E SULLA STRADA DI PESCARA…

Performance_1 Discussione su tema cosmico (La rete e la democrazia letteraria), ieri a tarda sera, al Festival delle Letterature di Pescara  (presenti fra gli altri Manuela, Isabella, Rob, Effe, Strelnik, William, Tiziano e altri che sicuramente dimentico: chiedo subito venia). In mezzo, come moderatore, Filippo La Porta. Alla sua destra, Giuseppe Granieri. Alla sinistra, la scrivente.

Riassunto in forma di bricolage, giacché il termine è stato assai citato: la società letteraria, intesa come corpus formato da scrittori, critici, editori, non esiste più (Filippo). No, esiste, solo che ora ne fanno parte anche i lettori (io). Ragionare in termini di scrittori, critici, editori, lettori significa rifarsi ai vecchi schemi (Giuseppe). Questo significa che non esiste più l’autorevolezza.Dunque, state delineando un’utopia. (Filippo). No, significa che l’autorevolezza non viene automaticamente dal supporto, che si conquista con le argomentazioni e che va sempre rinegoziata (io). Non di utopia si tratta, ma di una modalità comunicativa senza precedenti nella storia dell’umanità (Giuseppe). Vogliamo dire una buona volta che non esiste un diritto garantito per tutti alla creatività e al talento? (Filippo).

Ovvio, non è andata proprio così e l’assemblaggio è ingeneroso: ma i temi sono ricorrenti e ci sarà modo di tornarci.

Domanda a posteriori, notturna e autostradale: perché accade così frequentemente che nelle discussioni che riguardano la rete i non frequentatori della medesima si spingono e ti spingono, anche inconsapevolmente, sul terreno ideologico anziché su quello delle pratiche? Non ho risposta, ma anche questo è un classico.

62 pensieri su “E SULLA STRADA DI PESCARA…

  1. Nadia Anjuman 2
    Faccio un altro OT su
    Nadia Anjuman (la poetessa afgana uccisa) di cui il mio blog ha gia postato una traduzione in italiano (dal farsi) di una delle poesie (che circolano in rete in lingua originale) fatta gentilmente, dietro mia richiesta, da una bravissima blogger persiana, il suo blog si chiama ventod’oriente
    Volevo segnalarvi che ho postato ora un articolo, apparso sul Sunday Times il 13 novembre, su di lei di Christina Lamb, un articolo in cui accenna anche ai circoli di cucito (Sewing Circles) della città di Harat dove alcune ragazze (fra cui Nadia) si runivano di nascosto per studiare.
    Trovo miracoloso che dai quei circoli sia uscita una grande poetessa e noi come minimo la dovremmo far conoscere.
    Le abbiamo bombardato il paese per espoortarvi la democrazia, abbiamo invalidato migliaia di persone e non siamo risuciti neppure a farla vivere libera e continuare a scrivere. Beh almeno ora dovremmo farla diventare talmente famosa che almeno sia ritenuto doveroso far luce sulla sua morte.
    georgia

  2. per georgia.
    mi piace la tuaa passione. comunque: una delle voci più libere d’italia è marco travaglio che anche se scrive su l’unità (e su Repubblica torino) è di destra: anticomunista e liberale come il suo maestro, montanelli.
    io credo che bart abbia ragione: non c’è differenza tra destra e sinistra: perché hanno tutti dimenticato dimenticato di interpretare la poltica come servizio. salvo poche eccezioni (i più stanno a sinistra, credo), probabilmente come il sindaco di lucca.

  3. ( a furia di OT, restare in agomento è professione pericolosa)
    Urbi et orbi:
    E allora, con più precisione: sì, il blog è un genere letterario (e l’affermazione pare abbia creato, con mia soddisfazione, un certo scandalo).
    Per intendere il genere-blog, occorrono però canoni e codici diversi e nuovi, e occhi aperti, mentre la scrittura esce nella sua notte di caccia in cerca di preda.
    Di certo esistono singoli blog che un diluvio divino – del tutto simile a quello che ha flagellato Pescara nel giorno delle Scritture (in)visibili – dovrebbe spazzare via financo dal ricordo. Ma non è perché esistono pagine di romanzo, o romanzi per l’intero, che dovrebbero per universale giustizia godere del tepore della Gheenna, che si mette in dubbio l’esistenza del genere-romanzo.
    Così fa il lettore-editore: ogni giorno stralcia gli inadatti e i molesti, e compone il proprio libro quotidiano fatto di blog vibranti e densi, oppure lucidi e leggeri.
    Torna in mente allora Dino Campana quando, nel vendere “porta a porta” i Canti Orfici, prima di consegnare all’acquirente il libro ne strappava lui stesso quelle pagine a suo giudizio inadatte all’interlocutore del momento – raro esempio di libro-blog, con la scrittura-struttura viva e metamorfica anche dopo la stampa.
    E allora, per contraddire La Porta : si, perdio, lo siamo, è dannatamente vero, ne abbiamo il diritto assoluto, siamo tutti poeti, cattivi poeti, pessimi poeti, poeti da nulla, poeti a quarti e a mezzo, poeti da condannare con nessuna clemenza, poeti da appendere con la corda alla gola.
    Il blog è una cartografia con cui si traducono in segno infiniti mondi.
    Da segno a sogno, è questione di vita dura e di poesia.

