AMERICAN IDIOT

Bigcorporateflag  Due interventi da meditare.
Vittorio Zambardino su Scene Digitali, a proposito di Google Base.
Le conclusioni:
I giornali non sono alla canna del gas, ma in difficoltà sì. Potranno difendersi usando la loro arma più vecchia: il radicamento locale. Ma il vantaggio di Google si chiama con un nome micidiale: "io". La relazione che la "Base" costruisce con l’utente è personale e permette all’utente di pubblicare a titolo individuale, col suo nome e cognome. E’ una titolarità, un "io" che nessun media ha mai potuto di concedere fino ad oggi a nessuno dei suoi clienti. Se avrà successo, sarà un terremoto.

Giulietto Chiesa per il settimanale russo Kompania, anche su Carmilla.
Le conclusioni:

La battaglia ci riguarda da vicino, comunque vada a finire – come dice il titolo di un film del terrore – "sarai tu a perdere". Cioè tutti. Perchè quando una tale quantità di informazioni sono controllate da uno, due o tre centri di comando, ne risulta una tale concentrazione di potere da far venire il sospetto che qualcuno, da qualche parte, a un certo momento, vorrà farne uso. E non siamo affatto sicuri che questo qualcuno abbia a cuore i nostri problemi, i nostri desideri, i nostri saperi, soprattutto la nostra libertà.

Ps. Stasera, temporali e malanni permettendo, dovrei essere qui. Domani vi dico.

48 pensieri su “AMERICAN IDIOT

  1. OT
    interrompo per la seconda volta (Lippa perdonami) per ricordare a tutti che a partire da oggi siamo devolutionalizzati.
    Grazie a Dio (qualsiasi/chiunque cosa esso sia) abbiamo un nuovo ruolo per il Primo M***** che ci riporta dritti dritti ai sempre (da molti evidentementemente) rimpianti tempi di Regime.
    Non si tratta delle solite leggi Cirielle, ma di qualcosa di ben solido e che…galleggia sulla testa di tutti. Se non ne sapete abbastanza su internet c’è materiale a volontà.
    Segnalo solo due cosette:
    http://www.megachip.
    info/modules.php?name=News&file=
    article&sid=43
    http://www.
    carovanaperlacostituzione.it
    /menu/sesn1/carsma1
    ci divertiremo (sigh)
    besos

  2. a me Chiesa sembra troppo allarmistico, google sta mettendo a disposizione di milioni di persone cose che prima non erano disponibili.
    Non è che queste sono reazioni di categoria?

  3. A tutti quelli che si preoccupano per la devolution molto giustamente, ricordo che l’ipotesi di una concentrazione di potere nella mani di una-due-tre corporation a me provoca un allarme pure più rosso di quello di chiesa e zambardino. Google non significa solo gmail, ricordatevelo.

  4. il sorriso smerzo di umberto bossi è l’emblema del paese, saremo capaci di recuperare da questa emiparesi che affligge le nostre istituzioni? vi ricordo comunque che c’è un referendum.
    per quanto riguarda invece la questione di google, secondo me g. chiesa ha ragione a mettere l’accento sulla concentrazione e sul monopolio, ma non è il controllo che mi allarma, quanto, invece, il moltiplicarsi di infiniti ‘io’ che non assommeranno mai a collettività. voci che si faranno sempre più un cicaleccio indistinguibile (che joyce mi conceda il prestito).
    il rischio, secondo me, è proprio il moltiplicarsi di voci, la sovrabbondanza di informazioni, la saturazione.

  5. Severus,
    In definitiva le devolution (la nostra è un market test?) potrebbero essere la leggittimazione di una o più Corporation(s) incarnate in un Primo M******o. La cosa mi sembra confermata dal fatto che l’essere che sta in quella posizione incarna il potere e il denaro di attività tra le più ricche del pianeta (o che almeno lo rendono uno tra i più ricchi del).
    Più Corpo Ration di così.
    besos
    l’ho già detto, sto pazziando, faccio di tutto per buttarla sul ridere, ma non mi riesce. M***a

