Gianfranco Conte, presidente della commissione Finanze della Camera, è l’estensore della norma “licenzia precari” e sul Messaggero di oggi dichiara che “serviva a sistemare la partita dei precari delle Poste”.
Tra le migliaia di precari , alcuni hanno avviato, e in qualche caso vinto, cause di lavoro contro le Poste, ottenendo il reintegro nel posto di lavoro e il pagamento del periodo di sospensione.
Due settimane fa, le Poste e i Sindacati hanno firmato un’intesa per stabilizzare 14.000 – QUATTORDICIMILA precari, in cambio della loro rinuncia ad ulteriori rivendicazioni. Quindi la dichiarazione di Conte non è credibile. Perchè c’era già l’intesa con i sindacati, e perchè la norma non si riferisce ai dipendenti delle Poste ma a tutta la “categoria” dei precari.
Inoltre questa norma ha valore retroattivo (o almeno ci prova) e interverrà nel contenzioso in corso.
Se in questa occasione sembra che i sindacati si siano mossi bene, risuona sempre più assordante il silenzio dei mille rappresentanti del popolo. E le dichiarazioni delle ultime 24 ore sono veramente troppo in ritardo.
Io sto con sanprecario.
lucio
Sinceramente, non so che dire, se non che la questione mi riguarda anche direttissimamente, che da molti anni lavoro in una azienda con contratti annuali, anche se no non ho mai desiderato l’assunzione. Non riesco neanche bene a capire, e qui se qualcuno mi illumina perchè indovino che ho un buco logico, che vantaggio ne trae il governo da tutto ciò. Lasciando da parte le evidenti (solo ad alcuni) questioni di principio, tA che serve inasprire il contrasto sociale? Vale politicamente di più il sostegno delle imprese e delle società che un malumore incazzato e progressivo che cresce a dismisura? Con i prezzi che aumentano? gli stipendi che si svalutano e la disoccupazione che incalza?
Oltre che scandaloso, mi pare cretino.
Ma forse mi sfugge qualcosa.
Che vantaggio ne trae il governo? Nessuno.
A che serve inasprire il contrasto sociale? A dividere il tessuto sociale..
Vale politicamente di più il sostegno delle imprese e delle società che un malumore incazzato e progressivo? La prima che hai detto. Senza scordare che il malumore è alla base del contrasto sociale, quindi anch’esso utile al manovratore che intende dividere e imperare.
Scusa questo modo semplice e brutale di rispondere. Cercherò di chiarire, ma so già che in questi casi è meglio rivolgersi a sanprecario (anche senza chiedergli il miracolo che non desideri; ma quanti dopo anni e anni erano li per ottenerlo e … questa norma chiuderebbe tutte le cause di lavoro prossime al riconoscimento del reintegro dei precari licenziati)
Credo che il “buco logico” nei tuoi dubbi sia provocato da una visione asettica del governo. Se insieme ci domandiamo che vantaggio ne trae il governo, e intendiamo parlare del Consiglio dei Ministri senza tenere conto delle persone che lo compongono, potrei pensare (come ho scritto sopra) nessun vantaggio, anzi probabilmente una mancata entrata, perchè l’assunzione di un buon numero di ex precari farebbe crescere le loro trattenute, quindi il governo rinuncia a nuove (seppur minime) entrate erariali. Se invece decidiamo di parlare di questo governo, dovrebbe essere sufficiente ricordare la frase con la quale il Presidente introduce i suoi interventi nella sede della Confindustria “Il vostro programma è il nostro programma”. Quante volte abbiamo sentito i suoi portavoce giurare che al momento della discussione su argomenti in cui il capo poteva avere un qualche interesse, aveva abbandonato la seduta? Devo fare l’elenco delle attività produttive e finanziarie di cui il capo e metà dei ministri dei primi tre governi Berlusconi fanno parte?
All’interesse economico-finanziario, poi, si somma in questa norma quello di delegittimare la magistratura. Alle imprese non fa piacere che un giudice possa mettere il becco sulla decisione di assumere o licenziare un lavoratore, e nemmeno a questo governo/imprenditore, e con questa norma la decisione spetta solo all’impresa; il giudice deve limitarsi a contabilizzare la (eventuale) liquidazione.
Sull’Espresso del 24 luglio c’è un pezzo di Giorgio Ruffolo “Padroni stile padrini” che sicuramente ti sarà molto più utile di questo mio tentativo, te ne incollo 2 righe:
“se la politica diviene ostaggio del denaro, il collegamento tra concentrazione
della ricchezza e corruzione della politica diventa inevitabile”.
lucio
lucio grazie – intuivo, ma mi rimane il ritorno di un’idea di destra un po’ con la clava – nel senso di non furba, di non evoluta politicamente. Ma hai ragione perchè è quella che abbiamo.
