Consigli per la cittadina Roberta Lombardi, capogruppo M5s alla Camera, e sulla visione delle donne che emerge in questo post.
Qualche dato Istat.
“I tassi di occupazione femminili diminuiscono fortemente all’aumentare del numero di figli. Da 0 a 1 figlio cala di 5 punti, da 0 a 2 figli di 10 punti, da 0 a 3 figli di 25 punti. Le interruzioni del lavoro sono elevate: il 30% delle madri con meno di 65 anni che lavorano o hanno lavorato in passato ha interrotto l’attività lavorativa per motivi familiari (matrimonio, gravidanza o altro), contro il 2,9% degli uomini. L’8 per cento delle donne che hanno lavorato o lavorano è stata costretta a dimettersi per gravidanza, e il dato è più elevato nelle generazioni più giovani”.
In dettaglio, per quanto riguarda il lavoro di cura delle “splendide donne”, altri dati Istat:
“il 76% del lavoro di cura della coppia è a carico delle donne, la situazione migliora più per il taglio operato dalle donne che per l’aumento del contributo maschile. In particolare, l’indice di disuguaglianza cala sotto il 70% solo se la donna lavora e non ci sono figli, e nelle coppie dove la donna è una lavoratrice laureata (67%). Dove la donna non lavora, sale fino all’83%”.
Dovrebbe bastare quell’83% per far riflettere i fautori del pannolino lavabile e del detersivo fatto in casa: non per demonizzarli, ma per capire su chi ricadrà davvero la scelta della felice decrescita. Perché è molto interessante leggere i dati Istat che riguardano la tipologia di attività in cui donne e uomini sono impegnati. Le prime, infatti, non possono esimersi dal cucinare: in un giorno medio si trova davanti ai fornelli il 90,5% delle occupate e il 97,8% delle non occupate. Anche le attività di pulizia della casa impegnano l’82,7% delle occupate, per arrivare a quote del 94,8% tra le non occupate. Le attività di apparecchiare/sparecchiare e lavare i piatti sono svolte dal 66,3% delle occupate e dal 76,5% delle non occupate. Il 35,7% delle occupate in un giorno medio lava o stira, quota che sale al 49,2% per le non occupate. Infine, rispettivamente il 44,4% delle occupate e il 66,2% delle non occupate acquista beni e servizi.
Gli uomini sono decisamente più selettivi: in un giorno medio della settimana tra i partner di donne occupate il 41,7% cucina , il 31,4% partecipa alle pulizie della casa, il 29,9% fa la spesa, il 26,6% apparecchia e riordina la cucina, mentre quasi nessuno lava e stira i panni. Tra gli uomini che hanno una partner che non lavora, tutte le frequenze di partecipazione si dimezzano, a eccezione degli acquisti (27,2%).
Quanto alla cura dei figli: se la donna lavora resta a carico della madre il 65,8% del lavoro di cura, contro il 75,6% se la madre non è occupata. L’85,9% delle madri e il 57,8% dei padri con almeno un figlio fino a 13 anni svolge in un giorno medio un’attività di cura dei figli che ricadono in questa classe di età: ma le madri vi dedicano mediamente due ore e tredici minuti contro l’ora e 23 dei padri. Inoltre, anche qui, le differenze si fanno sentire, dal momento che sono le mamme a rispondere alle esigenze in modo decisamente più completo: sono a loro carico cure fisiche e sorveglianza (dar da mangiare, vestire, fare addormentare il bambino o semplicemente tenerlo d’occhio). Il tempo dei padri è soprattutto dedicato ad attività ludiche, che sono anche le sole per le quali l’indice di asimmetria assume valori inferiori al 50%, per la precisione il 41,5% del tempo dedicato al gioco da entrambi i genitori.. Infine, le madri sono maggiormente coinvolte nell’aiutare i figli quando devono fare i compiti : in un giorno medio, li segue il 19,3% delle madri contro il 4,8% dei padri. Infine, le donne dedicano in un anno più di 2 miliardi di ore di lavoro di cura per altre famiglie.