  6. Qui comincia a esserci un problema, e serio.
    Google (“l’idiota sapiente del XXI° secolo”, lo chiama Stephen King) sta conquistando militarmente ogni settore della rete, giorno dopo giorno, tra applausi e risate.
    Lo fa con progetti intelligenti, proposte qualitativamente alte, interfacce più user-friendly di quelle degli altri, scommesse sulla micro-imprenditoria etc. e finora non ha abusato troppo del proprio potere, tuttavia non c’è nulla e nessuno che possa impedirgli di farlo.
    Google non ha ancora fatto “scivoloni” come quello di Yahoo quando si è cantata l’identità di un blogger dissidente cinese, ma chi ci garantisce che non segua quella strada? Di fatto, Google sa tutto di tutti (il motore di ricerca traccia il tuo IP, lo associa alle ricerche che hai fatto e mette il tutto in una banca data potenzialmente *eterna*, com’è potenzialmente eterna la banca dati dei messaggi che ci scambiamo su Google Talk, per non parlare di Gmail, che incoraggia a non cancellare mai niente) e può usare quelle informazioni a propria totale discrezione.
    Chi glieli mette, i paletti, a una superpotenza del genere?
    Questa monarchia “illuminata” pone dei problemi, anche perché, con questo vorticare di miliardi di dollari, non so per quanto tempo rimarrà illuminata.
    Google può ambire a “privatizzare” completamente Internet, cosa che alla Microsoft non è mai riuscita perché Microsoft chiedeva i soldi *prima* (dateci la grana, così colonizziamo la rete) mentre Google la chiede dopo (ho colonizzato un nuovo settore della rete, adesso ti offro questo servizio, dammi la grana).
    Va poi aggiunto che in rete, oggi, senza google quasi non esisti (mancano ancora affidabili “mappe delle strade secondarie”), e allora c’è un rischio grave.
    Nello specifico, non credo che eBay abbia da temere nell’immediato, ormai là sopra si è formata una comunità gigantesca coi suoi linguaggi e i suoi codici, ma c’è il pericolo di una progressiva cooptazione sotto l’ombrello-google di ogni possibile uso della rete.
    Vuoi fare una ricerca in rete? Google!
    Vuoi una mega-casella di posta? Gmail!
    Vuoi l’instant messaging? Google Talk!
    Vuoi farti pubblicità? Google Adwords!
    Vuoi ospitare pubblicità? Google Adsense!
    Vuoi pubblicare un annuncio? Google Base!
    Vuoi vendere la tua merce in rete? Froogle!
    Cerchi un libro? Google Print!
    Statistiche del traffico del tuo sito? Google Analytics!
    Vuoi monitorare il pianeta via satellite? Google Earth!
    Vuoi trovare un indirizzo? Google Maps!
    Connessione wireless? Google si sta già muovendo!
    Etc. etc.
    Tutta roba che funziona bene e dà opportunità, non dico di no, (magari un po’ più di trasparenza su come vengono gestiti alcuni servizi, es. Adsense, non sarebbe male), ma dietro l’angolo c’è la nascita di una monocoltura, estinzione di sempre più “specie”.
    Io preferisco una rete plurale e bio-diversa.
    Spero che la dialettica della rete e lo scoppio (previsto per dopodomani) della nuova, imminente “bolla” portino a un salutare ridimensionamento di google, come da un po’ di tempo si sta ridimensionando (ancora troppo poco) Microsoft.
    Se usate Firefox, esiste un’extension che impedisce a Google di tracciarti quando fai la ricerca, si chiama CustomizeGoogle, la trovate su mozilla.org nell’elenco delle extensions.
    E se Giulietto Chiesa vi è sembrato “allarmistico”, consiglio di visitare http://www.google-watch.org 🙂
    Tono a volte un po’ forzato, ma molte informazioni utili.

  7. spettatrice io sono perfettamente d’accordo con te e sono disperata e spaventata.
    Nessuno si rende conto di quello che sta succedendo.
    Andrea c scrive che: “il sorriso smerzo di umberto bossi” è il nostro emblema. Io non direi, quello è solo il segnale che, poveretto, ha avuto un ictus da cui però si è ripreso (e ne sono contenta), l’emblema della nostra italia odierna invece è la foto familistica che ha dell’orrido. Io l’ho postata nel mio blog paragonandola ad una del 1947 (a proposito perplessa ti ho “rubato” gli articoli che ci avevi indicato) e sotto la foto c’è scritto: “Umberto Bossi festeggia la giornata del sì definitivo alla devolution con una riunione al gran completo in Parlamento. Al Senatùr è stato riservato il palco presidenziale del Senato, quello centrale solitamente riservato al capo dello Stato. Alla sua sinistra i figli Roberto Libertà (il maggiore) ed Eridano Sirio, alla destra la moglie Manuela Marrone”.
    Cose da non crederci: Ormai il nostro Stato è una cosa di famiglia.

