BIBLIOGRAFIA DISARMATA: SCUP

SCUP (2015-?). E’ una strana bibliografia disarmata, quella di oggi, ma spero sia utile. Nasce da un incontro di ieri pomeriggio, quando con Luca Cangianti, Alberto Sebastiani, Mazzino Montinari, e altri ci siamo ritrovati a parlare di Valerio Evangelisti. Dello scrittore e dell’uomo, naturalmente, e dell’attivista, ancor più naturalmente. Fra le varie cose dette, una è a parer mio centrale: Valerio Evangelisti ha provato in tutta la sua opera a ribaltare l’immaginario. Se ci muoviamo fatalmente in un territorio gestito da chi detiene un potere, economico e/o politico, che plasma il nostro modo di vedere e di agire, è proprio la scrittura che può rovesciare il famoso tavolo, e costruire un’altra possibilità di vedere e agire e immaginare. Valerio lo ha fatto raccontando sia il potere nella sua forma più oscura (Eymerich) e svelandone i meccanismi, sia dando voce agli sfruttati di ogni epoca e luogo.
Bene, tutto questo avveniva da Scup, alla stazione Tuscolana. Cos’è Scup? Un luogo dove ci si incontra, dove si fa teatro, si ascolta, si fa persino fisioterapia, si fa musica, si fa sport, eccetera. Cultura popolare, in poche parole. E cosa sta per avvenire di Scup?
Verrà sgomberato a ottobre. Perché? Perché sta arrivando un progetto di, uhm, “rigenerazione urbana”, come racconta molto bene Giansandro Merli sul Manifesto, qui.
Ieri Gaia Benzi di Scup, con la figlietta neonata che dormiva nella fascia, ha detto una cosa centrale: cosa si fa quando il tuo antagonista si appropria delle tue parole e parla con quella che ritiene essere la tua voce? Cosa si fa quando ti dice che, insomma, vogliamo le stesse cose, la rigenerazione urbana (salvo saltare a pié pari i modi in cui quella rigenerazione verrà effettuata)?
Si prova a ribaltare quell’immaginario, appunto. E la bibliografia di oggi vi invita a frequentare Scup, a informarvi e a sostenerli. Perché, come scriveva Valerio Evangelisti,

” – È inutile! Tanto hanno già vinto! Il mondo è loro! Il futuro è loro!
Sheryl rispose: – Può darsi. L’importante è che sappiano che c’è chi resiste”.

 

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