ABRACADABRA

Qui si dovrebbe parlare del concetto di popolarità, di concorsi di scrittura  legati al numero di “mi piace” ottenuti su Facebook e non al merito delle storie, di attenzione data ai blog letterari in base al “livello di visibilità” dei medesimi e non alla cura dei contenuti. Qui si dovrebbe parlare di persone che guardano vicino e non riescono a vedere proprio perché sono a distanza minima.
Ma non se ne parlerà, perché avendo visto ieri sera Now You See Me (da cui viene il concetto di cui sopra), colgo l’occasione per segnalare un blog che qui non avevo ancora nominato, mentre l’ho fatto su carta, in un articolo per Repubblica di qualche tempo fa. Dove scrivevo:
“C’è chi ha pensato di indagare sulla disparità di genere partendo dall’illusionismo, e non poteva essere che uno studioso della materia come Mariano Tomatis: sul suo blog si trovano un lungo post e un documentario con lo stesso titolo, “Donne a metà”. Letteralmente.
Perché Tomatis dimostra come la terribile affermazione di Edgar Allan Poe, «la morte di una bella donna è senza dubbio l’argomento più poetico del mondo», sia stata fatta propria anche dai maghi del cinema e del teatro: dal momento in cui Georges Méliès trasforma una donna in scheletro, a quando (è il 1921) Percy Selbit presenta per la prima volta il numero della fanciulla segata in due, che ispira centinaia di trucide varianti.
Ma perché nessuno confonda i ruoli, sui cataloghi per i prestigiatori la vittima designata è sempre e chiaramente una donna. È una donna quella che sparisce. È la donna a essere fucilata, a essere impalata, trafitta dalle spade. Non solo: l’amabile Selbit arriverà a offrire 20 sterline alla leader del movimento per il voto femminile, Sylvia Pankhurst, perché si faccia tagliare in due: «per Selbit e il suo pubblico, segare in due una donna è un messaggio politico. Infierire su di lei significa tenere a bada una figura che pretenderebbe gli stessi diritti di un uomo.»
Da leggere, da guardare, da diffondere, incluso il commento di Tomatis: «Cos’è cambiato, a un secolo di distanza? Pressoché nulla. Oggi le donne continuano a essere trafitte, impalate, seppellite coi i topi e schiacciate tra gli applausi. Come se il tempo non fosse trascorso.»
Ma i motivi per visitare il blog di Mariano Tomatis, che è scrittore e illusionista, sono parecchi: perché troverete molte riflessioni sui punti comuni fra le due arti, che sono meno scontati di quel che potreste pensare. Per esempio:
“Se un tempo i trucchi dei mentalisti erano “spesi” per millantare capacità sovrumane, oggi la stessa premessa sarebbe anacronistica. Riconoscendo agli spettatori un’intelligenza smaliziata, consapevole dei limiti della percezione umana, i grandi mentalisti contemporanei li coinvolgono in un esercizio dell’immaginazione: il gioco del “come se”. Se Eco usa un avverbio per strizzare l’occhio al lettore smaliziato, anche il mentalista invoca la complicità del pubblico attraverso un registro ironico, che invita ad accettare volontariamente la premessa che i fenomeni paranormali siano riproducibili a piacere. In coerenza con tali presupposti, le performance offrono una versione alternativa del mondo, “come se” lettura del pensiero, chiaroveggenza, precognizione, ecc. fossero realtà. Adottando un atteggiamento del genere, scrittori e mentalisti si relazionano con i propri estimatori trattandoli come individui consapevoli e disincantati, senza invocare una “fede ingenua” nella realtà di un manoscritto o di una dote paranormale”.
Insomma, lasciatevi illudere, ma in modo molto più piacevole rispetto a quanto può fare una campagna su social network. Abracadabra.
Ps. Su Lipperatura si discusse, all’epoca, di The prestige: nei commenti a questo post.

2 pensieri su “ABRACADABRA

  1. Mi pare che non soltanto, in passato (e non solo), la donna sia la “vittima” ideale nei giochi di prestigio. E’ stata (ed è) anche altro: le assistenti, sempre belle e spesso poco vestite, funzionano anche da elemento di distrazione (soprattutto per il pubblico maschile), in modo da far agire meglio “il mago”: sono insomma un elemento di misdirection, in un certo senso. Certo, che la “vittima” sia una bella donna ha sempre reso più emozionante lo spettacolo, perché il senso di “perdita” è superiore: è come recidere un fiore, come sfregiare un’opera d’arte. Ma i tempi sono cambiati: la cronaca nera attuale cambia tutto e dovranno così cambiare anche quegli spettacoli. Per colpa di qualcuno non si fa più credito a nessuno, come si dice…

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