  8. Mi associo ai complimenti di Georgia a WuMing1; aggiungo che, se pur vero che EBay non ha (per ora) da preoccuparsi, è anche vero che attualmente è il primo cliente di Google: se non ricordo male rappresenta il 3% del suo fatturato.
    Sono comunque convinto, che la scarsa attenzione ai teorici (o quasi-teorici) problemi derivanti dalla penetrazione di Google, siano anche dovuti all’imagine che sono riusciti a costruirsi, finora quasi del tutto immacolata. C’è da sperare che continuino, naturalmente, ma uno share così alto in termini di audience ma anache di mole di dati elaborati, è oggettivamente un dato allarmante.
    Pensate se in un paese ci fosse un Presidente del Consiglio che gestisse direttamente o meno tutte le TV. Come? Esiste? (scusate, questa m’è scappata) 😉

  9. Breve ringraziamento a WM1 per le osservazioni e le info.
    Sempre OT, ma forse non troppo visto che la logica Google non è poi lontana da altre logiche di potere e di eliminazione di biodiversità e esistenza tout court.
    Georgia gli articoli che ho postato sono una piccola parte di quelli che sarebbe stato (è) doveroso leggere. Non mi appartengono e ringrazio le persone (di qualsiasi tendenza) che li hanno scritti e che ci hanno informato. Bisogna che diffondiamo le informazioni riguardo a questo ultimo (e risolutivo) obbrobrio per canali alternativi e in ogni modo vista la tiepida leggerezza con cui le ‘opposizioni’ sono stata a guardare.
    Grazie per le info sul tuo blog.
    Purtroppo la mancanza di informazioni fa credere anche a persone altamente istruite che si tratti di poca cosa e che sia da stigmatizzare solo il fatto che questo governo ha preso le decisioni in solitaria e senza grande consenso. La cosa che mi capita di sentire spesso (anche stamane) è che, sì, ‘procedono come dei caterpillar, ma la costituzione è vecchia e va riformata’. Solo quando si spiega nel dettaglio il fatto che modificando la seconda parte si inficia pesantemente la prima cominciano a tentennare, ma ancora sorridono con sufficenza.
    Sto parlando di persone con titolo di studio universitario, lettura dei quotidiani e viaggi su internet. Che informazione e consapevolezza ci sarà oltre questo universo? credo il nulla o poco più, per questo urge fare informazione e uscire dai salottini. Altrimenti il referendum ci riserverà la sorpresa di un consenso popolare alla Forza nuova che avanza.
    Non sono convinta che la Costituzione italiana sia la migliore possibile, ma questa m***a che ci stanno imponendo è la camera del fascismo (nell’anticamera ci siamo già passati).
    besos

  10. Grazie, ma sono solo poche righe buttate giù come venivano, il livello della riflessione è ancora inadeguato.
    La segnalazione di CustomizeGoogle viene da Roberto Vignoli di Information Guerrilla.
    Io aggiungo: se invece usate Internet Explorer, su google-watch.org hanno un meta-motore di ricerca che si chiama Scroogle, praticamente fa da filtro fra te e Google e restituisce i risultati senza che nessuno venga tracciato.