Ps. Se poi fosse interessata alla disparità di trattamento in ambito letterario, sappia che oltreoceano è disponibile il nuovo rapporto VIDA, lo trova qui, semplicissimo da consultare.
Loredana, perdona: ma sei sicura di usare il canale giusto? Perchè Lombardi e 5stelle tutti paiono tanto progressisti, anzi di più teoricamente rivoluzionari e innovatori, ma l’innovazione loro che piace a tutti è solo nella trasparenza dei meccanismi e nello sparambio dei soldi sprecati, SU TUTTO IL RESTO, sono antiquati sessisti e reazionari.
Quando perciò essa leggesse i tuoi dati mica sarebbero per lei e i suoi motivo di preoccupazione, ma dimostrazione di uno status quo che la sua idea di differenza di genere – ora coadiuvata dalla valente beby sitter che lo stipendio parlamentare garantirà – trova legittima. Per lei le donne lasciano il lavoro perchè è nei loro desiderata, devono fa le splendide appresso ai mariti. Se guardi le proposte che fa per il problema dei nidi, puoi leggere che essa pensa di corrispondere dei soldi a casa (presi da dove? co sto bilancio viè da ride) al genitore e che è la madre, un’idea simpatica, che elude completamente l’ipotesi che alla donna possa non piacere l’idea di lasciare il lavoro per più di 5 mesi, e che sorvola sul fatto che questo rimborso non potrà mai coprire lo stipendio che prendeva prima.
Mi piacerebbe che qualcuno mi desse notizie sulle altre donne 5 stelle, che questa è proprio deludente. Ma il fatto che non possono venire in tivvù non se ponno vede nei giornali, non possono fare campagna elettorale come singoli, mi deve far prendere come immagine omogenea del movimento le uniche figure desolanti che capitano a tiro.
Uso la rete, Zaub 🙂 Tanto per dimostrare che la rete è fatta di nicchie grandi e piccole. Quanto alle altre donne cinque stelle, magari leggessero questo post e venissero a raccontare la loro posizione! Dici che non succede, vero?
E magari ci venissero! Donne e uomini stellati, che vorrei fargli qualche domanda che mi frulla nel cervello. Cominciamo dalla loro idea del mondo: qual è? Gli stellati sembrano pre-convinti che un Giusto e un Buono oggettivi esistano, che tutte le persone in buona fede riconoscano queste categorie e che quindi il (semplicissimo) compito del politico consista in nient’altro che mettere in atto questi ideali. E se fino ad oggi non si è fatto è solo perché i politici tutti sono lazzaroni. E’ da questo approccio idealistico, o inconsapevolmente neokantiano forse, che secondo me derivano posizioni come quella di Roberta Lombardi in merito all’occupazione femminile, alla maternità e al ruolo delle donne nella società: non si interroga, la signora, perché il proprio punto di vista le pare ovvio e giusto. Un movimento nato così sarebbe inesorabilmente destinato alla disintegrazione, nel momento in cui il fattore unificante rappresentato dalla furia iconoclasta dovesse essere sostituito da idee condivise su come rimodellare il mondo: a quel punto, i grillini scoprirebbero con loro somma sorpresa di avere idee diverse sul Giusto e sul Buono, litigherebbero e si disperderebbero in mille rivoli. Grillo e Casaleggio, che lo sanno, li hanno opportunamente silenziati e comminano la pena dell’esilio a chi sgarra e va in TV o sui giornali a dire quel che pensa. Perché pensare è sì concesso, ma solo in materia operativa: come fare qualcosa, non cosa fare, che invece lo decide il Capo. E’ come al liceo, quando nelle assemblee i componenti della folla dei supporter aspettavano il segnale del capetto (quasi sempre di sinistra, purtroppo) per decidere cosa pensare. Questa concezione della politica, che nega diritto di cittadinanza a idee che non coincidono con il Giusto e il Buono indicati dal Capo, è estremamente pericolosa. Se va bene porta alla disintegrazione del movimento, se va male porta allo stato etico. Poi sì, ci sarebbe la bazzecola della copertura economica di cose come il salario di cittadinanza, che sarebbero sacrosante se solo si sapesse dove prendere i soldi. Ma per questo, a chi interessa, raccomando la lettura del sempre chiarissimo Mario Seminerio: http://phastidio.net/2013/03/05/arriva-lutopia-concreta-la-realta-seguira/.
