggrappato a un leaderino, sul modell(ino) vagamente sudamericano dei barbudos che di pregi ne ebbero tanti, ma certo in quanto a machismo non erano secondi a nessuno.
Non mi stupisce che Ingroia dopo la risposta data alla Bocassini usi in modo propagandistico e strumentale la questione dei femminicidi e della violenza sulle donne, scrivendo due righe inutili e scontate.
Questa campagna elettorale ormai è come un circo impazzito dove non si ha più rispetto per niente e per nessuno, le leggi razziali, Falcone e Borsellino, Balotelli, la cagnetta tutto va bene per recuperare qualche punticino e una bella poltrona.
La coerenza non sanno più cosa sia, se penso che nel Lazio i Radicali appoggiano Storace che candida la Tarzia mi manca l’aria!
Mi sembrano spunti interessanti quelli che Marina Terragni riporta sul suo blog dal programma di Umberto Ambrosoli candidato Presidente della Lombardia. Un piccolo passo per iniziare a lavorare seriamente sull’occupazione femminile e differenze di genere. Avrei voluto linkarli qui ma il pc fa i capricci e non volevo occupare spazio alla padrona di casa!
I sentimenti morali della nazione. Si, concordo con Revelli. Si sono spezzati e continuano a spezzarsi. Sono sminuzzati, ormai
Siamo preda di egoismi e violenze. Verso i più deboli certo, perchè viene più facile. Aspettarsi che la politica cambi qualcosa è illusione, perchè essi stessi incarnano egoismi. Cosa mai è venuto di “morale” dalla politica?
Occorre un grande sforzo culturale, a ragione Loredana, formativo, per ripristinare valori guida che ci stiamo perdendo: l’amore, il rispetto e la cura del prossimo, il sostegno a chi subisce violenza, l’uguaglianza, la condivisione. Le parole di vita che ci ha lasciato Gesù: chiamiamoli anche “sentimenti morali”, non importa, chiamiamoli come vogliamo a seconda della fede di ciascuno. Basta lottare insieme affinché vengano ripristinati.
La gente che fa politica lo fa per privilegiare se stesso e il proprio clan, guidato da sentimenti a-morali. Dunque non credo possiamo contare su di loro per ripristinare i sentimenti morali.
@Giorgia: non prendermi per il petulante elargitore di predicozzi che mai vorrei essere, ma credimi, il tuo sanissimo entusiasmo di persona giovane ha bisogno di essere incanalato. Dici “La gente che fa politica lo fa per privilegiare se stesso e il proprio clan, guidato da sentimenti a-morali. Dunque non credo possiamo contare su di loro per ripristinare i sentimenti morali”. Ma quale altro metodo dovremmo praticare, diverso dalla politica, per cambiare le cose? Io francamente non ne conosco. Possiamo dire che la politica è stata invasa da figuri che tutto hanno a cuore tranne l’interesse comune, che è diventata un luogo sporco e tutto quello che vuoi, ma nel momento in cui ci associamo “fuori dal palazzo”, se vogliamo dirla così, cos’altro stiamo facendo se non politica? in altri luoghi e in altri modi magari, ma sempre politica. E non conterei troppo su questa presunta purezza di chi sta fuori dalle stanze del potere, quasi che i figuri di cui sopra siano piovuti da Marte ad invadere le nostre istituzioni: quei figuri li ha eletti il popolo italiano e quasi mai vergognandosene, ma piuttosto aderendo entusiasticamente a programmi che vaneggiavano di cannoneggiare gommoni carichi di poveracci, di eversione fiscale, di santificazione dell’evasione, di “necessità di trovare un modo di convivere con la criminalità organizzata” (sic, disse anche questo tal ministro Lunardi, interpretando quello che i più pensano senza esternare). In questo paese non c’è bisogno di arrivare ai vertici per trovare chi ruba e abusa del proprio ruolo: basta seguire un vigile urbano che si fa dare il pizzo dai commercianti per chiudere un occhio sull’occupazione abusiva di suolo pubblico, entrare in un ufficio tecnico comunale dove un geometra si vende le concessioni, sedersi alla scrivania di un consulente finanziario che ti vende una bomba a tempo che azzererà i tuoi risparmi, chiamare il call center di una compagnia telefonica che mai e poi mai ti darà l’assistenza che cerchi. Questa è l’Italia, e non sono stati i politici a ridurla così: siamo stati noi. Noi che l’abbiamo disseminata di una miriade di villette abusive adorne di madonne da Giardino, noi che abbiamo baciato le mani al santissimo di turno per avere il “posto fisso” e sederci al posto di chi quel lavoro lo meritava più di noi, noi che abbiamo tollerato l’intollerabile e girando il capo dall’altra parte per farci gli affari nostri abbiamo lasciato che bambini crescessero in miseria senza poter giocare, che uomini violenti maltrattassero i propri figli e le proprie compagne, che le prepotenze non fossero mai arginate e i torti non fossero mai riparati. Anzi, non noi, perché io (come immagino te) ci tengo molto a ribadire di non essermi mai mischiato con questa gentaglia. I politici non hanno fatto altro che replicare i comportamenti del popolo che li ha espressi, su scala più grande: quella che consentiva loro la posizione acquisita. Ora diciamo che non ne possiamo più della politica e dei politici: sarebbe più onesto e più coerente dire che non ne possiamo più di noi stessi. Ma la maggior parte della gente che abita e devasta questo paese non ha questa decenza: per se stessa, per i propri comportamenti abietti, una scusante ce l’ha sempre pronta; sono sempre gli altri, i colpevoli da mettere alla gogna.
cara Loredana, no…non provare a chiudere gli occhi sul termine tutela…a me ha fatto venire la gastrite.
Spero che Ingroia, che stava per vaere un incarico ONU, si legga le raccomandazioni CEDAW e quelle della Relatrice Speciale dell’ONU contro la violenza sulle donne all’Italia, e si faccia delle domande.
E che possibilmente trovi in quelle raccomandazioni le risposte, al posto di accodarsi a chi le ha trovate sbagliate.
credo che nel tanto famigerato Afganistan non ci siano stati altrettanti omicidi di donne,con buona pace del ganassa che 2 lustri fa ci considerava parte di una civiltà superiore(anche se per essere sinceri per inquadrare la cosa in una giusta prospettiva forse ci porterebbe troppo lontano poiché dovremmo parlare di burqa e veli,dando adito a tutti coloro,tipo quel prete dell’altra volta,che ritengono che siete voi a provocare,mentre invece si deve parlare di una vera e propria guerra di posizione.Praticamente un assedio operato ai vostri danni,con tanto di cecchini)
http://www.youtube.com/watch?v=YuKTiVPK7RY
Mischiare le cose può essere pericoloso e aumentare la confusione. Ora che in campagna elettorale le istanze sociali vengano strumentalizzate è un fatto, ma può essere vero anche contrario. Insomma l’acribia contro il messaggio d ingroia mi sembra perlomeno ingenerosa., come dire “piena di risentimento” politico più che altro. . se vogliamo criticare la sua iniziativa in generale meglio stare sul generale, come per es. ha ben fatto concisamente maurizio nel suo primo commento.
Volevo poi ridire che i diritti e tutele sono molto più simili di quanto non vorrebbero farci pensare. I famigerati “diritti” che oggi tutti vogliamo far valere, sottintendono una intrinseca debolezza, una sottomissione dell’individuo rispetto al sovrastante sistema che li dovrebbe elargire Di acqua ce n’è sempre stata per tutti adesso è diventata un diritto anche quella…
Comunque anch’io non so per chi votare, propenderei per Bersani, chissà. Oggi per dire, gli amici dei circoli arci sono andati a consegnare le chiavi al prefetto per protesta contro l’imu che gli tocca pagare anche a loro,”. La protesta è emblematica. Perché le nuove norme Imu sono state varate in seguito alla pressante campagna “laicista” orchestrata per far pagare le strutture della Chiesa cattolica, senza considerare che l’imposta avrebbe colpito tutto il non profit per una semplice ragione: che non vi era alcuna norma che esentava la Chiesa in quanto tale, ma solo una legge che esentava gli immobili di enti e associazioni nei quali si svolgono attività non profit di rilevanza sociale…”
bravi furbi! Bersani dì qualcosa di cattolico!
ciao,k.
@Maurizio, condivido quanto scrivi, è una questione che sta a monte della scelta di salire e scendere in politica. Una specie di attitudine alla italica furbizia ci pervade. Volentieri mi illudo che un volto nuovo possa davvero rappresentare una svolta. per esempio, io che non c’entro un granché con l’ideologia fondatrice del PD ho votato alle primarie Renzi, promettendo a me stessa che l’avrei votato alle politiche qualora avesse prevalso su Bersani. Mi guardo dentro e ti confesso che io stessa, se mi trovassi nella condizione di poter accedere a un privilegio, un miglioramento professionale, un’opportunità, apparentandomi a qualche fazione politica, sarei tentata di farlo, ci penserei seriamente. Eppore sono una che sgobba, che vuole farcela da sola, che dedica del tempo al volontariato.
Dunque Maurizio, diciamo che in Italia siamo tutti più o meno orientati al nostro tornaconto… cosa fare della cosa-pubblica? Appaltarla alla UE?
@K, sei stata profetica. Poche ore fa Bersani si è pisciato sotto e si arreso all’esuberanza Berlusconiana, scenderà a patti con Monti e Casini. In un certo senso… ha fatto qualcosa di cattolico 🙂
“siamo tutti più o meno orientati al nostro tornaconto”… ovvio che sia così, Giorgia. Purché il tornaconto personale non contrasti con i diritti di qualcun altro, o della collettività. E devo confessare che no, anche quando ho avuto la concreta possibilità di farlo non sono mai stato tentato di sfruttare un ruolo professionale o un’appartenenza politica per ottenere qualcosa. Non lo dico per mettermi in mostra, ma perché ci tengo a marcare la differenza tra me e quel magma indistinto in cui tu vorresti apparentare tutti e che a me fa orrore. Io non sono così e non permetto a nessuno neppure di sospettarlo. So’ antico, irrimediabilmente antico, ormai, lo so.