  11. @ spettatrice certo che la nostra Costituzione non è la migliore che esista o che possa esistere (anche se la nostra è molto buona) ma è in ASSOLUTO la migliore che siamo mai riusciti ad avere, e non è un caso se è stata fatta dopo una terribile guerra e una resistenza, qualsiasi modifica non potrà che essere peggiore perchè nessuno regala nulla a nessuno, tanto meno i nostri attuali politici, e la nostra Costituzione ce la siamo (noi naturalmente non c’eravamo ma è lo stesso) conquistata con lacrime e sangue. Potremmo anche migliorarla, ma solo ad uguale prezzo se non peggio, quindi io, è ovvio, preferirei tenermi quella che ho.
    Poi chiaro che qualche ritocco ci può essere, ma qui hanno fatto opera di macelleria dopo essersi presa in Parlamento una maggioranza trucccata dal potere televisivo ed aver voluto un uninominale imperfetto (che di per se va benissimo, ma loro lo hanno ottenuto, e non è un caso, senza poi apportare i pesi e contrappesi di garanzia democratica) e non è neppure un caso se, compiuta l’opera di distruzione, hanno subito cambiato legge elettorale tornando ad un proporzionale (naturalmente peggiore del precedente) a me sembra tutto così chiaro che mi sembra impossible che non ce ne accorgiamo tutti. Qui non si tratta di opinioni politiche diverse, ma proprio di Democrazia, che avevamo conquistato e che ci stiamo facendo scippare giorno dopo giorno e per di più con il sorrisetto ebete sulle facce.
    georgia

  12. Se hai paura di Google, puoi non usarlo. Se non usi i suoi servizi, non può sapere niente di te. E se hai bisogno dei suoi servizi, perché sono ottimi, dagliene merito, ma ricorda anche che prima di Google campavi lo stesso in rete, e discretamente.

  13. “Se hai paura di Google,”
    Mi preoccupa qualunque monopolio.
    “puoi non usarlo.”
    Il problema è: fino a quando sarà possibile? Se la rete arriva a coincidere con Google, come si farà a non usarlo? Adesso Google si lancia anche nella telefonia mobile, nel wi-fi, nelle tecnologia di server, nella fornitura di connessioni, nella distribuzione video… L’intento mi sembra chiaro: sostituire tutti quanti e tutto quanto.
    ” E se hai bisogno dei suoi servizi, perché sono ottimi, dagliene merito”
    Non era la mia premessa?
    “ricorda anche che prima di Google campavi lo stesso in rete, e discretamente”
    Beh, sì, pensa che uso l’e-mail dal 1990, da quando dovevi usare i VAX, e il mio primo sito web l’ho messo su nel ’96 :-)Però qui si torna al punto di partenza: come continuare a campare discretamente in rete in un futuro in cui Google dominerà ogni settore e chiunque dovrà preoccuparsi di non essergli “antipatico”, pena la possibile esclusione dalla comunicazione in rete, vale a dire dalla sfera civica?

  14. Obbe’, è una vita che siamo sotto monopoli, grande fratello e complotti vari, quindi non vedo dove starebbe il problema, google più google meno. Ieri si temeva la MS, oggi Google, posdomani chissà. Ma io tempo il presente più del futuro.
    Saludos
    g.i.

  15. E’ normale che in questa fase ci sia ancora poca consapevolezza dei rischi.
    Come ha detto Bill Gates (cito a memoria): “Google è nella fase luna-di-miele del suo rapporto col pubblico. Noi abbiamo attraversato quella fase nei primi anni Novanta, ma è finita, com’è normale”.
    La luna di miele di Google durerà di più, e meritatamente, perché mentre Microsoft ha sempre offerto prodotti mediocri, quelli di Google sono molto buoni, spesso il meglio in circolazione. Ma l’accumulazione di un potere sconfinato non può avere come unico argine la buona fede di chi lo accumula. E’ vero per la superpotenza americana (la Casa Bianca, dove di buona fede non vi è traccia, peraltro), ed è vero anche per la sub-superpotenza americana (Google).
    La complessità del mondo non tollera poteri senza contrappesi. Quando il mondo non trova contrappesi razionali e organizzati, oppone allo strapotere il caos (vedi Iraq, Katrina etc.)
    I primi a doversi preoccupare per tempo dei contraccolpi dovrebbero essere proprio loro, i manager ed eminenze di Google, Matt Cutts e compagnia.