Ha ragione Zaub, non molti militanti del M5S verranno su questi lidi, a meno che il loro “guru” non ritenga necessario un attacco mediatico, che porti loro visibilità, ma in questa fase non credo gli serva.
Credo anche che a breve i blog degli eletti non avranno più nuovi post, a parte quelli di smentita, e mi sa che ci saranno anche cancellazioni.
Ma magari mi sbaglio e sono troppo prevenuto, vedremo.
Però, comunque vada, io credo che il tuo post abbia un significato e una utilità, molti non conoscono le statistiche che citi e una occasione di riflessione è sempre utile. Poi non tutti gli elettori del M5S sono militanti, molti han votato basandosi su una sola “campana”, credo che gli sarà utile conoscere meglio chi hanno eletto. 🙂
Dei militanti del M5S credo possiamo non interessarci più di tanto, spesso sono adepti irremovibili e sordi al dialogo, sono contro la kasta e per i pannolini lavabili. Credo che parlarne ai molti che hanno votato grillo per protesta, sia invece importantissimo e urgente, fermare la regressione o cercare di ostacolarla. c’è una differenza enorme tra i numeri dei militanti/simpatizzanti e degli elettori.
Grazie per questo post così ricco di informazioni, anche se viaggia su un diverso binario rispetto al discorso della capogruppo del #M5S. Il pensiero di Lombardi parte proprio da una negazione del diritto delle donne a non lavorare più dei loro compagni/mariti nella cura della famiglia e della casa. Per lei le donne DEVONO occuparsi di più dei figli e della casa, e solo in un secondo momento, ad esempio, di politica. Per gli uomini, sempre nel suo discorso, è invece normale che questo problema non si ponga, perché sono le donne che stanno loro accanto a fare un passo indietro e a farsi carico di quelle incombenze. Donne che, proprio per questo motivo, sono “splendide”. E’ un grande classico del sessismo reazionario: la donna che realizza le sue qualità nel sacrificio verso la famiglia. Un grande classico, anche, del pensiero fascista, che istituì una giornata di festeggiamenti per celebrare le donne più prolifiche, quelle che avevano dato alla patria 16 o 18 figli. Il sacrificio di quelle donne i cui corpi erano devastati dai parti le rendeva le vere madri della patria. Nell’idea reazionaria la famiglia implica inevitabilmente il sacrificio della donna, che però così può finalmente realizzarsi e diventare “splendida”.
Quoto in toto il commento di Maurizio.
A parte questo, se posso fare un commento che mi attirerà, probabilmente, insulti e critiche: quello che è inquietante in questi dati non è l’83% delle non occupate, ma in numeri altissimi delle donne occupate. Questo perché, in un’ottica di divisione del lavoro, non trovo nulla di particolarmente strano in questo, o di anomalo: se ci si divide il lavro fra cura e mercato (o produzione e riproduzione), non è strano trovare questi numeri, e anzi, è logico. Ora, il problema nasce a monte, nel fatto che questa situazione spesso è tutt’altro che una scelta, e che troppi pochi sono i casi in cui i ruoli sono invertiti. Per dire, io non troverei nulla di strano se un uomo che sta a casa si occupasse anche quasi totalmente delle attività di cura. Il problema è che questo non succede sostanzialmente MAI. Trovo che il problema stia a monte, sinceramente (e poi certo, si può disquisire dell’uso e della disponibilità del proprio tempo). Il problema, sinceramente, lo trovo più sconvolgente riguardo alle donne occupate, che si caricano di due lavori (perché l’attività di cura è, a tutti gli effetti, un lavoro).
ps. vorrei chiarire che non penso che “il ruolo delle donne” sia “in famiglia” XD la divisione del lavoro può benissimo essere invertita, o succedere in coppie dello stesso sesso. Non è una questione di genere, almeno a livello di teoria a cui mi stavo riferendo!
