AGGIORNAMENTI ULTERIORI (VARIE, EVENTUALI E DIVAGAZIONI)

Di ritorno da un mini-tour marchigiano molto bello, non posso che riproporre una notizia apparsa sul giornale di ieri. Che va letta, conservata e, nel caso, citata. In abbinamento, vi invito a meditare sull’intervento che Alberto Prunetti fa su Carmilla, a proposito dei luoghi comuni su rom e sinti. Intanto, l’articolo di Alessandra Retico:

“Si annida nelle case, ha l´arroganza del potere (maschile), serpeggia nel silenzio delle relazioni amorose o presunte tali. È trasversale per ceto e censo, si nutre dell´omertà di chi subisce. Lo stupro non è la violenza dell´estraneo, ma del marito e del compagno. Non è l´abuso barbarico dello straniero che violenta nel vicolo buio, è la tirannia sessuale che si esercita nella normalità domestica. Viene detto da anni, eppure non passa, fa male e paura ammetterlo. Lo stereotipo è invece più facile e comodo, «sarà stato un immigrato». «Ma è un riflesso condizionato falso e può portare ad orientare in modo sbagliato le priorità e il tipo di politiche». Linda Laura Sabbadini, direttore centrale per le indagini su condizione e qualità della vita dell´Istat, lo ha ricordato ieri al “Global Forum on gender statistics”, organizzato dall´Istituto di statistica in collaborazione con il dipartimento delle Pari Opportunità, il ministero degli Esteri e della Banca Mondiale. Ha ribadito come la violenza contro le donne sia invisibile nella maggior parte dei Paesi, lo è anche in Italia dove «non più del 10% degli stupri commessi sono attribuibili a stranieri contro un 69% di violenze domestiche commesse ad opera di partner, mariti e fidanzati».
I luoghi comuni reggono nell´immaginario, sempre e troppo. Le cronache anche recenti fanno scattare nell´opinione pubblica e anche nei media la tipica sentenza «non può essere stato uno di noi». E invece solo il 6% degli stupri in Italia è commesso da persone estranee alla vittima. «Se anche considerassimo che di questi autori estranei la metà sono immigrati si arriverebbe al 3% degli stupri; se ci aggiungessimo il 50% dei conoscenti, al massimo si arriverebbe al 10% del totale degli stupri ad opera di stranieri». Secondo Sabbadini bisogna rifare i conti, l´Istat infatti ha avviato il processo di riforma delle statistiche ufficiali per far rientrare i temi che riguardano il genere.
Dunque è la prossimità affettiva, parentale, familiare a generare mostri. I partner, attuali ed ex, sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevate e di alcuni tipi di violenza sessuale come lo stupro e i rapporti sessuali non desiderati, ma subiti per paura delle conseguenze. Il 69,7% degli stupri, infatti, è opera di partner, il 55,5% degli ex e il 14,3% dagli attuali: prima durante e dopo insomma. Nel 17,4% il colpevole è un conoscente, nel 6,2% estranei e gli sconosciuti che commettono soprattutto molestie fisiche sessuali, seguiti da conoscenti colleghi e amici. Inoltre, gli sconosciuti commettono stupri nello 0,9% dei casi e tentati stupri nel 3,6% contro, rispettivamente il 13,9% e l´11,8% degli ex partner. Fanno più male i maschi in casa che quelli fuori.
È il silenzio che aiuta la menzogna: le vittime di abusi sessuali dentro le mura domestiche non denunciano. Solo il 27,3% di chi ha subito uno stupro dal partner ritiene quella violenza un reato, le altre tacciono e incassano. La quasi totalità non solo non ci pensa affatto a rivolgersi alle autorità (91,6%) ma neanche ne parla a un´amica (33,9%). Vince ancora troppo spesso il timore e il pudore, forse anche la rassegnazione: solo il 28% dei compagni denunciati sono stati imputati e appena l´8% condannati. I mariti e i fidanzati se la cavano, rimangono impuniti. La violenza sessuale nell´ufficialità del matrimonio e delle relazioni stabili è tacitamente, se non ammessa, tollerata. Se è insopportabile, è stato qualcun altro”.

Ps. Sarebbe l’ulteriore riprova, questa, dopo altre indagini che si sono succedute nell’arco di dodici mesi: con l’auspicio che non venga dimenticata e digerita come le altre.

Pps. Devo due  link che non hanno nulla a che vedere con quanto sopra. Il primo, ad un’amica carissima, Elena Mora, che si è lanciata in questa avventura (auguri!). Il secondo, al fandom di Twilight, che avrà pane per i suoi denti. State bene, come sempre.

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