ARE WE WRITERS OR ARE WE DANCER?

Marco Gigliotti scrive per Repubblica un articolo sull’Alt-Lit. I cari vecchi frequentatori di Html Giant e dintorni. Non male, fin qui.
C’è una nuova generazione di scrittori americani che non sono interessati a pubblicare sul New Yorker o sulla Paris Review e a cui non è mai nemmeno passato per la testa di inviare il proprio manoscritto a grandi editori come Random House o Harper Collins. Intasano invece le caselle di posta delle riviste online Word Riot e Pop Serial e sognano che il loro romanzo esca per Ccm o Lazy Fascist, case editrici indipendenti che amano definirsi indie community press.
Questi nomi non diranno niente al pubblico italiano e neanche a molti lettori statunitensi, ma sono i punti di riferimento della sempre più ampia rete di riviste ed editori che ha dato vita al movimento dell’Alternative Literature, o Alt Lit.
L’obiettivo di questi progetti editoriali è dare spazio a una letteratura innovativa, non inquadrabile nei soliti generi, che proprio per questo viene ignorata dal mainstream.
Le descrizioni che si possono trovare sui loro siti web suonano come un grido di battaglia contro l’editoria tradizionale. Sulla homepage di Ccm, ad esempio, si può leggere: «L’unica cosa che conta è offrire uno spazio all’innovazione, che viene trascurata e frettolosamente classificata come invendibile dalle major, troppo impegnate a pubblicare biografie di celebrità, sottilissimi volumi di non fiction pieni di bugie, presunti intellettuali che riciclano sempre le stesse idee e filoni narrativi che dovrebbero essere ormai considerati esauriti». La sigla editoriale Lazy Fascist, invece, dice di essere alla ricerca di autori che, tramite l’esplorazione di paesaggi linguistici unici, creino mostri, narrazioni inclassificabili, e indica tra i numi tutelari Borges, Burroughs, Daniel Cooper e il nostro Calvino.
Le origini dell’Alt Lit risalgono a metà degli anni Duemila. Alcuni giovani scrittori-blogger si leggono in rete, si riconoscono come fratelli di penna ed entrano in contatto. Tra di loro c’è Tao Lin, scrittore newyorchese di origine cinese considerato una sorta di padre spirituale del movimento, il cui romanzo Richard Yeats (il Saggiatore, 2011) è stato tradotto in diverse lingue.
Successivamente nasce un blog collettivo chiamato Html Giant e in breve tempo sorgono un gran numero di web magazine che pubblicano una narrativa con dei tratti ben riconoscibili: temi legati al vissuto dell’autore, una marcata componente sperimentale, derive surrealiste. In molti casi le voci dei personaggi ricalcano quelle asettiche, quasi robotiche, dei protagonisti di Tao Lin. Un’altra caratteristica degli autori è la giovane età, dai diciotto ai trentacinque anni.
L’attivissimo Tao Lin ha fondato anche Muumuu House, rivista online ed editore, tra le realtà più interessanti dell’Alternative Literature. Oltre alla narrativa e alla poesia, pubblica selezioni di tweet e discussioni avvenute nella chat di Gmail. inoltre, la selezione dei testi non prevede una divisione netta tra i ruoli di lettore, scrittore ed editor. Megan Boyle, autrice di selected unpublished blog posts of a mexican panda express employee (Muumuu House, 2011) ha spiegato a Elle.com come funziona: «Nell’ottobre del 2008 Tao Lin fondò Muumuu House. Le istruzioni per iscriversi dicevano che se si voleva essere pubblicati bisognava aprire un blog e poi commentare i blog degli scrittori affiliati. In questo modo ci sarebbe stata la possibilità che gli autori vedessero i tuoi post e chiedessero di leggere qualcos’altro che avevi scritto. Poche settimane dopo la nascita di Muumuu House, creai il blog che ho tuttora, le cui bozze non pubblicate costituiscono la maggior parte del mio libro».
La definizione di Alternative Literature viene coniata però soltanto nel 2011, dal sito
altlitgossip. tumblr.com. Alt Lit Gossip, oltre a dare un nome al movimento, si impegna a crearne la mitologia. C’è una pagina dedicata ai pilastri dell’Alt Lit in cui vengono elencate le riviste, le case editrici e le personalità più importanti. Tra queste ultime non ci sono solo quelli che vengono considerati gli scrittori o poeti migliori, ma anche chi fa parlare di sé per motivi extra letterari: ad esempio Marie Calloway, ventunenne divenuta celebre sul Web per aver descritto in un racconto la sua relazione sessuale con un noto editor di New York già fidanzato, o Steve Roggenback, che si dedica soprattutto a organizzare feste Alt Lit in giro per gli States, o Beba Zeva che viene presentata semplicemente come modella internet e musa ufficiale.
L’Alt Lit non è più solo un movimento artistico, ma un vero e proprio modello di vita. Gli autori Alt Lit non si riconoscono in Dave Eggers, David Foster Wallace o Jonathan Franzen perché li considerano troppo borghesi, professori e doo-gooders, lontani dall’ideale di vita “letteraria” incarnato da Rimbaud, Bukowski, Jack Kerouac e Hunter Thompson. Per essere un autore Alt Lit bisogna innanzitutto vivere in maniera alternativa, come racconta Noah Cicero, veterano del movimento, in un’intervista a Volume 1 Brooklyn: «La vita letteraria è viaggiare, drogarsi, andare alle feste, trasferirsi in Asia per insegnare inglese, sorvolare la Nuova Zelanda o l’Inghilterra solo per ubriacarsi con persone conosciute online. […] Se vai a casa della gente Alt vedrai che staranno mangiando cibo Alt preso da Whole Foods e di sicuro non avranno la tv via cavo. Staranno ascoltando band sconosciute o vecchi gruppi che non interessano più nessuno. Ci sarà uno scaffale per la poesia. Non si staranno occupando di aprire un mutuo o di un piano assicurativo. Se sono con gli amici, staranno discutendo di filosofia invece di avere un banale scambio di battute sull’ultimo film di Will Ferrell ».
L’Alt Lit ha ormai superato anche i confini degli Stati Uniti. Ne fanno parte sempre più autori provenienti dal Canada, dal Regno Unito, dall’Australia. Ben Brooks, la nuova promessa della narrativa britannica, il cui esordio Le nostre luci (Isbn, 2011) è stato già pubblicato in nove paesi, ha deciso di dedicarsi alla scrittura proprio dopo essere entrato in contatto con l’Alternative Literature. In una delle ultime antologie del movimento, Best Alt Lit 2012, scaricabile gratuitamente in rete, c’è anche un suo racconto.