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Gianfranco Conte, presidente della commissione Finanze della Camera, è l’estensore della norma “licenzia precari” e sul Messaggero di oggi dichiara che “serviva a sistemare la partita dei precari delle Poste”.
Tra le migliaia di precari , alcuni hanno avviato, e in qualche caso vinto, cause di lavoro contro le Poste, ottenendo il reintegro nel posto di lavoro e il pagamento del periodo di sospensione.
Due settimane fa, le Poste e i Sindacati hanno firmato un’intesa per stabilizzare 14.000 – QUATTORDICIMILA precari, in cambio della loro rinuncia ad ulteriori rivendicazioni. Quindi la dichiarazione di Conte non è credibile. Perchè c’era già l’intesa con i sindacati, e perchè la norma non si riferisce ai dipendenti delle Poste ma a tutta la “categoria” dei precari.
Inoltre questa norma ha valore retroattivo (o almeno ci prova) e interverrà nel contenzioso in corso.
Se in questa occasione sembra che i sindacati si siano mossi bene, risuona sempre più assordante il silenzio dei mille rappresentanti del popolo. E le dichiarazioni delle ultime 24 ore sono veramente troppo in ritardo.
Io sto con sanprecario.
lucio
Sinceramente, non so che dire, se non che la questione mi riguarda anche direttissimamente, che da molti anni lavoro in una azienda con contratti annuali, anche se no non ho mai desiderato l’assunzione. Non riesco neanche bene a capire, e qui se qualcuno mi illumina perchè indovino che ho un buco logico, che vantaggio ne trae il governo da tutto ciò. Lasciando da parte le evidenti (solo ad alcuni) questioni di principio, tA che serve inasprire il contrasto sociale? Vale politicamente di più il sostegno delle imprese e delle società che un malumore incazzato e progressivo che cresce a dismisura? Con i prezzi che aumentano? gli stipendi che si svalutano e la disoccupazione che incalza?
Oltre che scandaloso, mi pare cretino.
Ma forse mi sfugge qualcosa.
Che vantaggio ne trae il governo? Nessuno.
A che serve inasprire il contrasto sociale? A dividere il tessuto sociale..
Vale politicamente di più il sostegno delle imprese e delle società che un malumore incazzato e progressivo? La prima che hai detto. Senza scordare che il malumore è alla base del contrasto sociale, quindi anch’esso utile al manovratore che intende dividere e imperare.
Scusa questo modo semplice e brutale di rispondere. Cercherò di chiarire, ma so già che in questi casi è meglio rivolgersi a sanprecario (anche senza chiedergli il miracolo che non desideri; ma quanti dopo anni e anni erano li per ottenerlo e … questa norma chiuderebbe tutte le cause di lavoro prossime al riconoscimento del reintegro dei precari licenziati)
Credo che il “buco logico” nei tuoi dubbi sia provocato da una visione asettica del governo. Se insieme ci domandiamo che vantaggio ne trae il governo, e intendiamo parlare del Consiglio dei Ministri senza tenere conto delle persone che lo compongono, potrei pensare (come ho scritto sopra) nessun vantaggio, anzi probabilmente una mancata entrata, perchè l’assunzione di un buon numero di ex precari farebbe crescere le loro trattenute, quindi il governo rinuncia a nuove (seppur minime) entrate erariali. Se invece decidiamo di parlare di questo governo, dovrebbe essere sufficiente ricordare la frase con la quale il Presidente introduce i suoi interventi nella sede della Confindustria “Il vostro programma è il nostro programma”. Quante volte abbiamo sentito i suoi portavoce giurare che al momento della discussione su argomenti in cui il capo poteva avere un qualche interesse, aveva abbandonato la seduta? Devo fare l’elenco delle attività produttive e finanziarie di cui il capo e metà dei ministri dei primi tre governi Berlusconi fanno parte?
All’interesse economico-finanziario, poi, si somma in questa norma quello di delegittimare la magistratura. Alle imprese non fa piacere che un giudice possa mettere il becco sulla decisione di assumere o licenziare un lavoratore, e nemmeno a questo governo/imprenditore, e con questa norma la decisione spetta solo all’impresa; il giudice deve limitarsi a contabilizzare la (eventuale) liquidazione.
Sull’Espresso del 24 luglio c’è un pezzo di Giorgio Ruffolo “Padroni stile padrini” che sicuramente ti sarà molto più utile di questo mio tentativo, te ne incollo 2 righe:
“se la politica diviene ostaggio del denaro, il collegamento tra concentrazione
della ricchezza e corruzione della politica diventa inevitabile”.
lucio
lucio grazie – intuivo, ma mi rimane il ritorno di un’idea di destra un po’ con la clava – nel senso di non furba, di non evoluta politicamente. Ma hai ragione perchè è quella che abbiamo.