BIBLIOGRAFIA DISARMATA: ABRAHAM YEHOSHUA

Abraham Yehoshua (1936-2022). Solo una frase, di diversi anni fa, il 2015. Una frase da ricordare: “Non ho mai visto un giorno di pace, e non sono mai stato così pessimista”.

Qui l’intervista.

Il 25 gennaio 2002, vent’anni fa, scrisse questo:

“Da uomo laico quale sono, davanti a una giornata come quella di Assisi, posso dire soltanto che se il Papa continua così, comincerò anch’ io a credere in Dio. La mia non è una battuta. Oggi ci vuole un atto di fede per credere nella pace, a Gerusalemme e non solo a Gerusalemme, in un Medio Oriente martoriato da un feroce conflitto che nessuno sembra più in grado di fermare, e in un mondo ancora sconvolto dal terrore dell’ 11 settembre. Perciò mi congratulo di tutto cuore con Sua Santità Giovanni Paolo II per avere organizzato questo convegno interreligioso ad Assisi, e per l’ impegno che mette nel riunire i leader di tante fedi diverse con l’ unico obiettivo di pregare, tutti insieme, per la pace. Qui in Medio Oriente, le due parti in causa, israeliani e palestinesi, sono incapaci di riallacciare un dialogo. E la comunità internazionale, in primo luogo Stati Uniti ed Europa, appare distratta, intimidita, senza più energia da spendere nella mediazione diplomatica. Ebbene, se i leader politici non vogliono o non possono farlo, ben vengano la preghiera e l’ intervento dei leader religiosi, cristiani, ebrei, musulmani e di ogni altro culto riunito ad Assisi. Io li ringrazio per queste preghiere di pace. E’ straordinariamente importante che le autorità religiose di fedi differenti presentino insieme una richiesta di pace, e dimostrino che il dialogo tra popoli di tradizioni, culture, culti diversi è possibile. Lo hanno fatto recentemente al Cairo, lo fanno ora ad Assisi, mi auguro che proseguano, moltiplicando gli sforzi. I capi di chiese, sinagoghe e moschee hanno il compito di spiegare ai loro fedeli che la violenza è sempre malvagia, e che in nessun caso è consentito uccidere in nome di Dio. Bisogna lavorare giorno e notte per far crescere di nuovo la speranza nella pace. Al Papa, che questo lavoro lo fa da tempo, va la mia profonda gratitudine. Anch’io mi unisco, da Israele, alla Sua preghiera”

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