ERA SEMPLICEMENTE SENZA IDEE

Accade, probabilmente, ogni volta che una questione esce dalla nicchia ed entra nel discorso corrente, e dunque viene banalizzata, un tag fra i tanti, un inciso, un atto di pigrizia. Oppure, dati i tempi, un trend e un brand. Detto questo, come altre volte, non può non destare stupore il modo in cui viene utilizzato lo stupro: come marketing editoriale (e a questo si è fatto cenno qualche giorno fa, né si intende tornarci), come autopromozione (violenze personali vere o presunte che diventano l’arma contundente per ottenere visibilità in rete), come difesa, persino.
Saprete già che Dolores Valandro, la consigliera leghista di Padova che aveva lietamente scritto su Facebook, a proposito della ministra Kyenge, “Mai nessuno che se la stupri”, è stata condannata  a 13 mesi e al  risarcimento di 13mila euro per istigazione ad atti sessuali compiuti per motivi razziali.  Se pensate che la vicenda valga da monito per chi continua, altrettanto lietamente, ad auspicare violenze sessuali a questa e quella, sbagliate di grosso. In cambio, i promotori di un gruppo, sempre su Facebook, che invita alla solidarietà con Valandro, fanno sapere che “la Valandro Dolores non molto tempo fa è stata vittima di un tentato stupro che fortunatamente non è stato consumato, anch’esso peraltro ad opera di un uomo di origine africana con residenza irregolare sul territorio italiano, la sua reazione a queste continue notizie di violenze sulle donne è più che comprensibile sia come donna che come madre!”.
C’è qualcosa che va al di là della banalità del male, in tutto questo, al di là dell’essere inghiottiti (il verbo è quello usato da Eichmann e riportato da Arendt) dagli eventi arrendendosi a essi. Non volevo, non intendevo, non so perché l’ho scritto, non so perché lo faccio, in fondo che male c’è. E’ un’atroce apatia che non si interrompe, che continua a far reiterare orrori piccoli e grandi: oh, verbali, certo, e, oh, che male (ancora) può fare?
Ho idea che se ne stia facendo fin troppo. Ho idea che la guardia, in questi tempi, vada tenuta altissima.

7 pensieri su “ERA SEMPLICEMENTE SENZA IDEE

  1. la guardia è stanca, per citare una bellissima poesia di Geraldina Colotti. ma hai ragione: va tenuta altissima. la guardia è la ragione che dice abbassate i toni e le dita e guardate la luna. usate la ragione, ma non la ragione dell’altro per entrare in casa sua e devastarla ringhiando. usate la ragione per riconoscerci nell’altro. Non sono e non voglio essere ecumenico e buonista. Su tutto ciò che può essere foriero di femminicidio non bisogna essere buonaccioni. Ma occorre ragionare in termini molto più strutturali perché il femminicidio non è un fenomeno sociologico, è una ideologia che oggi si manifesta avendo dietro anni di assenza, di vacuità, di vanità e di resa anche nostra, di noi, delle “avanguardie”. dopo Arendt cosa è successo alle vittime? sono diventate migliori dei loro carnefici? e lo dico proprio perché sono convinto che l’ideologia del femminicidio sia presente proprio nel momento in cui la società maschile e patriarcale si sente “vittima” ed entra ringhiando in casa tua

  2. Sì, va tenuta davvero altissima anche perché sembra che la visibilità attraverso l’uso di certe parole sia più importante che il significato delle parole stesse e del loro effetto a breve e lungo termine. Sembra come se si navighi più in fondo della banalità (di cui la Arendt), oltre la ovvietà del male e con la precisa intenzione di farlo o di essere notati perché si è capaci di farlo. Non sembra, caro Silvio, che la storia riesca ancora a insegnare qualcosa… ma forse bisogna nel proprio piccolo creare una contro ideologia per accerchiare lo pseudo vittimismo di quegli uomini (e talvolta donne, ahimè) che fingono di non vedere per mantenere in tanto il consunto predominio di genere. Questi sono vittime di se stessi e non dei cambiamenti in atto e la loro paura di perdere è tanta, per questo più violenta… come sempre la storia insegna per chi vuole ricordarsene.

  3. “la Valandro Dolores non molto tempo fa è stata vittima di un tentato stupro che fortunatamente non è stato consumato, anch’esso peraltro ad opera di un uomo di origine africana con residenza irregolare sul territorio italiano, la sua reazione a queste continue notizie di violenze sulle donne è più che comprensibile sia come donna che come madre!”
    Qualcosa non mi torna. E’ come se un malato di cancro augurasse un tumore a qualcuno. O sbaglio? Magari per la Valandro vale più l’identità etnica di quella di genere, così che augurare uno stupro ad una donna nera è meno grave, anzi, è giustificabile, che augurarlo ad una donna bianca. Se così fosse lo trovo aberrante, vogliano scusarmi.

  4. la sensazione è che quando i fascisti verdi(e sinceramente non so nemmeno come cazzo chiamarli)parlano di accoglienza contingentata degli stranieri si riferiscano ai calcoli che devono fare per capire quante prostitute gli servono ai bordi delle strade per rimandare sempre il momento in cui fare i conti con il proprio vuoto,e quanta manodopera ricattabile semi-clandestina(in un gioco d’equilibrio tipico dei grandi ladri) per continuare a credersi la locomotiva d’italia
    http://www.youtube.com/watch?v=1YQTTbOdamI

  5. Mai si vorrebbe sentire dire tenere la guardia alta, ma peggio ancora che qualcuno se la stupri. Per razza etnia guerra diversità di idee, colore, cultura e quant’altro.
    L’odio verso l’latro verso il diverso, lo stupro dell’altro sesso nasce da un sentimento malato di inferiorità verso qualcosa qualcuno verso la vita stessa

  6. Quanto buonismo e quanta ipocrisia. Se la condanna fosse venuta con parti inverse, con per uno di sinistra condannato per aver augurato di morire ammazzato a uno di destra, si sarebbe subito gridato allo scandalo, detto che non c’è più libertà di pensiero, parola e opinione, e che siamo in pieno regime.
    Qui c’è una donna (mettiamo pure razzista) che augura ad un’altra di venire stuprata, e allora? Essere razzisti di per sé non è reato, per fortuna, così come non lo è neanche essere pedofili: diviene reato nel momento in cui si compio certi fatti che per la legge sono reati, ma, qui a ben vedere, mancano pure questi. C’è un augurio, un auspicio, chiamatelo come volete, ma è persino impossibile chiamarlo insulto: anche augurare a qualcuno di “morire ammazzato” è un malaugurio, ma non è un insulto; infatti l’hanno fatto diventare “istigazione”, istigazione che allora dovrebbe valere anche per tutti quelli che hanno augurato a Berlusconi di morire e per le quali si è beccato in testa un treppiedi e una statuina del duomo,

  7. Remo.Eppure i fatti stanno a dimostrare il contrario.Salvo probabili fisiologiche eccezioni nessuno ha commentato ironicamente quando Marina Le Pen si è rotta il bacino cadendo in una piscina vuota.Le facciamo i nostri migliori auguri di pronta guarigione(sperando,vanamente,che durante la convalescenza impari a ragionare un po di più quando emana pericolosi proclami razzisti)

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