ALLORA CHE SI FA, EH?

"Sì sì sì, proprio così. La giovinezza deve andarsene, oh sì. Ma la giovinezza è un po’ come essere un animale. No, non proprio come un animale ma come uno di quei migni giocattoli che vendono per le strade, tipo dei piccoli martini fatti di latta e con una molla dentro e una chiavetta fuori e tu lo carichi trrr trrr trrr e quello pistona via, tipo camminando, O fratelli miei. Ma cammina in linea retta e va a sbattere contro le cose, sbam, e non può farne a meno. Essere giovani è come essere una di queste migne macchinette. Mio figlio, mio figlio. Avrei spiegato tutto questo a mio figlio quando fosse stato abbastanza bigio da capire. Ma d’altra parte sapeva che non avrebbe capito o non avrebbe voluto capire e avrebbe fatto tutte le trucche che avevo fatto io, sì".

Per chi conosce solo il film di Stanley Kubrick, il consiglio è di leggere A clockwork orange, che Anthony Burgess scrisse nove anni prima della trasposizione su schermo, nel 1962. Le ultime pagine, da cui viene lo stralcio qui sopra, forniscono una chiave di lettura importante che nel pur strepitoso lavoro di Kubrick si perdono.
Ci riflettevo ieri sera, ripensando alle Polemiche della Settimana su giovani e violenza, e andando a spulciare le reazioni d’epoca al film (da "Tempi moderni": "mentre Vincent Canby scrisse sul New York Times che il film costituiva un serio tentativo di "analizzare il significato del clima sociale capace di tollerare simili comportamenti", Fred M.Hechinger sulle colonne del Times parlò di un pessimismo sulle sorti dell’uomo di marca decisamente fascista, Pauline Kael (New Yorker) accusò il film di "fornir motivo di divertimento alla parte delinquenziale delle platee" e Roger Ebert (Chicago Sun-Times)
       lo definì "una paranoide fantasticheria destrorsa mascherata  da ammonimento orwelliano").
Ci riflettevo pensando alle accuse di "violenza estetica" rivolte a Kubrick, mentre film e libro, rivisti e riletti, forniscono ancora oggi spunti di discussione etica invidiabili. Ci riflettevo pensando a quanto abbia significato A clockwork orange per la cultura popolare (e quanto significhi ancora: l’attenta primogenita mi faceva notare quanto sia debitore al film questo video).
Dove sto mirando? Sempre dalle solite parti, vecchi soma: qui, per esempio. E, sul versante opposto, qui. Abbiamo un problema, sì. Come dice, in altri termini, Vittorio Zambardino.

2 pensieri su “ALLORA CHE SI FA, EH?

  1. Proviamo a capovolgere l’ottica? Ai miei tempi (i miei coetanei hanno i capelli grigi e/o bianchi) un episodio come quello di Torino non sarebbe successo, per due ragioni. Primo, non c’erano le minicamere e i videofonini. Secondo, i ragazzi diversamente abili (fisici e caratteriali) erano TUTTI segregati nelle classi differenziali, e gli scolari entravano in contatto con loro soltanto in caso di grave marachella e conseguente punizione, cioè la deportazione per il resto della giornata nella classe dei diversamente abili da aprte del maestro (con il consenso della maestra della classe dei freack). I videofonini stimolano l’esibizionismo, ma permettono anche la testimonianza. Qui a Ferrara un ragazzo, federico Aldrovandi, è morto dopo aver incontrato una volante di polizia. L’unica testimone disposta a farsi avanti e a raccontare l’accaduto è un’immigrata con permesso di soggiorno provvisorio: troppo povera per permettersi un videofonino. Quelli con i videofonini hanno preferito chiudere la finestra e tornare a dormire, mentre Aldro urlava. Per gli avvocati dei poliziotti la sua tstimonianza è fatta solo di “parole”, e le parole possono essere rivoltate come calzini.

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