BIBLIOPRIDE: A PROCESSO PER I LIBRI

Si apre il Bibliopride, dunque. In quale contesto, per le biblioteche italiane? Qui trovate un assai esauriente articolo di Alessandra Pigliaru per il Manifesto. Qui sotto, invece, un singolo – ma significativo – caso, raccontato dal protagonista. Che, per difendere una biblioteca, è stato arrestato.
“La biblioteca provinciale di Pescara ha circa 210mila libri. Dal 2014 non riceve un euro per l’acquisto di libri e periodici. Il deposito con 180mila libri è stato chiuso per 30 mesi, dal dicembre 2011 allo scorso giugno: dopo 25 anni, si sono ricordati che andavano fatti lavori di messa a norma. Nell’ottobre 2012 non ne ho potuto più e sono sceso nel deposito per prendere libri. Ho rischiato la diffida. Negli ultimi mesi ho raccolto oltre 600 firme per prolungare l’orario dal lunedì alla domenica, fino a mezzanotte, e per far avere alla biblioteca il finanziamento previsto sin dal 2000 dal regolamento ma sempre gravemente disatteso. Da sei mesi chiedo al presidente della provincia di mettere una panchina all’ingresso, onde evitare che i frequentatori debbano sedersi a terra come bestie. Inoltre mi sono offerto volontario per riverniciare le inferriate esterne, da anni arrugginite. Sempre promesse, mai nulla di concreto. La biblioteca non appartiene più alla provincia (in seguito alla legge Delrio), e la Regione non ha ancora provveduto a farsene carico.
E così ieri mi sono incatenato per costringere il presidente della Regione a stanziare finalmente fondi per l’acquisto dei libri. La polizia provinciale mi ha arrestato, il magistrato ha disposto gli arresti domiciliari e stamattina al processo per direttissima per fortuna il giudice ha ascoltato le mie ragioni e revocato i domiciliari. Prossima udienza il 17 giugno. Ovviamente andrò avanti, cercando di evitare di farmi arrestare di nuovo.
Andrea D’Emilio (in questi giorni mi sto abilitando all’insegnamento di storia e filosofia nei licei)”.

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