  16. cosa significa che i giornali si difendono usando la loro arma più vecchia? cioè il radicamento locale?
    a me sembra che la crisi dei giornali sia dovuta a tanti altri fattori, in primo luogo dall’essere fogli fotocopia, basti pensare che più del 50 per cento delle notizie di repubblica e corriere sono tratte dall’ansa.
    e l’ansa non è radicata a livello locale.
    il giornalismo è in crisi – lo scriveva già bocca anni fa – da quando non racconta più, da quando si lavora(va, ai tempi di bocca) con fax e telefono.
    quando i cronisti raccontano non c’è concorrenza di internet che tenga.
    e i giornali in rete, per ora, hano fatto flop, ma non si escludono fuure impennate…

  17. Ecco qua. Lo ha appena annunciato Zambardino su Zetavu: pare (si dice, non è ancora ufficiale) che Google sia entrata a pie’ pari nel mega-business dell’identificazione biometrica, comprando Riya, azienda che produce tecnologie per il riconoscimento facciale.
    Ancora convinti che non stia succedendo niente?
    Non tutto il male vien per nuocere. L’acquisizione di tecnologie “square” e “antipatiche” potrebbe far suonare qualche campanello d’allarme, e accorciare di qualche secondo la luna di miele 🙂

  18. @wuming1 smettila con quest’aria da profeta.tu non sei cristo e noi le maddalene.
    il problema non è google, che in questo momento si sta scoffando di mazzate con microsoft, e se perde qui chiudiamo baracca e burattini. il problema e palladium e ip6 con i loro sistemi a prova di “pirateria”
    il problema è questo stramaledettissimo “diritto di autore”, che uno per aver azzeccato una somma campa di rendita a vita.
    e queste cose tu le sai meglio di me

  19. Lucis, mi sembra di capire che, nelle tue intenzioni, quel che hai scritto tu doveva essere in contrasto con quel che avevo scritto io.
    Non capisco secondo quale criterio.
    Prima di tutto, io non ho detto affatto che non appoggio Google nelle lotte che lo vedono schierato contro soggetti che sono molto peggio, reazionari di questa o quella risma. Se avessi letto le nostre recenti “Note sul copyleft”, avresti visto che tutta l’ultima parte era una difesa di Google Print contro le lobbies sovraniste dell’industria editoriale.
    Quanto a Palladium e derivati, mi sembra di averne sempre scritto e detto peste e corna. Ma secondo te sistemi come Palladium saranno incompatibili con la logica Google? Cosa ti fa pensare che Google sia per una concezione della rete più rispettosa della privacy? Tutto quel che so e che vedo fa piuttosto pensare al contrario.
    “We are moving to a Google that knows more about you.” (Eric Schmidt, dirigente Google).
    Ma soprattutto:
    secondo te perché si lotta per superare il copyright e lo statu quo della proprietà intellettuale (brevetti, trademark etc.)?
    Secondo me (ma potrei sbagliare) per impedire che il sapere, l’informazione e la scienza vengano non soltanto ostacolate nel loro circolare ma anche “privatizzate”, prese nelle grinfie di poche mega-corporation o grandi potentati.
    Bene, e perché deve preoccuparci la possibile nascita di un monopolio della rete, per giunta monopolio planetario? A mio avviso, per gli stessi, identici motivi che ci spingono a lottare contro il turboliberismo brevettomane etc.
    Bisogna difendere i commons.
    Non solo: e se una volta che diamo in mano a Google tutti i rubinetti dell’informazione on line, che garanzia abbiamo che non decida, un giorno, a tutela dei propri interessi, la chiusura del rubinetto X o del rubinetto Y? In parole poverissime: stiamo dando a una mega-corporation tutti gli strumenti per censurare voci scomode nel modo più efficace possibile. Se Google non ti indicizza, in rete non esisti più. Se Google mette dei “filtri” al suo rss reader, il tuo feed non arriverà più a chi lo utilizza. Etc. etc.
    E poi: perché deve preoccuparci l’esistenza di un mega-raccoglitore e catalogatore mondiale di dati sul nostro conto?
    Beh, quest’ultima era una domanda retorica.
    Tono da profeta? Non mi sembra, ma anche fosse? Il problema è un altro: è se ho scritto o meno cose campate in aria. A me non sembra.