11 pensieri su “ARE WE WRITERS OR ARE WE DANCER?

  1. L’inizio dell’articolo è interessante, piccoli editori che pubblicano cose fuori dagli schemi sono sempre benvenuti, il resto mi ha fatto cascare le braccia. Vecchi miti, vecchie balle, che oltretutto richiedono un fracco di soldi e tempo libero. Sarebbe il caso di ricordare a questi tipi che Bukowski ha fatto l’impiegato all’ufficio postale per buona parte della sua vita, e li avrebbe trattati come cretini, ma anche questo è un discorso vecchio.

  2. “Per essere un autore Alt Lit bisogna innanzitutto vivere in maniera alternativa […] viaggiare, drogarsi, andare alle feste, trasferirsi in Asia per insegnare inglese, sorvolare la Nuova Zelanda o l’Inghilterra solo per ubriacarsi con persone conosciute online”
    scrivere no, eh? 🙂

  3. Ma quanto sono bravi ‘sti americani a costruire gli stili di vita ed esportarli! Fare la spesa da Whole Foods fa figo sì, persino i cassieri sono deliziosamente alt ma i soldi per portarsi via ( ed ostentare) il cibo rigorosamente organic dove li trovano questi scrittori? Forse lo barattano alla cassa con qualche loro scritto o fumetto, allora sì che sarebbero ‘alternative’ puri! 🙂

  4. Vedo che finora abbiamo tutti puntato quella frase oltremodo irritante già riportata da Francesca: “Per essere un autore Alt Lit bisogna innanzitutto vivere in maniera alternativa […] viaggiare, drogarsi, andare alle feste, trasferirsi in Asia per insegnare inglese, sorvolare la Nuova Zelanda o l’Inghilterra solo per ubriacarsi con persone conosciute online”.
    Effettivamente, pare nient’altro che l’alba di una ennesima forma di conformismo, e non è che se ne senta il bisogno.
    Però il fenomeno in sé è interessante, si tratta comunque di un nuovo modo di narrare e di vivere la scrittura. E’ probabile che ne esca più di un autore di cui sentiremo parlare, nei prossimi anni. E gli altri scompariranno, insieme allo stile posticcio che si sono cuciti addosso.

  5. Per me, esistono sempre e solo libri belli o libri brutti: tutto il resto, che siano Alt-Lit o Conform-Lit o chissà quale altra diamine di etichetta o che vengano scritti su un treno in Nuova Zelanda coi pantaloni bucati non-borghesi o in una stanza accogliente davanti al pc, be’ di tutto il resto mi frega niente.

  6. Scrittori ribelli sul web. Contro l’editoria tradizionale. Spazio ad una letteratura innovativa che non rientri nei soliti schemi e nei soliti generi. Si va contro tutto e si spacca tutto. Poi arriveranno altri scrittori ribelli che spaccheranno tutto quello che hanno costruito i precedenti scrittori ribelli… 🙂

  7. ho trascorso molti anni nella convinzione che Bukowski fosse un punto di riferimento artistico importante fino a che non ho letto in un epistolario recentemente pubblicato da Fannuci(urla dal balcone)che per lui i negri non erano un problema perlomeno fino a quando non iniziava a salire la temperatura,e dal quel momento l’ho relegato insieme a lars von trier nella catasta dei miti crollati e impraticabili.Il diavolo è nei particolari,e “coi miti non bisogna aver fretta”(cfr Calvino)

  8. Isili, 5 marzo 2013.
    Perdonate, non c’entra nulla con l’Art-Lit argomento del giorno, ma dopo la recente lettura di “Non è un paese per vecchie” di Loredana, mi piace condividere una piccola storia…
    Non è un paese per vecchi
    …E arrivò il giorno.
    Jacu esortò il padre a prepararsi. Era arrivata l’ora. Era ormai arrivato il tempo di avviarsi.
    La meta era il monte che sovrasta il paese a sud-ovest. Il punto da raggiungere era la Punta Trempu.
    “Babbai, saluta la tua compagna di una vita, mia madre. Abbraccia le donne e gli uomini di domani, tuoi nipoti, miei figli. Congedati da loro, non tornerai da questo nostro viaggio. Non li vedrai mai più.”
    Jacu, in piedi, guardava suo padre, ma non negli occhi, e aspettava.
    Il suo era un compito, un dovere doloroso e cruento, ma da adempiere.
    Era scritto nelle pagine del tempo, il codice che ora Jacu si apprestava a rispettare.
    Secoli lunghi, incatenati da storie e leggende da cui a volte traspare, timida, la realtà.
    Padri accompagnavano padri e madri verso la fine della vita.
    Vecchiaie fattesi peso, determinavano la sorte.
    E loro con sorriso sardonico, precipitavano giù dalla Rupe.
    Questo raccontano gli Antichi latini nelle storie e scrivono di un popolo ribelle e detestato.
    Il Tempo, poi, come forziere, custodisce la verità.
    “Andaus Babbai, aggrappati alle mie braccia. Il cammino è lungo quanto la pena che mi affligge. Questo sarà per noi l’ultimo tempo da condividere e poi l’addio.”
    Il peso del padre sulle spalle, costringe Jacu a soste sempre più lunghe.
    Raggiungere la Rupe di Trempu significa scalare una montagna selvaggia, austera e materna.
    Querce di sughero e Corbezzoli millenari con Lentischi e Lavande, erano casa e cibo per Cervi e Cinghiali, Lepri e Ricci. Nei costoni di calcare rosa, Aquile e Grifoni sono sentinelle vigili, a garanzia di Armonia tra Aria e Terra. È Friorosa la sorgente più fresca che con le sue limpide acque cantava canzoni per tutti.
    Jacu saliva ansimando lungo un crinale, cercando luoghi per riposare. “No, figlio mio, ti prego, fai un ultimo sforzo. Vedi quel grande masso di granito? Lì, posami lì e poi riposa.”
    “Si Babbai, ma perché dobbiamo fermarci proprio su questa pietra?”
    “Jacu, figlio caro, su questa pietra io sostai con mio padre quando lo accompagnai a trovare la sua morte. Riposa qui, figlio, e poi riprendi il nostro camino.”
    Jacu guardò suo padre negli occhi e vide, nitida, la propria immagine riflessa.
    Silenziosamente si rimise il vecchio sulle spalle e ridiscese lungo il crinale, e con determinazione e leggerezza si avviarono verso la loro casa. Il carico, per Jacu, ora era senza peso._
    Mariella Pisci. Sardegna
    casadimariella@tiscali.it

  9. Piccola previsione: entro la fine del 2013, inizio 2014 nascerà l’ Alt It Lit: ovviamente l’Alternative Italian Literature.

  10. Sfido chiunque a leggere per intero (a meno che non si senta molto fico molto hip molto alt molto tutto) un romanzo di Tao Lin.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto