BIBLIOGRAFIA DISARMATA: LA MARCIA DEL SALE

La marcia del sale (primavera 1930). Non poteva non esserci, l’iniziativa nonviolenta per eccellenza, in queste piccole storie.
trecento chilometri a piedi da Ahmedabad a Dandi, per raccogliere una manciata di sale dalle saline, per protestare contro la tassa dell’Impero britannico.

La sera prima della partenza, Gandhi tenne un discorso che divenne famosissimo davanti ai marciatori vestiti di bianco: un discorso dove ricorda che la pratica nonviolenta è necessaria, perché c’è “un’inviolabile connessione tra i mezzi ed il fine, alla stessa stregua di quella tra il seme e la pianta”. Dopo 24 giorni di marcia, Gandhi raccolse una manciata di sale dalla spiaggia, imitando quanto facevano i più poveri, a rischio di essere arrestati. Era il 6 aprile 1930.

Qui una parte del suo discorso:

“E’  necessario che non si manifesti neppure una parvenza di violenza anche dopo il nostro arresto. Noi abbiamo fermamente deciso di far ricorso a tutte le nostre risorse per portare avanti una lotta esclusivamente non-violenta.

Nessuno deve consentire che l’ira lo faccia deviare da questa via. Questa è la mia speranza e la mia preghiera. Vorrei che queste mie parole raggiungessero ogni angolo del paese.

(…)

La disobbedienza civile alle leggi sul sale dovrà essere proseguire dovunque ve ne sarà la possibilità. Tali leggi possono essere violate in tre modi. E’ una violazione delle leggi produrre sale dove vi è la possibilità di farlo. E’ una violazione delle leggi anche il possesso o la vendita di sale di contrabbando (che comprende anche il sale naturale e minerale). Incorrono nei rigori della legge anche i compratori di questo sale. (…) Pongo soltanto una condizione, e cioè che il nostro impegno ad attenerci alla verità e alla nonviolenza.

(…)Io credo fermamente che in India vi siano uomini in grado di portare a termine l’opera che oggi io inizio. Ho fede nella giustezza della nostra causa e nella purezza dei nostri mezzi. E quando i mezzi sono puri, non può mancare la benedizione di Dio. E quando si uniscono questi tre elementi, la sconfitta è impossibile”.

Che sia un augurio, per tutte e tutti. Buona Pasqua, nonostante.

Un pensiero su “BIBLIOGRAFIA DISARMATA: LA MARCIA DEL SALE

  1. Quando il conflitto che si sta consumando appena fuori dall’Europa più evoluta e civile (si può dire?), nel cuore del Vecchio Continente, è iniziato, Gandhi è stata la prima persona a cui ho pensato, e la marcia del sale il suo gesto che me lo ha riportato alla mente. La pace si fa con la pace, null’altro è propedeutico, null’altro funziona. E trovo orribile la retorica della guerra in tutte le sue forme, che infine istiga, e come una salsa grassa viene usata per spalmare un senso e una giustificazione alle morti, su tutte quelle vittime. Tutte. Trovo ipocrita il chiacchiericcio morboso che si nutre di armi, di strategie, di previsioni e altre mostruosità con un linguaggio che ormai si è sgretolato e svuotato di fronte ad anni di guerre lontane, lontanissime, innanzitutto dalla ragione. Non una resa, non una rinuncia, ma alzare le mani e restare decisamente immobili è innanzitutto il rifiuto del linguaggio di morte, per cercare altri linguaggi, altri modi, altri gesti di pace. Grazie per averne parlato e per aver riportato alla memoria di tutti quel gesto di Gandhi.

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