AND I FOR TRUTH-THE TWO ARE ONE: PER GRAZIELLA DE PALO

Trentacinque, già. Settembre è un mese di anniversari, evidentemente. E questo che cade oggi è il trentacinquesimo.
Uscivano da un albergo, il Triumph di Beirut, trentacinque anni fa, un uomo e una ragazza. Due giornalisti. La ragazza, in particolare, aveva un talento che sarebbe cresciuto fino a diventare fra i più lucidi e affilati della stampa nazionale (e non solo). Se ne avesse avuto il tempo, sarebbe diventata una firma contesa dalle maggiori testate. Se ne avesse avuto il tempo, sarebbe stata, sarebbe oggi, un modello per le ragazze dei nostri anni. Per l’intelligenza, l’attenzione, la determinazione. La cura per gli altri. Per la verità, per la bellezza.
I died for Beauty  but was scarce
Adjusted in the tomb
When one who died for truth, was lain
In an adjoining room.
He questioned softly why I failed?
«For beauty», I replied.
«And  I for truth – the two are one
We bretheren, are», He said.
A vent’anni non ci si pensa, certo. A vent’anni, se si ha fra le mani una storia molto forte, anzi, una storia destabilizzante, di quelle che se svelate manderebbero all’aria gli equilibri internazionali, non si pensa di poter morire per quella storia.
Così andò. Il 2 settembre 1980, a un mese dalla strage di Bologna, a una manciata di settimane in più da quella di Ustica, a due anni e qualche mese dalla morte di Aldo Moro, Graziella De Palo esce dall’hotel Triumph con Italo Toni, suo collega. Non torneranno mai.
Così va. Molti dimenticano, molti vogliono che si dimentichi. E in queste oscure materie, dove molta parte hanno servizi segreti e deviati, rapporti internazionali, il lodo Moro, le stragi, dimenticare è utile, secondo coloro che mantengono ancora il segreto di Stato sulla vicenda.
Ma c’è chi ricorda. La madre di Graziella, Renata. I fratelli. Giancarlo ha detto giusto ieri parole di fuoco: “E’ assurdo che a 35 dalla loro scomparsa ancora non si possa avere una verità certa su come siano andate le cose né piangere sul corpo di mia sorella, morta a soli 24 anni. La nostra famiglia  è stata quasi sempre lasciata sola e alle nostre richieste è stata messa la sordina. Chiediamo quindi che chi sa, sia costretto a dire la verità sulla fine di Graziella e Italo e al governo di sostenerci in modo concreto, in primis adoperandosi finalmente per il rimpatrio dei poveri resti.”
Non dimenticano le amiche. Non dimentica Mavi. Non dimentico io. Siamo qui, e non solo a ogni anniversario chiediamo la stessa cosa. Verità, e giustizia.
Ps. Comunicazione di servizio. Da domani a domenica sarò a Materadio, il blog non verrà aggiornato. Settembre è mese di anniversari e di trasferte. Tornerà, prima o poi, una regolarità. Scusate per la discontinuità.

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