Lucia dici? Ma non si è mica sempre madri o padri di bambini di due anni. Lavorare e accudire figli pare allucinante con la prole piccolissima e senza servizi, ma quando i servizi ci sono magari con una coppia genitoriale che sa dividersi equamente i compiti non c’è mica niente di incredibile eh. E’ tutto molto fattibile.
“sono antiquati sessisti e reazionari”:vedremo.”sono adepti irremovibili e sordi al dialogo, sono contro la kasta e per i pannolini lavabili”:speriamo di no(l’aria è già abbastanza viziata di suo).Di sicuro non ci hanno portato loro fino a questo punto.E comunque tutto è molto relativo come sempre,non a caso da queste parti la Signora che ha speso gran parte del suo tempo per creare un centro anti-violenza trova che l’attenzione mediatica dei flash mob del 14 febbraio non giovi alla causa.E la persona più piena di vita che abbia mai incrociato era un piccolo editore-assicuratore-attore dilettante che aveva dieci figli,di cui due portatori di handicap,che eventualmente si lamentava solo per il fatto che il resto del mondo a volte gli appariva un po spento
Certamente! Non sto dicendo di no, dico solo che, a livello teorico, se uno decidesse di spartirsi il lavoro per cui uno dei due fa totalmente i lavori di casa e l’altro si occupa del sostentamento lavorando fuori, poi non mi parrebbe strano trovare che, fra queste persone, l’80% di quelli casa, fanno i lavori di casa! XD non so se mi spiego. A me fa molto più effetto vedere le percentuali così alte per le donne che lavorano. Quello che dici tu secondo me si riferisce di più al problema dell’uso del tempo, che è un problema serio: ovvero il monte ore. Ed è qui che si innesta l’importanza dei servizi. Il problema è che in italia è proprio il numero di ore dedicate a queste attività che è altissimo, proprio per mancanza di servizi. E fra l’altro, una ricerca recente metteva in luce anche come questo accada perché le madri italiane si sobbarcano la cura anche di figli (un po’ meno di figlie) grandi. E qui si va oltre il problema di divisione della coppia. Poi è evidente che servizi e supporto servono, sono necessari, perché ci sia non solo una più equa divisione, una riapproriazione del tempo, ma anche una maggiore possibilità di scelta. Spero di essermi spiegata 🙂
Sulla cura di figli adulti ci sarebbe da scrivere un post a parte e relativi commenti. Di certo ha a che fare in parte con lo stesso discorso di donne (nonne spessissimo) che si sobbarcano la cura delle case dei figli e dei nipoti, a copertura di un welfare lacunoso.
Ho un piccolo contributo sulle opinioni della capolista M5S (medico) della mia regione, che ha rilasciato dichiarazioni quantomeno allarmanti. Non rientra nel discorso di cura ma è coerente con la reazionarietà del pensiero che circola nel movimento e di cui ho potuto avere qualche saggio ultimamente. Spero non siano tutti così.
D’altra parte, nel programma M5S, non c’è uno straccio di riferimento a nessuna delle questioni etiche più urgenti e più dibattute negli ultimi anni. Non mi lascia tranquilla e non credo ci sia l’intenzione di affrontarle in futuro.
http://www.fanpage.it/legge-194-sconfitta-per-le-donne-lo-dice-nelle-marche-la-capolista-al-senato-del-movimento-5-stelle/
Di sicuro hanno proprio bisogno “Di mamme c’è n’è più d’una”, almeno come manuale base!
Loredana, scrivo poco (qui c’è gente molto più valida) e di mio faccio fatica, però voglio dirti che anche questo libro è bellissimo e ti ringrazio perché colmi i vuoti e le incertezze di questa strana epoca.
Con post come questi mi prudono le mani. Sono dati che si distaccano molto da quelli europei, evvabbè, ci siamo abituate. Stanno lì quasi invariati da anni, nel senso che c’è avvicendamento generazionale ma la progressione sembra minima. Se poi si aggiungessero i dati sulla divisione dei compiti in casa tra gli adoloscenti, probabilmente non si vedrebbero sostanziali differenze. Cioè è una questione ereditaria. Forse una tara genetica.