  20. No, non in contrasto, a integrazione. E’ un riferimento alla mancanza di contrappesi di cui parlavi più sopra. microsft ora come ora è un contrappeso.
    viceversa palladium, i suoi principi intendo, non ha alternative. se intel e amd sono entrambe nel “progetto” io nel pc che ci metto? le valvole?
    Il problema google, secondo me, al momento è un falso problema. posso filtrare quello che vogliono, ci si trovava prima ci si ritroverebbe pure ora. il punto è che fare una volta trovati.
    No, non hai scritto cose campate in aria, sono preoccupazioni che io ritengo diffuse e comuni: siamo in tanti a vederla così, davvero tanti. Ma, per parafrase quanto tu stesso hai scritto.
    “Allora perché la comunicazione di wuming1 – a suo stesso dire – non funzionana e non c’è speranza? Questo dovrebbe essere il quesito su cui ragionare, non l’inutile quesito: “se ha scritto cose intelligenti o meno”

  21. google assomiglia sempre di più alle megacoscienze artificiali di gibson, perchè non è una semplice macchina, ma qualcosa di molto più complesso e soprattutto ha un’aura libidica molto forte.
    però, come dice wuming1, il problema è che le vie alternative preticamente non esistono, non c’è una vineland pynchoniana della rete, non c’è un underground come quello dei weathermen (ho finalmente trovato il dvd di quel documentario…e indovinate di chi sono le liner notes…per fortuna in qualche modo ci si ritrova sempre…).

  22. “A mio stesso dire” la mia comunicazione “non funziona e non c’è speranza”? E dove starebbe, di grazia, cotanto mio “stesso dire”? :-/
    A me, anzi, sembrava che il senso di quel che ho scritto si fosse capito. E che “non ci sia speranza” non me lo sentirai mai dire a proposito di alcunché.

  23. …al massimo me l’avrai sentito dire a proposito di alcun*chì*, ma è un altro paio di maniche. Quando l’interlocutore è ottuso, sì, si usa dire che “non c’è speranza”. Ma la speranza c’è: basta cambiare interlocutore 🙂

  24. Wu Ming, anche a me fa paura che la rete arrivi a coincidere con Google. Però, per una volta, Google mi piace, anche come azienda (Apple la odio, anche se adoro i suoi prodotti). Per una volta mi abbandono al pensiero positivo. E continuo a pensare che, per una volta, se Google ha fatto così tanti soldi “being not evil”, magari…

  25. Non posso che ribadire questo, e poi mi fermo: la presunzione di buona fede non può essere l’unico argine, ci vogliono regole certe (leggi antitrust etc.), “paletti” ben infissi nel terreno (vigilanza da parte dei consumatori e disponibilità all’azione) e libertà di scelta (pluralità della rete).
    Se ci si fosse accontentati della “buona fede” dei padroni, la settimana lavorativa sarebbe di almeno 80 ore (compresa la domenica), e in fabbrica lavorerebbero (fino allo sfinimento) anche i bambini di cinque anni, senza nemmeno le pause per le feste comandate. I diritti che abbiamo oggi ci sono perché la “buona fede” non bastava.
    “Don’t be evil”? Dirlo non basta. Alla prova dei fatti, vedremo se Google abuserà del suo potere. Confido che la comunità sappia prendere contromisure.

  26. La parafrasi nasce dal post “IL MODELLO WU MING: LA REPLICA (DI WU MING MEDESIMO)” della lipperini. Nello stesso post tu più volte scrivi “non c’è speranza”.
    Quello che ho scritto NON lo hai detto, giocando con le tue stesse parole volevo invitarti a riflettere su un punto fondamentale. Che qui si parla tanto ma si comunica poco. Secondo me, aggiungo ora, perchè delle possibili “interpretzioni” si sceglie sempre quella che possa dare una “supremazia” sull’interlocutore. Importante è “essere intelligenti”, non comunicare. Ma sia giusta o sbagliata questa interpretazione il problema vero, per me, è “che fare una volta trovati”. La mia preoccupazione non è nei potenziali filtri di google ma in quelli reali che, mi sembra, abbiamo alzato tra di noi
    Tutto quanto ho chiarito ora era così alieno a quanto ho scritto? Davvero era assurdo scovare questo significato? Anche a me ” sembrava che il senso di quel che ho scritto si fosse capito.”

  27. «La complessità del mondo non tollera poteri senza contrappesi. Quando il mondo non trova contrappesi razionali e organizzati, oppone allo strapotere il caos (vedi Iraq, Katrina etc.)»
    Proprio così Wu – lo dice già Foscolo, Jacopo Ortis, Lettera da Ventimiglia, dopo aver trattato i Romani da quei rapinatori che erano. «l’universo si controbilancia»
    Proprio così…

  28. Ricchissimo post sul google-watching su Carmilla. Seguendo i link, si scopre che “dont’ be evil” ‘sta cippa: Google ha già censurato diversi siti per il loro contenuto “scomodo”, a cominciare da xenu.net, un sito che criticava Scientology. Su pressione di Scientology, Google lo ha tolto dal suo indice.

  29. Caro Lucis, scusami se banalizzo, ma la scelta degli interlocutori è un po’ come la scelta delle verdure al mercato: non ci si fa abbagliare dalla sola vista, bisogna “tastare”, una volta che hai tastato decidi se il prodotto è atto al tuo piatto; inutile prendere un ortaggio che non convince e cercare di farne una pietanza che mangeresti volentieri, inutile… un saluto daldivano

  30. Interessanti le considerazioni di WM1 sul “sovraccumulo di informazioni” che Google gestisce e gestirà. Così come sono interessanti le “paure” che Lucis manifesta e relative a Platinum e IP6 (passaggio da pietra d’angolo queste due tecnologie…).
    Concedetemi però una piccola nota, visto che vi muovete nel mio settore: se proprio mi dovessi preoccupare per questi temi, e c’è da preoccuparsi e molto, andrei a scavare nell’uso che i governi fanno in modo molto meno evidente della tecnologia dell’informazione.
    Il vero nodo gordiano è da cercare, a mio modesto parere, in quella direzione. Google ora è importante, forse lo sarà meno in futuro o forse di più (fare gli indovini in questo settore è sempre sbagliato), ma il dato di fatto è che i governi di TUTTI i Paesi stanno raggiungendo livelli di controllo sui cittadini (cioé noi) impensabili.
    Una controprova, pesantissima e che restituisce l’idea del possibile salto di qualità già in corso, sono state le recenti intercettazioni telefoniche a carico del “gruppetto” BPI/Antonveneta/Banca d’Italia (non dimenticate UNIPOL e BNL…): per la prima volta è stato utilizzato un “accrocchio” che consente di tracciare qualunque cellulare senza dover passare per il carrier telefonico. Era un apparato, fino a poco tempo fa riservato al solo uso “militare” e l’idea che uno Stato possa intercettare le telefonate di chiunque SENZA lasciare traccia alcuna…
    E’ anche stata emanata recentemente una normativa antiterrorismo dalla UE che prevede la raccolta e la classificazione per 10 anni (non sono certo della durata vado a memoria, scusate, ma non credo di sbagliare di molto) di TUTTI i flussi dati da e per la rete, via fax, via telefono. Nessuno ne parla, tutti zitti a destra e a sinistra.
    Ci rifileranno anche, fra non molto e la fase sperimentale è già stata completata, una nuova Carta d’Identità Elettronica che conterrà (per tutti i cittadini) la nostra firma digitale, ovvero: la nostra identità.
    Qualcuno si è preoccupato di capire COME stanno implementando il progetto? da chi è gestito? quali garanzie fornisce ai cittadini sui possibili abusi?
    La risposta è semplice: NO. Tutti se ne fregano e, anche a fronte di informazioni puntuali e dettagliate, preferiscono glissare e parlare di Google e Microsoft e Yahoo. Importanti verissimo, ma i problemi di solito arrivano da ciò che non si vede e non da ciò che ti mostrano 🙂
    Buona serata. Trespolo.
    PS: Ivan, non vedo dove sia la notizia relativa a Goggle che ha superato i 400$ ad azione; era un tetto finanziario facilmente prevedibile e sul quale molti, gli informati, hanno investito. Probabilmente ci sarà uno split dell’azione…

  31. caro passante, come può ben vedere la mia e-mail è a disposizione. se mi contatta avrò il piacere di invitarla a cena per discutere delle accuse che mi porta e concederle il privilegio di ribadirle senza l’ausilio di un comodo anonimato. ovviamente offrirò io visto che, dal tono del commento, si deduce la carenza evidente di signorilità. nel caso in cui non fosse disponibile per una cena chiarificatrice, mi sento autorizzata si da ora ad attribuirle meritatamente del *cazzone*. un saluto daldivano.

