A SIENA!

Domani e domenica, andate a Siena, se potete. Andate, ascoltate, intervenite. Se non ora quando sta organizzando un evento che si prevede centrale nella storia recente del movimento delle donne: sostenetelo, diffondetelo.
Quanto a me, non andrò: ci ho riflettuto, ma penso che ognuno possa e debba contribuire nei suoi modi e sui propri terreni. Sono felice di averlo fatto, se l’ho fatto, con i libri, con il blog, con la radio. Ora ho un terzo libro su cui devo lavorare, e posso farlo solo nei minimi ritagli di tempo che la radio stessa mi lascia a disposizione. E’ un libro sulla maternità, uno degli argomenti chiave della questione femminile: è complesso, e anche scomodo da scrivere (tanto per cambiare).
Ammetto anche di essere piuttosto stanca: il web stesso stanca, nel momento in cui diventa una continua lotta per spiegare a chi scambia il blogging per “eccomi! sono qui! venite a leggere quello che ho scritto!” e che ulula alla censura quando viene allontanato da un blog personale (come questo), che credo in un’altra idea di fare rete. Non stacco, come vedete, ma mi prendo il mio tempo.
Grazie, e in bocca al lupo alle grandi donne di SNOQ.

10 pensieri su “A SIENA!

  1. Sì, due giornate molto interessanti, di nuovo insieme! E poi hanno pensato a tutto, e a tutt*, organizzatissime.

  2. ih e quelli che te dicono
    una vorta – io nzo d’accordo, la penso colì. Allora je risponni, si capisco la tua posizione ma io in effetti per via de xy la penso colà.
    allora la seconda, – io nzò d’accordo la penso colì e pippa de xy, mi piaceno di più w e gamma. allora je risponni, elementi interessanti specie er gamma ma io la penso colà.
    allora alla terza: tu la pensi colà perchè sei bruttona uffa, voi colaisti non vi rendete conto del fatto che siccome starnutite qui di là la farfalla e allora meglio colà! Te allora rispondi o sai che c’è che palle
    La conclusione è che te scrivi solo per ricevere complimenti.
    Riposete:)))) E scrivi!

  3. Andrò a Siena domani, un po’ sospesa tra la speranza e la disperazione che prende a guardare questo paese. Sapere che non ci sarai mi dispiace parecchio, penso che tu sia una delle “madri” di questo risveglio al femminile. Mi consolerò sapendo che potrò leggerti 😉

  4. E’ giusto che le “madri” facciano camminare i “figli” sulle loro gambe, no? 🙂
    Un bacio, Francesca.
    Ps. Sì, ho tolto due commenti che erano off topic rispetto agli argomenti trattati. A proposito di quanto si diceva. Per chi visitasse il blog per la prima volta: non si accettano OT di nessun tipo, nè contenuti che rimandino ai post dei propri blog a meno che non siano attinenti con l’argomento trattato. Norma non più trasgredibile. Grazie.

  5. Ho letto un po’ di rassegna stampa. E mi sono fermato a leggere i commenti su “Il giornale”.
    Certo, leggere “Il giornale” aumenta a dismisura il mio desiderio di possedere il Death Note.
    Ma dall’altra parte sono contento di non essere diventato come quei lettori.

  6. Non tutte possiamo andare a Siena, ma ci siamo comunque. E il lavoro lo facciamo tutti i giorni, con tutte le acrobazie temporali possibili e immaginabili.
    In questi giorni ho visto i concerti di tre donne diversissime, fortissime e gentilissime, e ho pensato che mi piace la forza, la determinazione gentile che portano sul palco, sono la concretezza del cambiamento che auspico. (Ho anche pensato alla fatica che devono aver fatto per arrivare dove sono, e alla traccia che di quella fatica si sente nel rapporto con il pubblico, nel modo in cui ringraziano). La voce di Tereza Salgueira, la musica scritta a cantata da Joan as Police Woman, il pianoforte suonato da Chihiro Yamanaka. Mi hanno dato il piacere che mi viene dal leggere blog come il tuo e libri come i tuoi. Non vedo l’ora di leggere il prossimo.

  7. Appena tornate da Siena: se il problema era come costruire una rete delle donne, esso riguarda sia chi c’era che chi non c’era; penso che soltanto tenendosi in contatto, e non misconoscendosi reciprocamente, si possa realizzare un nuovo tipo di movimento delle donne, articolato composito litigante etc etc ma necessario per espandere la consapevolezza a parti femminili enormi della società che ne sono fuori, e per cercare di definire, anche, obiettivi politici, in senso lato, eh. Il ruolo delle donne webbiche, e alcune ce n’erano, nate tali o divenute tali, è imprescindibile: spesso diversissime tra loro, sono il sale della terra. Non è necessario che ci siamo sempre tutte all’appello dei grandi incontri, è importante non oscurarsi reciprocamente, anche se la si pensa in modi diversi, perché su alcuni punti siamo d’accordo, e mi sembra che valga la pena di tenerli insieme. Scusate se è OT, ma è il primo commento che scrivo su questa giornata, perché questo è il primo blog su cui ne trovo notizia, grazie.

  8. Se non ora quando?
    Un comitato che riempie le piazze, a cui viene dato ampio spazio sui media….
    ma voi che dovreste fare informazione vi siete informate sulla natura sui fini del comitato.
    Io mi sono avventurata in un percorso che se avessi ancora voglia di ridere farebbe appunto questo ridere…..
    http://senonoraquando13febbraio2011.wordpress.com/
    Bello stampato in Home page in numero IBAN per raccogliere fondi…..per cosa possiamo saperlo?
    I comitati come lei ben sa hanno un consiglio direttivo, un presidente, uno statuto….on line niente di niente, non credo che sia neppure legale.
    Vada su CONTATTI sulla home page….UNDER CONSTRUCTION.
    Ero a NY due giorni fa e mi dicevano che negli USA è illegale raccogliere fondi senza assicuare la trasparenze.
    Le ho contattate, trovando i contatti con duemila peripezie, ma figuriamoci se rispondono….troppo impegnate a rispondere a chi applaude e non si chiede chi muove questa ennesima manovra.
    Ma voi testate impegnate, ve lo siete chiesto? O avete colmato se non altro le loro/nostre lacune….niente di niente.
    Comunque il web non è scemo, ci sono le blogger quelle indipendenti davvero, incavolate nere a dir poco.
    Sì perchè il web è per natura democratico e dovrebbe esserlo, mentre anche con loro hanno chiuso ogni piattaforma di confronto.
    Si parla di far rete…ma mi sa che in questo paese anche il web si lottizzi e non sempre e solo a fini politici.

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