Invece è ignoranza, la solita ignoranza (che fa comodo e si lega a doppio filo al controllo), per cui non ci rendiamo nemmeno conto forse di cosa significa passare invece una vita intera, nelle sue varie fasi, tutte quante nessuna esclusa, in una società in cui almeno alcuni di questi numeri tra uomini e donne si somigliano. Ora, se è facile immaginarsi cosa si potrebbe fare con qualche soldo in più, evidentemente non si immagina abbastanza cosa si potrebbe fare con qualche ora in più o con qualche diritto in più, ecc, ecc.
Lievemente OT, ma da applausi. Condivido tutto, quoto tutto.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/05/m5s-google-non-basta/520570/
Dialogo del lettore di biblioteche perdute e dell’ ultimo cittadino
– Bella giornata alla polis, vero?
– Bella giornata, anche se a parteciparla telematicamente renderebbe piu’ sani e maggioritari.
– Capisco: anche tu sei stanco dell’ incontro comunicativo.
– Non dico questo: noto nondimeno che la sindrome della “cantatrice” porti alla mancanza degli amati capannelli e inoltre questa sete carismatica di Godot ci rende tutti pronti a identificarlo con un nuovo qualsiasi, un nuovo…
– Qualunque?
– Forse, non saprei… intendo il rischio di una circolarita’ che paventi, ma le tecniche, gli strumenti, “gli ordigni” (Schmitz) e quella atmosfera di “scetticismo”, di guardarsi intorno da parte di codesti giovani mi rende
fiduciuso pur nella inquietudine di una possibile “ultima avventura” o se vuoi di “qualunque avventura” (Jahier), che come intendi si confondono sempre meno.
-Intendo, e tuttavia presterei sempre al fatto che “comunicare” e cercar “carisma” sono scelte in opposizione tra loro, un po’ come potrebbero esserlo parlar di arti e mestieri ed invero parlar di libri mastri e dei
pegni (SaintSimon) e dunque, passata la frescata, speriamo giusta “di levante” (Boine), finalmente si possano riprendere le virtu’ istintive (Zola) di vitalita’ ma in eguaglianza che tanto ci inimicarono con gli dei
per via della loro conseguente fame e miseria (Aristofane). E suvvia, il momento del suffragio, cosi’ prossimo alla danza delle mimose sembra propizio anche per quelle linee d’ombra che tanto furono care al
Villon come al Corbiere…
-Lo spero sinceramente, anche se la ossessione per come usare e riutilizzare le bende igieniche della prole mi sembra alquanto diminutiva nei riguardi della sopravvivenza del genere (Ardigo’, Turati) e con un sentore…davvero dei reflui puristici di quell’ abate, intendo il Malthus, non il Monti beninteso, che furono la disperazione per le alchimie di ere che preferiamo ora ricordare con le note di viaggio dello Swift.
Dopotutto parlare di decrescita da conquistare e’ opportuno per i Giganti della Montagna o se vuoi per la fantasia di Rabelais, giacche’ la prole ci appare, in tutta soggettivita’, di fisicita’ minori alla nostre e purtuttavia migliore (Tolstoj), dunque da inseguire continuamente. Quanto poi alle sempre evocate positivita’ di quei comandanti di Narcissus (Conrad) che illusero gli acromegalici, speravamo tutti che Il Colorato che veniva a cena, in quello spettacolo alla villa del cinema, avesse chiarito la questione.
-E cosi’ credo: del resto anche il piu silente degli alberi, quello caro al Valeri, aspetta di colloquiare con noi una volta deposte le armi sia tartariche che solfuree…
Quando i centosessanta e rotti eletti del M5S hanno fatto la loro presentazione in streaming, io ho potuto vedere solo fino alla C, ma ma pur in questo campione ridotto mi ha fatto piacere vedere che c’erano tante donne. Molto meno constatare che mentre sono stati nominati più volte come ambiti di interesse l’ambiente, il web, la scuola, una volta persino la musica, nessuno, nessuna di loro ha neanche nominato da lontano nessun tema della questione femminile: occupazione, femminicidi, congedi parentali, modelli culturali di genere, pari opportunità… Ora questo post mi basisce. Mi unisco a chi esorta la deputata Lombardi e colleghi a prendere coscienza precisa dei problemi di genere in Italia per non perdere questa occasione.
sorry ero io l’anonimo
Sulla disparità di genere si veda il Repor 2012 stilato su 135 paesi nel mondo dal World Economic Forum, i link li trovate in quest’articolo
su Fanpage
http://tinyurl.com/d8m9vz2
Brava Loredana!
Un po’ OT, ma utile per capire bene cosa sia questo movimento, almeno nelle intenzioni del suo guru.
Dice Beppe Grillo sul suo blog: “E’ giunta l’ora di “rendicontare le caramelle” e, dunque di portare le istanze di quel 25 e passa per cento di elettori che ha votato il Movimento 5 stelle. Ora che siamo stati eletti al Parlamento, vogliamo essere presenti nelle Commissioni bicamerali, nelle giunte e negli uffici di presidenza di Camera e Senato. Dopo la nomina della presidente della Camera Laura Boldrini siamo a una prima giornata cruciale. Oggi, martedì, alle 18, a Montecitorio ci sarà la prima conferenza dei Capigruppo. Si parlerà della composizione dell’Ufficio di Presidenza che verrà votato in aula giovedì, decidere le nomine dei suoi vicepresidenti e soprattutto scegliere i questori: veri e propri controllori dei conti alla Camera. Noi cittadini del Movimento 5 Stelle presenteremo i nostri candidati per tutti questi ruoli perché vogliamo essere protagonisti del rinnovamento che abbiamo promesso in campagna elettorale”.
Capito? “vogliamo essere protagonisti del rinnovamento che abbiamo promesso in campagna elettorale”. E come? facendo i cani da guardia ai colleghi del Parlamento? “Onorevole, basta spigola! Costa troppo agli italiani, da oggi merluzzo!” (e magari olio di ricino, già che ci siamo). Il bello è che la gente che lo ha votato ci crede pure, che il problema di questo paese siano le spigole e i corsi di cucito degli onorevoli. Confondendo in modo clamoroso il problema con i suoi effetti collaterali. Questi sono arrivati in Parlamento senza dire una sola parola su come creare lavoro, come far ripartire l’economia, quale posizione assumere sui diritti individuali e quando sono stati invitati a farlo hanno detto solo “i partiti propongano, noi vigileremo”. Ma come? Non erano i partiti i responsabili di questo sfacelo? E adesso invece di prendere voi il timone in mano lo lasciate a loro? Cioè, non avete davvero uno straccio di idea che sia migliore di quelle di chi giudicate incompetente e ladro? Poi però saltate su e volete il vostro ruolo quando si tratta di censurare le spese di cancelleria del Senato e della Camera. A proposito di efficienza, non vi viene il dubbio che come controllori costate un po’ troppo, e che magari chi vi ha mandato pensava che sareste stati capaci di fare qualcosa di più e di meglio che la spunta a pie’ di lista? Per quella bastava un ragioniere, non avevamo bisogno di qualche decina di nuovi onorevoli.
Guardate che avete capito male: da voi ci si aspetta altro, ci si aspettano idee serie, cazzute, per rimettere in pista il paese, per dare lavoro a chi non ce l’ha, per arginare la criminalità organizzata, riformare il sistema fiscale che strangola imprese e cittadini, semplificare la burocrazia, dare servizi alle famiglie, cambiare la cultura dei rapporti di genere, trovare le formule giuste per dare diritti a chi non ne ha: cittadini gay, immigrati e i loro figli, donne schiave del welfare familiare.
E voi vi proponete come gendarmi. E’ tutto qui quello che avete da dire? Siete arrivati su quegli scranni a furor di popolo: ed è di matite e carta igienica che vi volete occupare?
Fatto un giro sul blog di Beppe: si agitano per i commenti critici, sostengono anzi sono certi che si tratti di troll mandati da PD-PDL, ovviamente “pagati con i soldi del finanziamento pubblico ai partiti”. Ovviamente un complotto. Contro i puri. Anzi, come li chiama Serra, I Superiori.