  32. Daldivano non sono sicuro di averti capito.
    Semplificando. Io volevo sottolineare che noto una grossa difficoltà nel dialogare e nel fare quindi “comunità”. Che il “contrappeso” dovrebbe essere una *comunità* e non un *potenziale pirata*.
    Ora su quanto hai scritto io sono d’accordo ma credo che con questo approccio “discriminante” ci siamo spinti troppo in la. Al punto che oggi è difficle capirsi e “fare gruppo”. E’ solo una sensazione la mia, tu come la vedi?
    @trespolo. In effetti le tue preoccupazioni sono le mie. Qui in nome della sicurezza non sanno fare altro che “sospendere” i diritti. Buoni ultimi i francesi. Per questo parlavo sopra di “fare gruppo”. Non è google, echelion o altro: è tutto. E’ la mentalità che si sta diffondendo

  33. Lucis, il tuo discorso è propositivo, ma richiede un approccio complesso. Potrei dirti che in questo caso vale la pena di andare a lavorare e incidere sul micro, esportare modalità comunicative da micro comunità in cui la comunicazione funziona a quelle in cui non funziona, o cercare, in questo frammento di comunità, di dare maggior respiro a modalità che le sono proprie e che sono presenti solo in potenza. Prima, però, bisogna capire perché in un dato contesto la comunicazione è basata su una contrapposizione di idee anziché su uno scambio in cui l’interlocutore è comunque considerato con rispetto e portatore di nuovi spunti e opinioni. Una volta individuati i perché bisogna anche considerare la disponibilità dei presenti al dialogo, magari disponibilità presentissima in altri ambiti, ma ci sono luoghi in cui, vuoi motivazioni sentitamente personali, vuoi le caratteristiche dell’ambiente, si dà voce ad atteggiamenti che nulla hanno a che fare con il discutere, ma che hanno a che fare più con l’imporsi e l’affermarsi e via dicendo. Senza andare a pescare citazioni da trattati di psicosociologia dei gruppi la mia opinione è presto detta, ci vorrebbe un po’ più di disponibilità all’essere messi in discussione, rinunciare a una fetta del proprio per lasciar posto all’altro, rappresentarsi l’altro in modo significativo e non solo funzionale. Qualora questa disponibilità dovesse venir meno resta il fatto che gli interlocutori si possano comunque scegliere, ipotesi drastica, non dico di no, ma talvolta salutare. Se il mio interlocutore mi tratta come un nemico discreditante posso cercare di fargli capire come la penso, posso cercare di fargli capire le mie ragioni, posso prendermi le botte in testa porgendo l’altra parte della calotta, posso ignorarlo e cercare qualcuno di più disponibile. Scusami la lungaggine, ma l’argomento è assai complesso e in poche righe è difficile essere esaustivi, cosa che non ho la presunzione di aver fatto, però potremmo farci commissionare uno studio approfondito in merito 😉 un saluto daldivano

  34. Lucis, tu scrivi: “qui si parla tanto ma si comunica poco”.
    A me non sembra, anzi. Dai dialoghi che si svolgono qui sopra è sempre possibile trarre momenti di sintesi, anche l’OT è sempre tangenziale al “tema”, spam non ne vedo, trollaggio ce n’è pochissimo, i punti di vista sono diversi, la discussione è il più delle volte molto ricca, di spunti ne vengono offerti e sviluppati in abbondanza (talvolta pure troppi). Onestamente, non capisco il motivo della tua insoddisfazione.

  35. @wuming1. Il qui era generico, non riferito a lipperatura. L’insoddisfazione è riferita a quelle che mi sembra una scarsa capacità di aggregazione.
    @permoltichepensanocheioeluciosiamolastessapersona.
    Io scrivo su metamondo e non l’ho mai linkato.
    Io scrivo su straniero e non l’ho mai linkato.
    Io sul gramolon non penso nemmeno di andarci, manco so cos’è sto gramolon.
    Io ho stima di lucioangelini però se proprio dovete scambiarmi per qualcun’altro che sia uno mooooolto danaroso che almeno se magna.

  36. Lucio, il magna magna è anale???
    Il nick non l’ho scelto io, mi fu appioppato più di dieci anni fa da un videogame (hhmm2). Uso sempre questo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto