AMAZONCROSSING E L'IDENTITA' LETTERARIA

Immagino lo sappiate già. Amazon porta in Italia i titoli pubblicati come editore con il marchio AmazonCrossing. Dando uno sguardo qui, però, colpisce almeno la tipologia dei romanzi tradotti dall’inglese: thriller, urban fantasy, romanzi sentimentali o sentimental-brillanti. E va benissimo, per carità. In arrivo, come si legge, anche romanzi sull’immigrazione e sull’amicizia femminile. E va di nuovo benissimo.
Di contro, arriva il comunicato stampa che racconta il percorso inverso: un’autrice italiana tradotta in inglese sempre per AmazonCrossing, Maria Novella Viganò, autrice di Punto di rugiada. Ovvero:
Punto di rugiada è stato scelto grazie al successo ottenuto in Italia, dove era uscito in ebook un anno fa e dopo un intenso passaparola aveva raggiunto la vetta delle classifiche di Amazon per i libri digitali. Negli scaffali virtuali del sito il libro della giovane scrittrice milanese è uno dei pochi romanzi italiani proposti assieme ai bestseller mondiali di Amazon Crossing che, con 44 uscite nel 2014 e 71 nel 2015, è la casa editrice americana leader nelle traduzioni in inglese di romanzi. Di questi solo sei nell’ultimo anno sono di autori italiani.
Il libro di Viganò spicca in un panorama dominato dai thriller e dai  fantasy storici, per lo stile diretto con cui racconta, attraverso gli occhi di una giovane donna ferita dal tradimento del marito, un’Italia poco conosciuta, lontana dagli stereotipi che identificano il paese all’estero: un viaggio emotivo che passa dai ricordi, da una collezione di pensieri, dialoghi e momenti di vita apparentemente ordinaria che formano un percorso di liberazione personale”.
La questione AmazonCrossing è tutta da capire, al momento (sarebbe interessante, a proposito, capire come si è risolta la discussione con i traduttori europei, segnalata oltre un anno fa da Strade). Evidentemente i dubbi sui passaparola e sui successi delle classifiche e sull’entusiasmo delle community restano tutti. Se ne aggiunge un altro, che riguarda proprio l’idea che si ha dei lettori italiani e l’idea dell’Italia che dovrebbero avere, nelle intenzioni, i lettori americani.
Per quanto riguarda il primo punto, dando uno sguardo ai titoli, da noi si leggerebbero solo  gialli, storie romantiche, urban fantasy: e passi per le prime due categorie, che in effetti sono presenti nelle classifiche ufficiali, e passi pure la terza, se si pensa che l’urban fantasy sia faccenda per il lettore adolescente e forse di bocca buona. Ma se così fosse l’idea è, semplicemente, di proporre titoli da classifica, facili facili, che si accomodano in un solco già esistente. Dunque, un editore che guarda solo ed esclusivamente al mercato.
Che scoperta, dirà il commentarium: con ragione.
L’altro dubbio riguarda il titolo italiano tradotto in inglese. Quali sarebbero gli stereotipi sull’Italia che vengono infranti dalla storia di una moglie tradita che ritrova se stessa? O per meglio dire, qual è l’idea del nostro paese che passa attraverso i libri italiani? Perché il grande successo di Elena Ferrante in America non sembra confermare uno stereotipo: anzi, è il libro anti-stereotipo che, nella sinossi, sembra occhieggiare all’idea semplificata che si può avere di Ferrante. Chi siamo, letterariamente parlando, per il lettore americano? Mi piacerebbe saperlo.

4 pensieri su “AMAZONCROSSING E L'IDENTITA' LETTERARIA

  1. La storia di una studentessa universitaria che ha deciso di scoprire chi sia davvero la signora Ferrante x farne il punto centrale della sua tesi e che nel corso della sua ricerca incappa in una setta di adoratori di divinità in forma di vapore che prima e dopo il punto di rugiada sono solidamente vampiri o licantropi e si nascondono tra noi nei panni rispettivamente di editori ed editors fino alla scoperta che la signora Ferrante è un androide con un chip che contiene l’idea che in America sarebbe uno hurban fantasy con un tocco di giallo che può diventare anche una storia romantica se la ragazza si innamora di un affascinante lupo mannaro che , purtroppo, nel finale, evapora nel crepuscolo.

  2. Loredana, fai domande troppo intelligenti, direi persino sprecate.
    O forse non ho capito se la risposta di Crepascolo fosse ironica davvero o solo disturbante.
    Comunque bastano le copertine a far passare la voglia di perderci tempo…

  3. Mi piacerebbe esser disturbante e non ho la pretesa di esser ironico. Credo che la domanda fosse retorica nelle intenzioni di chi l’ha posta ovvero il ns gentile anfitrione. Riflettere su quale sia il movente di chi si mette nel mercato mainstream e vende qualsiasi cosa – dalla fiction agli abat -jours – non è tanto difficile e rischia di provocare una tsunami di risposte anche corrette , ma prevedibili.
    Io non lavoro x Amazon – non ancora – ma penso che passerò tutte le mie ore dopo il crepuscolo fino a Natale x scrivere un romanzo intitolato Punto da Rugiada in cui racconto nel solito futuro postapocalittico dell’amore impossibile tra un operatore ecologico fotofobico che gira dal crepuscolo all’alba e recupera la rumenta radioattiva ed una zombie vegana che si può nutrire solo delle foglie di betulla umide della rugiada dell’alba. Penso che potrerne fare un bestseller in rete. Vedo già una trilogia di film con Elio Germano e Margherita Buy.

  4. Cara Loredana,
    proviamo a rispondere per la parte che ci riguarda: la discussione tra AmazonCrossing e i traduttori, che ricordi con il link a un nostro comunicato di fine estate 2014, è ancora in corso.
    Dopo quella notizia, lo scorso novembre riferivamo dell’incontro avvenuto alla
    Buchmesse ’14 (http://www.traduttoristrade.it/2014/fiera-del-libro-di-francoforte-il-ceatl-e-amazon-a-confronto-sul-contratto-di-traduzione-amazoncrossing/): in quell’occasione AC fornì una nuova versione del contratto che intendeva proporre ai traduttori europei, e noi abbiamo inviato di rimando un nuovo feedback in tempi stretti. Ma solo il mese scorso, con una nuova riunione alla Buchmesse ’15, ci è giunta dalla controparte l’ennesima versione del documento, che al momento il nostro servizio di consulenza contrattuale sta esaminando.
    A questo possiamo aggiungere che nel frattempo abbiamo fatto tutto il
    possibile per avvisare i colleghi, dentro e fuori il sindacato, che i
    contratti proposti da AC presentavano più di un aspetto in contrasto
    con le norme sul diritto d’autore e la tutela della proprietà
    intellettuale dei traduttori: ma come si può facilmente immaginare, raggiungere tutti non è possibile. A ogni modo seguiamo attentamente
    gli sviluppi della situazione e speriamo che segnalazioni come la tua
    possano indurre altri colleghi a interessarsene in prima persona.
    Grazie e buon lavoro,
    Isabella Zani per STradE

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