  4. sanbiglioq
    travaglio è di destra?
    sì forse come comunemente si intendeva la destra prima (e neppure in italia), ma non puoi certo dire che si situi nel centro destra attuale, nè che mai vi ci sia situato, nè che mai abba votato per loro 🙂
    Travaglio è un liberale, ma non ha nulla a che vedere con i fascisti che oggi si autodefiniscono liberali;-).
    Più che altro Travaglio è un ottimo giornalista-ricercatore e viene dalla scuola di Montanelli un’altro di “destra” che si fece inizialmente infinocchiare da berlusconi forse pr salvare il suo Giornale (che era ben altra cosa del Giornale di oggi) ma appena capì tagliò la corda e disse di votare sinistra. Chi oggi sta con berlusconi non è nè di destra ne di sinistra è solo un incosciente (per usare un eufemismo) e sicuramente è un pericoloso fiancheggiatore, come lo furono molte persone oneste che all’inizio appoggiarono mussolini che senza di loro non avrebbe potuto prendere il potere. poi Mussolini li elimnò e se li trovò contro, ma era ormai troppo tardi.

  5. cara giorgia, in effetti travaglio non si riconosce in nessun partito di destra (però ha confessato di aver votato per la lega, una sola volta, turandosi il naso). lo conosco (sono più vecchio ma abbiamo fatto insieme l’università, a torino) e faccio il suo stesso lavoro, di lui posso garantiree una cosa: l’onestà intellettuale. che lo porta ad avere grane un po’ con tutti.

  6. va beh … però mi chiamo gEorgia 😉
    P.S
    la lega (che a me non èmai piaciuta) inizialmente aveva molte componenti anitifasciste, bossi ha dovuto persino andare sotto la pioggia alla manfestazione del 25 aprile, poi ha buttato la maschera e se l’è perse per la strada e oggi bosi siede, al senato, nel palco presidenziale con tutta la famiglia che tiene, a guardare sghignazzando lo sfascio di quello che fu fatto il 25 aprile 🙁

  7. georgia e non giorgia
    sambigliong e non sanbiglioq.
    gEorgia, si vede che non hai letto salgari.
    comunque è un nick delle balle, il mio: come quando presi una gatta e la chiamai lilli: avevo in mente la canzone di degregori, lilli-lilli-4 arance la domenica mattina…
    samigliong l’ho scelto quando ho visto che qualcuno mi ha ciulato blisset, sfigatissimo ex giocatore del milan, di cui, io, peraltro, non me ne può fregà de meno

  8. @ georgia
    Stamani ho difficoltà ad aprire il tuo blog. S’intende che ci riproverò.
    In questi giorni ho letto che gli scrittori dovrebbero immergersi un po’ di più nella realtà, anche politica.
    Io l’ho fatto, anni fa, con il mio “Cencio Ognissanti e la rivoluzione impossibile”, stampato a mie spese (440 pagine nel formato 17×24!).
    Tu dovresti essere la lettrice ideale di quel grosso volume, ma immagino che non avrai la forza di scaricartelo (è gratis naturalmente) e di leggertelo.
    Tu stai attraversando la fase in cui si trovava il mio Cencio Ognissanti all’inizio del romanzo, poi i fatti che accadevano in Italia nel 1995 e 1996 gli fecero scoprire la disonestà e il marciume della politica nostrana. Ti svelo (tanto non devi affatto leggerlo come un giallo) che, poiché s’era messo a parlare troppo, viene attirato in un tranello, arrestato e fatto fuori in carcere.
    Con Cencio Ognissanti me ne sono andato un po’ anch’io.
    Bart

  9. @bart ma … è una minaccia, perchè parlo troppo?
    ah ah ah ah
    scherzo naturalmente
    @Sambigliong scusa ma con il fatto che è sottolineato la g sembra una q.
    Ho letto salgari, ma mi ero limtitata al leone di damasco e simili;-).
    georgia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto